Contestazione
al presidente del consiglio Mario Monti, presente al giuramento dei
cadetti dell’Accademia della Guardia di Finanza, che ha sede a Bergamo,
ospite d’onore insieme a evasori, speculatori, banchieri e potenti vari,
ovvero coloro che questa crisi l’hanno provocata.Mario Monti è stato
contestato da un migliaio di manifestanti che hanno preso parte a un
corteo organizzato da “Adesso basta”, il coordinamento a cui hanno
aderito diverse organizzazioni, da Rifondazione comunista, al PdCI, i
Giovani Comunisti, il Movimento Studentesco, il centro sociale “Pacì
Paciana”, l’USB e altri collettivi, ma a cui non hanno aderito né SEL,
né l’IDV e nemmeno i grillini.
Il coordinamento “Adesso basta” ha invitato la cittadinanza
bergamasca a mobilitarsi individuando in Monti il fedele attuatore delle
politiche prescritte dalla BCE, che impongono sacrifici sempre alle
stesse persone: tasse totalmente inique, attacchi all’articolo 18 e ai
diritti del lavoro, allungamento dell’età pensionabile, tagli ai servizi
sociali, all’istruzione, alla sanità e alla cultura.
I manifestanti hanno ribadito di non essere più disposti a ulteriori
sacrifici, rifiutando le politiche di austerità di un governo di “unità
nazionale” che fa ricadere sulle spalle dei ceti popolari un debito che
non hanno contratto.
Forte la denuncia sul fatto che questo governo invece non sottrae un
centesimo a tutto ciò di cui potremmo certamente fare a meno: spese
militari, grandi patrimoni, capitali finanziari, opere speculative e
dannose (come le autostrade Bre.Be.Mi, Bergamo-Treviglio o la TAV), i
costi di una classe dirigente, anche locale, che ormai non gode più di
alcun credito.
La protesta è partita dal piazzale della stazione intorno alle 9.30,
poco prima dell’arrivo del premier Mario Monti in piazza Vittorio
Veneto. Imponente lo spiegamento delle forze dell’ordine, ma non si è
registrato nessun incidente.
In Porta Nuova la manifestazione è sfilata a cento metri dal palco da
cui stava parlando il Premier e i cori di fatto hanno coperto,
rendendolo incomprensibile, la seconda parte del suo intervento. Alle 11
il corteo si è sciolto.
A fronte del successo e la buona partecipazione che si è avuta nella
manifestazione del coordinamento “Adesso basta” la Lega Lombarda, che
pur aveva annunciato attraverso la stampa clamorose proteste, ha
dimostrato platealmente la forte crisi di consensi che l’attanaglia
anche in una realtà come la bergamasca, ritenuta da sempre un feudo del
partito di Bossi. I leghisti si sono limitati a far passare un aereo a
noleggio trainante uno striscione di protesta contro le tasse di Monti
sopra il palco delle autorità, incapaci ormai di organizzare, anche
nella roccaforte bergamasca, una protesta di massa degna di questo nome.
Eppure altre proteste spontanee e contestazioni contro Monti si sono
comunque levate dai cittadini presenti al giuramento anche se sono state
subito represse dalle forze dell’ordine.
I questo contesto buona è stato il contributo dato alla riuscita
della manifestazione dalla Federazione della Sinistra di Bergamo, e in
particolare di Rifondazione Comunista molto attiva nella Bergamasca nel
denunciare il progressivo impoverimento che sta colpendo drammaticamente
i ceti popolari. Disoccupazione, licenziamenti e dismissioni
industriali stanno infatti progressivamente erodendo le capacità
economiche delle famiglie. Una situazione aggravata dal pregresso uso
distorto del territorio e dagli alti costi della vita. La nostra è
infatti una provincia in cui si stanno diffondendo fenomeni sconosciuti
sino a non molto tempo fa come gli sfratti per morosità o il
pignoramento delle abitazioni per debiti che sono ormai all’ordine del
giorno e a cui ci opponiamo con i picchetti e l’autorganizzazione delle
famiglie colpite. Una situazione socialmente disastrosa che spesso trova
del tutto impreparata e insensibile la classe politica locale troppo
occupata a trastullarsi in polemiche ideologico-partitiche prive di ogni
reale significato sociale e incapaci di offrire valide soluzioni a chi
si trova vittima della crisi. Una risposta che i comunisti indicano
invece tramite la costruzione del partito sociale, cioè tramite
l’autorganizzazione dal basso e attraverso le nuove forme di mutualismo.
Non deve tuttavia sfuggire che in una situazione sociale così
difficile, soprattutto al profondo nord, la crisi potrebbe sfociare
anche in un’ulteriore rafforzamento del consenso alla destra xenofoba e
fascista che si trova il terreno arato da decenni di propaganda
leghista.
Francesco Macario
Francesco Macario
* segretario della Federazione del PRC-FdS di Bergamo
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