Mercoledì 13 febbraio alle ore 18.00
Presso la Libreria Feltrinelli
di Perugia in Corso Vannucci
Il signore di Siena, messo a capo delle banche d’Italia, nella sua caduta mette a nudo le crepe nel Palazzo della politica.
Scosso dal terremoto del Monte dei Paschi il sistema dominante pretende di liquidare la questione come se si trattasse di poche mele marce.
Ma quella del Mps è solo la punta di un gigantesco iceberg, di una finanza speculativa in cui aggiotaggio, inganno, truffa, sono il pane quotidiano.
Le scalate truccate, le scommesse sui titoli tossici, i conflitti d’interesse, le manipolazioni dei bilanci a danno di risparmiatori e azionisti sono l’ordinaria amministrazione.
Oggi si raccolgono i frutti avvelenati degli sconvolgimenti subiti dal sistema finanziario e bancario italiano nel tortuoso percorso di avvicinamento all’euro. Per entrare nell’euro-zona, per giocare nelle bische del capitalismo casinò, occorreva sganciare la Banca d’Italia dal Ministero del Tesoro (1981), privatizzare le banche e trasformarle in banche d’affari (1990), avviare colossali processi di concentrazione monopolistica, gettare il debito italiano sui mercati finanziari internazionali.
Il legame già perverso tra banche, malaffare e partitocrazia è così diventato micidiale. Si è andata costituendo una vera e propria cupola occulta che si è messa sotto i piedi la Costituzione, le leggi, la democrazia.
Secondo i voleri degli ”incappucciati della finanza” dei quali scriveva Federico Caffè.
Scosso dal terremoto del Monte dei Paschi il sistema dominante pretende di liquidare la questione come se si trattasse di poche mele marce.
Ma quella del Mps è solo la punta di un gigantesco iceberg, di una finanza speculativa in cui aggiotaggio, inganno, truffa, sono il pane quotidiano.
Le scalate truccate, le scommesse sui titoli tossici, i conflitti d’interesse, le manipolazioni dei bilanci a danno di risparmiatori e azionisti sono l’ordinaria amministrazione.
Oggi si raccolgono i frutti avvelenati degli sconvolgimenti subiti dal sistema finanziario e bancario italiano nel tortuoso percorso di avvicinamento all’euro. Per entrare nell’euro-zona, per giocare nelle bische del capitalismo casinò, occorreva sganciare la Banca d’Italia dal Ministero del Tesoro (1981), privatizzare le banche e trasformarle in banche d’affari (1990), avviare colossali processi di concentrazione monopolistica, gettare il debito italiano sui mercati finanziari internazionali.
Il legame già perverso tra banche, malaffare e partitocrazia è così diventato micidiale. Si è andata costituendo una vera e propria cupola occulta che si è messa sotto i piedi la Costituzione, le leggi, la democrazia.
Secondo i voleri degli ”incappucciati della finanza” dei quali scriveva Federico Caffè.
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