di Silvia Bia, Il Fatto Quotidiano “Vergogna! Una volta che si fanno le promesse poi si mantengono!” Grida e insulti rivolti all’amministrazione Cinque stelle hanno interrotto la seduta del consiglio comunale di Parma.
Un gruppo di rappresentanti dell’Assemblea permanente contro gli inceneritori, che da settimane sta portando avanti la battaglia contro il forno di Ugozzolo,
ha fatto irruzione nell’aula del consiglio con striscioni, volantini e
magliette con la scritta “no inceneritore”. Dopo il blitz in Provincia
della scorsa settimana e i picchetti di fronte al cantiere di Ugozzolo
nel tentativo di bloccare le prime prove di combustione dei rifiuti,
l’Assemblea ha portato la protesta nel Comune governato
dai Cinque stelle, considerato responsabile per non avere fatto nulla
per fermare l’avvio del forno, come promesso invece in campagna
elettorale.
I manifestanti, una ventina circa, hanno prima organizzato un presidio
sotto i Portici del grano. Poi sono saliti in Municipio, dov’era in
corso la seduta, interrompendo gli interventi dei consiglieri e gridando
contro gli amministratori, in particolare contro le “promesse non
rispettate” dei Cinque stelle. Il sindaco Federico Pizzarotti,
simbolo della campagna elettorale Cinque stelle contro l’inceneritore
di Ugozzolo, non c’era di fronte ai manifestanti, assente perché
impegnato a Roma con l’Anci nel suo nuovo ruolo all’Ufficio della presidenza. A gestire la situazione è stato il presidente del consiglio Marco Vagnozzi, che ha chiesto l’intervento dei vigili urbani per liberare l’aula: “Non è questo il modo e non è questa la sede”.
“Grazie – hanno urlato i manifestanti – era questa la risposta che
volevamo”. E poi, prima di abbandonare la sala del consiglio tra cori di
protesta, si sono di nuovo rivolti contro i Cinque stelle. “Vergogna!
Adesso che siete seduti su quella poltrona, riscaldatela, grazie”.
Quindi hanno lanciato in mezzo alla sala dei volantini sulla
manifestazione nazionale no termo in programma il 15 giugno, per poi
essere allontanati dalle forze dell’ordine.
Dopo che i rappresentanti dell’Assemblea hanno lasciato l’aula, a prendere la parola è stato il consigliere Lucio De Lorenzi,
che ha respinto le accuse rivolte contro il gruppo consiliare. “Come
M5S non possiamo accettare atteggiamenti e insulti di questo tipo,
quindi stigmatizzo questo comportamento” ha detto, difendendo poi la
posizione dei consiglieri e della giunta. “Considero lesiva della nostra
storia l’accusa di essere seduti su questi scranni, perché arriva da
persone che non ho mai visto durante le manifestazioni contro
l’inceneritore né alle riunioni dell’associazione Gestione corretta
rifiuti, che ha due membri nella nostra giunta. Siamo l’unico partito
che si è da sempre schierato contro l’inceneritore”.
Giustificazioni che però, secondo l’Assemblea permanente no
inceneritori, non tengono. “Dopo un anno dalla vittoria di Pizzarotti –
ha attaccato Daniele Caroli – il Comune deve prendere una posizione
rispetto alle richieste dei cittadini, che sono contro l’accensione
dell’impianto. L’accensione dell’inceneritore rappresenta uno stop alla
democrazia in questa città”. Gli attivisti hanno ricordato le
assicurazioni di Beppe Grillo (“per accendere
l’inceneritore dovranno passare sul cadavere di Pizzarotti”) e fatto
notare come, di fronte ai cancelli del cantiere di Ugozzolo, a distanza
di un anno a lottare contro la multiutility Iren ci siano solo i membri
dell’Assemblea permanente, che per sabato ha organizzato una
biciclettata con tanto di concerto finale davanti al forno.
Nel frattempo però l’inceneritore ha cominciato a
bruciare, la sua entrata in funzione a pieno regime è prevista nei
prossimi giorni, anche se dalla prima accensione preliminare sono
piovuti esposti e denunce, anche da parte del Comune. L’amministrazione
Cinque stelle ha denunciato alla Procura della Repubblica la mancanza
del permesso edilizio nel cantiere, mentre Arpa ha presentato un esposto
su alcune anomalie riscontrate nei test di combustione, così come già
segnalato da una diffida della Provincia. Denunce che si aggiungono a
quelle presentate più volte dall’avvocato no termo Arrigo Allegri, che
ha partecipato alla protesta in consiglio insieme alla commissione Audit
per il debito pubblico, ricordando le numerose irregolarità che
riguardano l’iter di autorizzazione dell’impianto, dalla mancanza di una
gara pubblica all’abuso edilizio. Per il 5 giugno poi è attesa la
sentenza della Cassazione sulla richiesta di sequestro del cantiere
presentata dalla Procura, che potrebbe determinare lo stop all’impianto.
Intanto però l’Assemblea permanente continua il suo programma di
iniziative contro l’inceneritore, e l’accusa contro i Cinque stelle
rimane: “Di fronte ai cancelli di Ugozzolo dov’era l’amministrazione?”.
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