giovedì 10 luglio 2014

Calabria, il morto che organizza il suo funerale e altre porcherie

Un ex presidente interdetto dai pubblici uffici, ma in piena attività istituzionale. Una legge elettorale pensata per essere impugnata. Anomalie italiane.

di Massimo Lauria, Popoffquotidiano.it
Giuseppe Scopelliti, l’ex governatore della Regione Calabria, condannato a sei anni di carcere per abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e interdizione perpetua dai pubblici uffici
Tutti si aspettano che entro il 18 luglio la governatrice in pectore della regione Calabria, Antonella Stasi, convochi le elezioni regionali anticipate. Ma in molti scommettono che si andrà in primavera, alla scadenza naturale del mandato, anche se la legislatura si sarebbe dovuta concludere nell’aprile scorso, con le dimissioni forzate dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti. I guai giudiziari del politico calabrese – condannato a sei anni di carcere per abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e interdizione perpetua dai pubblici uffici – non gli hanno però impedito di proseguire nella sua attività istituzionale, firmando atti in qualità di commissario alla sanità.
Un’anomalia che in qualunque altra regione avrebbe scatenato gli organi di informazione nazionali. Ma di Calabria in Italia si occupano in pochi. E nel frattempo l’ex governatore si è pure candidato alle elezioni europee, senza che il suo partito – l’Ncd di Angelino Alfano – se ne facesse un cruccio.
Ad aggravare la situazione c’è una legge elettorale pensata per essere impugnata, perché incostituzionale. La norma, infatti, prevede lo sbarramento al 15% per i partiti non in coalizione e una suddivisione insensata dei collegi elettorali, ricamata solo su tre delle cinque province calabresi, escludendo le altre due. Il sospetto è che il provvedimento sia stato studiato proprio per far perdere altro tempo prezioso e impedire le elezioni già per il prossimo autunno.
Un “Caso Calabria” mancato, di cui scrive solo una certa stampa locale, che rileva un’evidente contraddizione con la normale vita istituzionale della regione.
La Calabria ha bisogno di andare immediatamente al voto, dicono esponenti della sinistra calabrese. «Il tempo perso in questi mesi, è tempo rubato ai calabresi. Quasi due milioni di cittadini attendono il rilancio di un’economia schiacciata dall’insensato egoismo di una manciata di consiglieri regionali aggrappati alla loro poltrona».
Come sia possibile che Scopelliti controlli ancora la vita istituzionale della regione, anche come uomo della sanità locale, è una domanda che assilla molti. La ministra della sanità Beatrice Lorenzin – dello stesso partito dell’ex governatore – si limita a cancellare gli atti firmati da Scopelliti, mentre Angelino Alfano continua a tacere. Dall’altra parte lo stesso Pd di Renzi, al governo assieme all’Ncd, preferisce stare a guardare in una quasi totale immobilità.
Intanto Sel ha presentato in Parlamento un’interrogazione urgente per chiedere al governo se intenda rimuovere Scopelliti dalla carica di Commissario straordinario alla sanità, vista la sua storia, ma anche le vicende giudiziari di molti consiglieri calabresi.
«Dall’insediamento di Scopelliti alla Presidenza della Regione Calabria nel 2010 – scrivono i deputati di Sel – sono stati arrestati il consigliere Antonio Rappoccio eletto nella lista PRI-Scopelliti Presidente per voto di scambio e truffa, il consigliere regionale Santi Zappalà eletto nella lista del PDL, e condannato, il 15 giugno 2011 dal gup di Reggio a quattro anni di reclusione per corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose, il consigliere regionale Francesco Morelli eletto nelle liste del PDL nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano per presunti rapporti con la cosca della ‘ndrangheta Lampada-Valle; numerosi altri consiglieri e candidati nelle liste a sostegno di Scopelliti sono indagati o sono stati arrestati per reati altrettanto gravi negli ultimi tre anni e mezzo».
Lo spettacolo offerto da quasi tutti i cinquanta consiglieri regionali, che non si decidono a trovare un accordo per il voto, è deprimente. Molti di loro lasceranno il palazzo della Regione già dalla prossima legislatura, per non tornare mai più. Nel frattempo, pensa qualcuno, sfruttano tutti i vantaggi della carica.
Ma le contraddizioni nella Calabria di Scopelliti non sono finite. La legge elettorale nel frattempo è stata impugnata dal governo, per forte sospetto di incostituzionalità. La faccenda è delicata. Il rischio è di far passare altro tempo, perché andare al voto con quella norma potrebbe voler dire annullare le elezioni in un prossimo futuro. E se i consiglieri chiederanno di rimettere mano al provvedimento, la data delle elezioni slitterà di quasi un anno.
Insomma, nella Regione in cui il segretario generale del Consiglio regionale firma da morto la sospensione della seduta di bilancio per consentire l’allestimento per la propria camera ardente, molte cose devono essere rimesse a posto. «Questo è un esempio che rende molto il clima che si respira, in cui la legge è una variabile indipendente», ci dice qualcuno.

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