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In nome di questo mantra e dell’illusoria prospettiva di conferire maggiore “competitività” al Paese, i prodi scudieri di Monti si accingono a colpire le “pericolose e nocive lobby” dei tassinari, farmacisti, avvocati ed altri “nemici della Patria”. Ovviamente saranno colpiti più duramente quelli più deboli, a cominciare dai tassisti che però giustamente non ci stanno, mentre ci si guarda bene dal pregiudicare gli interessi dei veri poteri forti a cominciare dai petrolieri. E’ noto del resto che il governo Prodi si mosse nello stesso modo e per questo il centrosinistra perse in malo modo le elezioni successive regalandoci altri cinque anni di disastroso berlusconismo e l’attuale situazione di limbo democratico.
E’ bene dire con chiarezza che le liberalizzazioni servono solo a rafforzare il potere e la penetrazione del capitale finanziario che si vuole impadronire di tutto, dai trasporti ferroviari a quelli urbani, scatenando una nuova aggressiva guerra contro l’ambiente, con le trivelle che si apprestano a perforare il fondo marino, sacrificando quella che un tempo era una natura bellissima che il mondo ci invidiava, e a terminare di buchellerare il sottosuolo delle nostre città per realizzare inutili, dannosi e pericolosi parcheggi.
E’ necessario per difendere la competitività internazionale del Paese? E chissenefotte! Sarebbe ora che qualcuno cominciasse a rifiutare questa corsa al ribasso continuo delle condizioni di vita e di lavoro solo a vantaggio del profitto, questa continua distruzione dell’ambiente, questo vero e proprio suicidio di massa cui la società occidentale e quella europea in particolare si stanno avviando, minacciando di trascinare con sé tutto il pianeta. E poi non è vero che distruggendo un Paese se ne aumenta la competitività. Sono ben altre le scelte da fare, a cominciare dagli investimenti in ricerca ed innovazione. Ma Monti non ne è capace o meglio non vuole farlo, perché altri sono i suoi orizzonti da banchiere inveterato. Dopo il nano mafioso e sessodipendente ecco il “tecnico” tutto casa, Chiesa e banca, benedetto da vescovi e grandi potenze.
Ma un presidente del Consiglio normale? Non ce lo meritiamo?
Quello che certo è che le cosiddette liberalizzazioni significano in realtà un peggioramento pesante della situazione, come dimostra l’esempio britannico delle ferrovie con decine di vittime per incidenti mortali e un aumento vertiginoso dei costi (e dei profitti). Altro che efficienza! Liberalizzazione, per i padroni, significa libertà di modellare la società secondo le loro esclusive esigenze, libertà di licenziare, anzitutto.
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Fortissimo è il potenziale di ribellione innescato dalle politiche inique di questo governo. Bisogna dare una direzione precisa e costruttiva alle proteste per evitare che se ne impadroniscano forze di destra in ultima analisi subalterne ai poteri forti. Sarebbe ora che tutte le categorie minacciate da questo governo, e in particolare la classe operaia, prendessero esempio dai tassisti. Lotta dura contro chi ci vuole imporre la legge della giungla e la spaccia pure per grande conquista della civiltà! E tornare a votare il prima possibile per dare al Paese un Parlamento degno di questo nome!
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