Pare fantapolitica, ammesso che ci abbia capito qualcosa, eppure non
solo sta accadendo, ma è già successo, come hanno rilevato in molti ai
primi segnali del fenomeno rileggendo le pagine di storia dedicate a
Giannini, il fondatore dell’Uomo Qualunque. Nel ’46 prese 1,2 milioni di
voti (il 5,3%), un successone per un partito senza storia nato da un
giornale. I voti si dileguarono nel ’48, ma la sua vicenda lasciò una
scia durevole nella storia italiana perché insegnò alla società civile
italiana un trucchetto semplice semplice che funziona pressappoco così:
nella società albergano brutte abitudini, rendite, privilegi,
corporativismi, insomma elementi di arretratezza da rimuovere per fare
dell’Italia un Paese progredito? Una parte della società pone la
questione? Nessun problema fino a questo punto: l’importante è che non
lo faccia un SOGGETTO ORGANIZZATO, tipo i partiti o i sindacati. Finché
ne parla l’opinione pubblica non è un pericolo per i conservatorismi: le
riforme sono attuabili solo da ORGANISMI STRUTTURATI, non si quagliano
con il popolo in ordine sparso. Se della faccenda se ne occupano i
partiti, allora sì che si fa seria e i conservatorismi fanno scattare la
trappola: si travestono da POPOLO e incominciano ad impallinare i
partiti. Giannini nel dopoguerra favorì lo smantellamento del CNL e la
riorganizzazione dei settori legati al passato fascista per impedire il
rinnovamento sociale, ecco cosa c’era dietro la retorica dell’Uomo
Qualunque! Nei primi anni ’90 la corruzione rivelò tutta l’arretratezza
di una società civile e di un’imprenditoria che marciavano solo a ritmo
di tangenti come i più arretrati dei Paesi del mondo: bisognava mettere
mano a serie riforme in senso progressivo che però non furono mai fatte,
ecco cosa impedì il non-politico imprenditore!
Nel 2012 ……. E la storia continua.
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