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domenica 27 maggio 2012

Ed ora gli stati generali della sinistra radicale di Citto Saija


Da tempo vado scrivendo, nel mio piccolo, che il sorpasso del cosiddetto Partito democratico è possibile.

Né il futuro è la socialdemocrazia che purtroppo nell’intera Europa ha fallito miseramente.
Nel giornale “Il Fatto quotidiano” di oggi, Paolo Flores d’Arcais sostiene giustamente che la Sinistra ha la possibilità di fare l’ultimo giro: “La sinistra ha qualche chance solo se si rimette in gioco, aprendo radicalmente alla società civile, a sue liste civiche rigorosamente autonome”.E’ vero, non vi sono altre strade perché vi è il rischio concreto che circa 25 milioni di italiani non vadano a votare.
Ed è anche vero che il bravo comico Grillo ha salvato in parte l’Italia (si è trattato di elezioni amministrative) da una deriva di destra e diciamo pure di tipo fascista.
Come la storia recente dimostra, nei momenti di possibili cambiamenti e di messa in discussione delle politiche liberiste, appare all’orizzonte il volto truce dello stragismo… Chi è stato e chi sta dietro le stragi?
Ed allora ci pare del tutto patetico l’ultimatum di Vendola a Bersani. Se Vendola, insieme con ampi strati della sinistra radicale che nella società esistono, crede veramente (e non ne abbiamo dubbio) nelle politiche antiliberiste, non può affermare che “Noi siamo disponibili ad un programma socialdemocratico di tipo europeo” né può parlare semplicisticamente di stati generali per un centro-sinistra “Hollande style”.
E’ del tutto evidente (basta riflettere sul sostegno del Partito democratico al governo Monti) che un programma di sinistra radicale (che in alcuni contenuti vuole anche Grillo e comunque il suo elettorato) non può esistere nell’attuale conformazione del Partito democratico. Il suo rischia di restare solo un urlo alla luna. Il Dna del Partito democratico non è più di sinistra e tanti fatti lo dimostrano.
Condivido con Vendola che è necessario aprire un cantiere, ma deve essere un cantiere delle sinistre radicali allargato a tutte le forze antagoniste del cambiamento che nella società esistono.
E’ necessario partire subito dal basso, a cominciare dalle regioni e dai comuni, a costruire il programma politico di quella che per comodità definisco “sinistra radicale” e che va oltre le attuali forze organizzate della sinistra radicale;
La foto di Vasto è limitata (e nella sua parte centrale ci sta chi non vuole la sinistra radicale al governo del Paese). Deve essere sostituita da una grande foto di gruppo (quindi collettiva senza alcun taumaturgo) nella quale appaiono i partiti che in questo momento scelgono una politica alternativa e tutti i movimenti della società civile che portano avanti politiche antagoniste e sostenibili: in una parola politiche antiliberiste.
E’ vero, bisogna costruire un polo alternativo di governo, come si sta cercando di fare in Grecia da parte della sinistra radicale. Non so se vi sono pezzi del Partito democratico disposti a scegliere questa strada. E’ comunque certo che il Partito democratico tout court ha un’altra linea politica che purtroppo è quella neoliberista. In questa linea sostenuto anche dalla massima carica dello stato.
Vendola, che è persona capace e intelligente, dovrebbe uscire dal politichese e parlare di sinistra radicale e non di centro-sinistra.
Non serve quindi un secondo incontro di Vasto (pare già fissato per il 21-23 settembre), probabilmente fra ceti politici.
Servirebbe un grande e libero incontro delle forze organizzate della sinistra radicale con tutti i movimenti antagonisti per porre le premesse al fine di abbozzare un programma politico antiliberista per governare l’Italia e da discutere dal basso in tutte le realtà. Ancora il tempo c’è ed è a nostra disposizione.
Personalmente ritengo che anche la Federazione della sinistra e Rifondazione comunista (dopo la grande manifestazione dei quarantamila del 12 maggio con la presenza delle forze della sinistra radicale europea) debbano fare uno sforzo prima interno (penso ad un grande dibattito con tutti i militanti che esistono in carne ed ossa e non sono un fatto mediatico), per lanciare all’esterno e farsi promotori di un grande incontro politico delle tante anime della sinistra radicale per porre all’ordine del giorno (la proposta va fatta agli italiani) la possibilità di un governo della sinistra radicale nel nostro Paese.
Il momento è quello giusto, perché la gente non può aspettare e bisogna bloccare sul nascere tutti i tentativi del “Leviatano” neoliberista che come novello Nosferatu si appresta a succhiare il sangue del popolo sovrano.
Anche con Grillo potrebbe essere aperto il dialogo se rinunciasse (anche in parte perché ovviamente non possiamo cambiarlo né sarebbe giusto farlo) ad una certa “taumaturgicità”. Ma, nell’Italia dell’apparenza, sono tanti i taumaturghi e qualche passetto indietro dovrebbero farlo tutti.
Ma, la sostanza è un’altra. Il sorpasso è possibile. La sinistra radicale più ampia possibile potrebbe governare.
La strada di Roma deve essere anche quella da attuare nella nostra Regione Sicilia e nel comune di Messina. Il modello Napoli e Palermo è da diffondere. E’ necessaria la volontà politica e le braccia per costruire un’Italia diversa ci sono e tutti aspettiamo qualche segnale per metterci insieme.

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