domenica 6 luglio 2014

Il governo vorrebbe controllare anche il Csm

Il governo vorrebbe controllare anche il Csm

Berlusconiani di tutto il mondo, uniti. È il governo Renzi, quello dove il presidente del consiglio occupa le tv, spara battute da drive in e cazzareggia su ogni argomento usando un linguaggio generico che solo alla terza letttura capisce che non ha detto un tubo. Mentre nelle stanze del potere di ogni ordine e grado si fa “un po' quel che cazzo ci pare”, come nella “casa delle libertà” di guzzantesca memoria.
Specie in materia di giustizia, naturalmente.
Così capita che alla vigilia del rinnovo del Consiglio superiore della magistratura (oggi e domani i magistrati italiani voteranno i loro rappresentanti, mentre il Parlamento nominerà i suoi con solito sistema Cencelli), un membro del governo si senta in diritto di mandare un sms per “consigliare” chi votare tra i tanti candidati.
E non uno qualsiasi (che sarebbe stato comunque gravissimo), ma addirittura un sottosegretario alla giustizia. Ossia uno che un potere di condizionamento burocratico dei giudici ce l'ha in via diretta. Uno che aveva già ricoperto la stessa carica nel governo Letta, ma come parlamentare di Forza Italia (con la scissione di Alfano è entrato nell'Ncd e quindi di nuovo a via Arenula).
Per colmo di ignominia istituzionale, Cosimo Ferri – il lanciatore di sms – è persino un magistrato, o ex, uno che il mestiere lo conosce e dovrebbe sapere meglio di tutti cosa è “opportuno” (anche se non espressamente vietato) in materia di divisione liberale dei poteri. Non basta ancora? No, naturalmente. È addirittura colui che lunedì scorso ha annunciato la Grande Riforma della giustizia in dodici punti. Il quarto dei quli, chiosa un esterrefatto Giovanni Bianconi sul Corriere della sera, recita: «Csm, più carriera per merito e non grazie all’appartenenza», affermazione di principio corredata da varie e ripetute considerazioni del premier non certo compiacenti verso il correntismo tra le toghe.
Ma la fine non esiste, inquesti casi. Da magistrato, Ferri è stato il leader (“indiscusso”, dicono tutti) della corrente di destra Magistratura Indipendente. Pare che lo sia rimasto anche “scendendo in politica”. E questo è in aperto contrasto appunto con la dichiarata volontà del governo di sposare la visione berlusconiana del “superamento delle correnti” a favore di un “merito” che in questo mestiere sembra difficile definire (se non da parte dei magistrati stessi).
E cosa ti fa, questo signore? Scrive a tutti i magistrati che conosce «Per le prossime elezioni Csm mi permetto di chiederti di valutare gli amici Lorenzo Pontecorvo (giudice) e Luca Forteleoni (pm). Ti ringrazio per la squisita attenzione». Quando dovrebbe bastare, per gli elettori, a cancellare definitivamente quei due dalla lista dei papabili.
Tanto più che risulta ormai indigeribile persino ai suoi colleghi di corrente (nomi famosi come Davigo, il procuratore capo di Torino, Maddalena, ecc, non fanno mistero di appoggiare candidati diversi. Di destra, sì, ma non agli ordini di questo o quel politico.
La berlusconeide renziana continua fino all'autodifesa del reprobo. Il quale non ritiene affatto di doversi dimettere da un ruolo per il quale si è dimostrato indegno, ma si lamenta pure! Che c'è di male a segnalare uno e due “amici” ad altri colleghi e amici (non per un'assunzione a un call center, ma per uno dei più importanti organi di governo della giustizia in questo paese...)? Per lui è “banale” campagna elettorale, non esercizio improprio di un potere...
«Ma la propaganda elettorale è tutta un’altra cosa! Io ho inviato un messaggio privato, sono un cittadino che conserva i propri diritti, e sono tuttora un magistrato che andrà a votare per il Csm e sceglierà i candidati che considera migliori. Poi sono anche uno che conosce tanta gente, quando mi sono candidato all’Anm ho preso più voti di tutti, 1.199, mi sembra normale condividere le mie idee. Da privato magistrato, ripeto, non da rappresentante del governo».
Uno e trino, quasi divino, la mano destra che non interferisce con la sinistra, un'identità poliedrica e multiforme che consente di sostenere una cosa come viceministro, un'altra come magistrato, un'altra ancora come politico di un partito (o cosa è l'Ncd...) e magari anche un'altra come privato cittadino.
Ci credete, voi? No, vero? Solo che questo sta nel governo Renzi, quello che dice che si deve “cambiar verso” al paese... Versacci vostri.

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