Aveva invitato tutti a "non sollevare gli spettri
dell'autoritarismo" nel valutare le conseguenze delle forme
costituzionali che il governo sta imponendo al Parlamento. mentendo,
naturalmente, perché anche costituzionalisti molto moderati - ultimo
Michele Ainis, sul Corriere della Sera - hanno dovuto ammettere
che in effetti, con il combinato disposto tra "riforma del Senato" e
"italicum - si crea una situazione potenzialmente golpista in cui chi
prende anche solo un voto in più per le elezioni alla Camera prende
tutto il potere possibile (governo, presidente della Repubblica, Csm).
Senza più alcun contrappeso istituzionale.
Non contento, Napolitano - al primo intoppo nella discussione della
"riforma" in Senato - ha convocato Pietro Grasso al Quirinale per dirgli
- in soldoni - che deve mandare avanti di corsa la discussione,
stralciando emendamenti, impedendo il voto segreto, riducendo i tempi
degli interventi, impedire l'ostruzionismo (di Sel! maddài...) ecc; pena
la "credibilità" delle istituzioni. Poi convoca anche Vendola, che non
resiste più di tanto alle sue pressioni. Perché quella riforma "è
necessaria". A chi e per che cosa, non ci è stato detto.
Proviamo noi a dipanare il mistero. Una "riforma costituzionale" di
questo genere - in combinato disposto cone la legge elettorale proposta
da Renzi e Berlusconi - costruisce un potere oligarchico che non deve
più renddere conto a nessuno, tantomeno agli elettori. Un potere così
dispotico è però "necessario" a mettere in moto quelle riforme
"strutturali" - mercato del lavoro, sanità, pensioni, istruzione,
welfare, salari, ecc - che altrimenti scatenerebbero proteste popolari,
cui magari qualche forza politica "dissidente" (al momento soltanto i
grillini, purtroppo) sarebbe tentata di far da sponda. "Ce lo chiede
l'Unione Europea", è ancora oggi lo slogan; appena corretto
dall'innovazione linguistica renziana "servono al paese".
Con la nuova architettura istituzionale, invece, il governo potrebbe
"asfaltare" qualsiasi protesta con la pura forza della polizia (un
anticipo lo stiamo vedendo con la stagione degli "sgomberi" delle
occupazioni, abitative e non), senza doversi preoccupare troppo dei
dissensi sul piano politico-parlamentare.
Stamattina il Pd ha immediatamente fatto capire di cosa si sta
parlando; è stata fatta sospendere la discussione e convocata la
riunione dei "capigruppo" di imporre lo stop all'ostruzionismo. Di
fatto, si chiederà a Grasso di applcare la "tagliola", evitando rischi
per parti ritenute "finamentali" del progetto di riforma.
E questo non è autoritarismo? L'operazione del regime è facilitata da
quanti, nella sinistra "radicale" e anche in quella che si ritiene
"antagonista", continuano a considerare come problema rilevante soltanto
"l'austerità". Senza capire che questa diventerà davvero una scure
violenta soltanto quando ci saranno le "istituzioni blindate" adatte a
metterla davvero in pratica.
Non per caso, nel lanciare il "Controsemestre popolare", le riforme
costituzionali sono uno dei temi principali della piattaforma di
mobilitazione.
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