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domenica 27 maggio 2012

IL PRC CONTESTA MONTI A BERGAMO INSIEME AI MOVIMENTI. ASSENTI TUTTI GLI ALTRI



 Contestazione al presidente del consiglio Mario Monti, presente al giuramento dei cadetti dell’Accademia della Guardia di Finanza, che ha sede a Bergamo, ospite d’onore insieme a evasori, speculatori, banchieri e potenti vari, ovvero coloro che questa crisi l’hanno provocata.Mario Monti è stato contestato da un migliaio di manifestanti che hanno preso parte a un corteo organizzato da “Adesso basta”, il coordinamento a cui hanno aderito diverse organizzazioni, da Rifondazione comunista, al PdCI, i Giovani Comunisti, il Movimento Studentesco, il centro sociale “Pacì Paciana”, l’USB e altri collettivi, ma a cui non hanno aderito né SEL, né l’IDV e nemmeno i grillini.
Il coordinamento “Adesso basta” ha invitato la cittadinanza bergamasca a mobilitarsi individuando in Monti il fedele attuatore delle politiche prescritte dalla BCE, che impongono sacrifici sempre alle stesse persone: tasse totalmente inique, attacchi all’articolo 18 e ai diritti del lavoro, allungamento dell’età pensionabile, tagli ai servizi sociali, all’istruzione, alla sanità e alla cultura.
I manifestanti hanno ribadito di non essere più disposti a ulteriori sacrifici, rifiutando le politiche di austerità di un governo di “unità nazionale” che fa ricadere sulle spalle dei ceti popolari un debito che non hanno contratto.
Forte la denuncia sul fatto che questo governo invece non sottrae un centesimo a tutto ciò di cui potremmo certamente fare a meno: spese militari, grandi patrimoni, capitali finanziari, opere speculative e dannose (come le autostrade Bre.Be.Mi, Bergamo-Treviglio o la TAV), i costi di una classe dirigente, anche locale, che ormai non gode più di alcun credito.
La protesta è partita dal piazzale della stazione intorno alle 9.30, poco prima dell’arrivo del premier Mario Monti in piazza Vittorio Veneto. Imponente lo spiegamento delle forze dell’ordine, ma non si è registrato nessun incidente.
In Porta Nuova la manifestazione è sfilata a cento metri dal palco da cui stava parlando il Premier e i cori di fatto hanno coperto, rendendolo incomprensibile, la seconda parte del suo intervento. Alle 11 il corteo si è sciolto.
A fronte del successo e la buona partecipazione che si è avuta nella manifestazione del coordinamento “Adesso basta” la Lega Lombarda, che pur aveva annunciato attraverso la stampa clamorose proteste, ha dimostrato platealmente la forte crisi di consensi che l’attanaglia anche in una realtà come la bergamasca, ritenuta da sempre un feudo del partito di Bossi. I leghisti si sono limitati a far passare un aereo a noleggio trainante uno striscione di protesta contro le tasse di Monti sopra il palco delle autorità, incapaci ormai di organizzare, anche nella roccaforte bergamasca, una protesta di massa degna di questo nome. Eppure altre proteste spontanee e contestazioni contro Monti si sono comunque levate dai cittadini presenti al giuramento anche se sono state subito represse dalle forze dell’ordine.
I questo contesto buona è stato il contributo dato alla riuscita della manifestazione dalla Federazione della Sinistra di Bergamo, e in particolare di Rifondazione Comunista molto attiva nella Bergamasca nel denunciare il progressivo impoverimento che sta colpendo drammaticamente i ceti popolari. Disoccupazione, licenziamenti e dismissioni industriali stanno infatti progressivamente erodendo le capacità economiche delle famiglie. Una situazione aggravata dal pregresso uso distorto del territorio e dagli alti costi della vita. La nostra è infatti una provincia in cui si stanno diffondendo fenomeni sconosciuti sino a non molto tempo fa come gli sfratti per morosità o il pignoramento delle abitazioni per debiti che sono ormai all’ordine del giorno e a cui ci opponiamo con i picchetti e l’autorganizzazione delle famiglie colpite. Una situazione socialmente disastrosa che spesso trova del tutto impreparata e insensibile la classe politica locale troppo occupata a trastullarsi in polemiche ideologico-partitiche prive di ogni reale significato sociale e incapaci di offrire valide soluzioni a chi si trova vittima della crisi. Una risposta che i comunisti indicano invece tramite la costruzione del partito sociale, cioè tramite l’autorganizzazione dal basso e attraverso le nuove forme di mutualismo.
Non deve tuttavia sfuggire che in una situazione sociale così difficile, soprattutto al profondo nord, la crisi potrebbe sfociare anche in un’ulteriore rafforzamento del consenso alla destra xenofoba e fascista che si trova il terreno arato da decenni di propaganda leghista.

Francesco Macario 
* segretario della Federazione del PRC-FdS di Bergamo

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