Risultati - Qualcuna è diventata perfino legge,
naturalmente un po’ modificata dagli altri gruppi consiliari. Fra le
tante è legge anche quella che fa del consiglio emiliano romagnolo forse
il palazzo della politica più trasparente che ci sia in Italia. Ed è
così che è saltato fuori per la prima volta il finanziamento pubblico al
partito (in questo caso gruppo) che il movimento di Grillo non ha
affatto disdegnato. I contributi ai gruppi consiliari sono per ogni
regione esattamente quello che i finanziamenti ai gruppi parlamentari
rappresentano a livello nazionale.
Soldi dei cittadini - Si tratta cioè di uno dei due
principali canali attraverso cui i soldi degli italiani finiscono –
volenti o nolenti – nelle casse dei partiti politici. Il canale più noto
è quello dei rimborsi elettorali, che il movimento di Grillo ha
apertamente rifiutato, non riscuotendo la somma messa a disposizione
secondo legge dalla Camera dei deputati. Il secondo canale è invece
quello dei finanziamenti ai gruppi, che a livello nazionale ammonta a
circa la metà del rimborso elettorale. A livello locale invece le
proporzioni si invertono. I grillini emiliani qualche sbandamento sui
soldi pubblici alla politica – forse per inesperienza – l’hanno avuto
fin dal primo giorno. Dissero che non avrebbero preso i rimborsi, ma
inviarono alla Camera una richiesta formale di erogazione. Quando saltò
fuori (come avrebbe potuto non essere rilevata?) farfugliarono
spiegazioni varie.
Confusi - Dissero che prima il movimento era incerto
sulla possibilità di non riscuotere la somma, e voleva prendere i soldi
per restituirli ai cittadini. Poi si accorsero che il rifiuto era
ammesso e decisero di non riscuotere, senza informare la Camera della
scelta fatta. Tutto bene poi quel che è finito bene: il rimborso
elettorale non l’hanno preso, restando coerenti con le promesse fatte
prima del voto. Dei finanziamenti ai gruppi consiliari non s’era invece
apertamente parlato, anche se se sono la stessa identica cosa. Questi sì
li hanno presi e pure spesi. Come? Quasi metà della somma per pagare
personale aggiunto al gruppo. Altri 28.209,31 euro se ne sono andate in
generiche «consulenze». I due consiglieri si sono erogati (con soldi dei
contribuenti) 10.892,59 euro di rimborsi spese extra status regionale
(hanno già un rimborso fisso mensile). Poco più di 4 mila euro sono
state non specificate «spese di rappresentanza». Altra voce generica,
gli 8.349,25 euro di «spese varie». Il resto se ne è andato in
pubblicazioni, indagini, documentazione, cancelleria, attrezzature e
372,82 euro di spese bancarie.
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