La
Cgil è preoccupata per la tenuta sociale del Paese, perché a giugno la
fine della cassa integrazione e l'aumento delle tasse e delle tariffe
potrebbe determinare tensione sociale. La Cgil si accorge, quando i buoi
sono scappati, che c'è un problema nel Paese, ma evidentemente
dimentica che quando Monti determinava le condizioni che ci avrebbero
portato in questa situazione, il maggior sindacato italiano metteva la
testa -e gli scioperi generali- sotto la sabbia. La speranza della
Camusso era la solita, non facciamo troppo casino al PD e a Monti, per
aprire poi la stagione della concertazione una volta andati al Governo.
Come tutti sanno però i conti non sono tornati e proprio in queste ore
Bersani sta salendo al Colle per dire che non c'è trippa per gatti.
Finisce così, ancora prima di iniziare, la geniale strategia al ribasso
della Camusso e della sua segreteria, come quella di chi sperava di
contrattare con il Governo tedesco qualche spicciolo per rilanciare
l'economia (Fassina). La bugia di un centro sinistra riformista ( parola
questa da abrogare) insomma sembra essere finita, e Renzi a breve
contribuirà a fare ulteriore chiarezza. La fine di Bersani però è più di
un fallimento personale, a terminare con lui è una cultura politica,
interpretata da una generazione di ex, che è stata mangiata dal
liberismo. Ad essere sconfitti con Bersani insomma sono anche tutti
quelli che in nome della logica maggioritaria si sono adagiati al
bipolarismo, hanno utilizzato Berlusconi come utile avversario per farci
ingoiare precarietà e liberalizzazioni. A far saltare i giochi della
nuova governance è stato lo Tsunami di Grillo e la non disfatta di
Berlusconi, Monti da un lato e Bersani dall'altro sono i veri sconfitti
di queste elezioni politiche. Per Bersani però la sconfitta è
definitiva, mentre l'agenda Monti continuerà ad andare avanti. Chi pensa
infatti che basti la sconfitta di Bersani per cambiare le cose commette
un imperdonabile errore. Le dinamiche della Governance liberista hanno
una certa capacità di adattarsi alle fasi di evoluzione del sistema
politico. Ciò è senza dubbio facilitato dall'instabilità che queste
elezioni hanno determinato, e ancora di più dalla difficoltà del M5s che
non riesce ( o non vuole) aprire il conflitto per rovesciare le
politiche di austerity che l'Europa ci impone. Aver evitato in questi
giorni di mettere al centro della discussione politica la crisi e chi
l'ha provocata per concentrarsi solo sul tema dei costi della politica,
ha spianato la strada al pilota automatico di Mario Draghi ed al Governo
del Presidente. Un errore questo che il M5s rischia di pagare caro. Le
trombe dello Spread infatti hanno già iniziato a suonare con più
intensità e presto il nome del salvatore della patria apparirà sui
grandi schermi.
Grillo tra Draghi e Monti
«Se
l'Italia è senza governo ha però un Parlamento che può già operare per
cambiare il Paese. Non è necessario un governo per una nuova legge
elettorale o per avviare misure urgenti per le pmi o per i tagli delle
Province. Il Parlamento le può discutere e approvare se solo volesse sin
da domani». Queste parole che ha scritto oggi Grillo nel suo Blog
andrebbero prese e messe vicino all'intervista di Mario Draghi di
qualche settimana fa nella quale il presidente della BCE diceva di non
essere preoccupato per l'esito delle elezioni in Italia perchè tanto
c'era il pilota automatico. Il pilota automatico di cui parlava Draghi
altro non era che il Fiscal Compact, ovvero il patto fiscale che obbliga
questo paese a finanziarie durissime senza badare al colore dei governi
che verranno. Se a questo si aggiunge che quanto proposto da Grillo ha
come conseguenza diretta la prosecuzione del Governo Monti dimissionario
il gioco è fatto. Banche e classi dominanti applaudiranno fino a
spellarsi le mani per vedere concretizzata una proposta del genere.
Primo perchè Monti continuerà cosi a sedere nei tavoli europei dove
s'impostano le linee di fondo delle politiche di austerity senza che
nessuno possa sfiduciarlo dato che è dimissionario, secondo perchè la
legge sulla stabilità ( il pilota automatico di Draghi ) verrà attuata
per via ordinaria dall'attuale governo continuando così il macello
sociale senza che nessuno possa intervenire nell'immediato. Da segnalare
inoltre,come nello scritto di Grillo manchi completamente ancora una
volta la messa in discussione dei trattati internazionali che sono i
veri nodi che dovrebbero essere inseriti nel dibattito in queste ore. Se
questi sono quelli che ci dovrebbero portare fuori dalla crisi allora
stiamo freschi.
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