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Invece l’immunità dei senatori che nemmeno si sa come eleggere perché un’apposita legge è di là da venire, rappresenta il vero fulcro del “cambia senato”, l’anima nera di una riforma voluta per sottrarre ancora più rappresentanza ai cittadini, sottraendo la camera alta a qualsiasi vaglio elettorale diretto e dando tutto il potere alle articolazioni regionali dei partiti. Cioè agli stessi impianti che hanno creato il Mose, l’Expo, la Tav e le altre mille operazioni grandi o piccole che seguono il solco. Il Senato che era di ostacolo al buon governo secondo le stravaganti teorie da bar degli omuncoli di governo e dei loro reggicoda mediatici adesso diventa utilissimo a fornire un’area di immunità e impunità a questi protagonisti di un inestricabile sistema affari – politica. Dunque a consolidare, anzi conferire una dignità costituzionale al sistema oligarchico che si va costruendo brandendo le parole d’ordine crisi, rinnovamento, il nuovo, le riforme, senza mai entrare nel merito come conviene a una recita infantile.
Altro che Senato innovativo o punto non fondamentale: questo pasticcio informe e abnorme ha come punto fondamentale quello di offrire guarentigie al sistema politico e, attraverso di esso alla classe dirigente nel suo complesso. Del resto ai distratti cittadini, intenti a fare i conti del mutuo, dell’afflitto o della cena e quindi non molto concentrati a fare due più due, è stata offerta una spiegazione grottesca e contraddittoria degli ultimi scandali: essi sarebbero dovuti alla pazza folla di leggi e normative che regolano le opere pubbliche. Dunque anche con la doppia lettura che frenerebbe il dinamismo parlamentare, è stato possibile creare una sovrabbondante legislazione per delinquere: il male risiede nella miseranda qualità della politica che oggi attraverso l’operazione Senato e Italicum è entrata in Costituzione.
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