Il sindacato di Bonanni fa soldi con l’informatica, le
assicurazioni, i viaggi e la pubblicità. E tra soci e partner spuntano
finanziarie lussemburghesi, fiduciarie, colossi bancari esteri e una
società messicana. Il tutto mentre nel paese ci sono 3 milioni di
disoccupati e 2,8 mln di precari
E’ un’autentica galassia nella quale convivono società d’investimento
lussemburghesi, fiduciarie e colossi bancari esteri. Un reticolo di
partecipazioni azionarie e accordi commerciali che conducono addirittura
in Messico. Se si provasse a immaginare chi si muove dietro uno
scenario di questo tipo verrebbe alla mente, come minimo, un raider
finanziario di livello mondiale. E invece al centro del caleidoscopico
sistema c’è la Cisl. Già, proprio il sindacato, oggi guidato da Raffaele
Bonanni, che nel corso degli anni sembra aver messo al centro dei suoi
interessi il business. Il tutto in un momento di crisi in cui in Italia,
come qualche giorno fa ha certificato l’Istat, ci sono 3 milioni di
disoccupati (11,7 per cento) e 2,8 milioni di precari. Carte alla
mano,lanotiziagiornale.it è in grado di documentare i poliedrici affari
che stanno montando intorno al sindacato di via Po.
Eustema, la gallina dalle uova d’oro. C’è una società romana che negli ultimi tempi sta facendo soldi a palate grazie alla pubblica amministrazione italiana. Si chiama Eustema e il suo core business sono consulenza tecnologica e produzione di software, attività grazie alle quali ha chiuso il 2011 con un fatturato da 40,3 milioni di euro e utili per 1,2. Nel 2012, poi, la società si è aggiudicata due maxiappalti per servizi da fornire all’Inail. L’ultimo, bandito all’epoca dalla Consip (centrale acquisti del ministero dell’economia) per la manutenzione e lo sviluppo di tutti i siti internet dell’Inail, è stato vinto da Eustema in coppia con Accenture. Sul piatto la bellezza di 14 milioni di euro. Poco tempo prima, questa volta con un drappello di società, Eustema si era aggiudicata due lotti da complessivi 26,2 milioni per lo sviluppo di software per la gestione di contabilità, patrimonio, personale e comunicazione dell’istituto oggi guidato da Massimo De Felice. Ebbene, di chi è Eustema? Semplice, attraverso le due holding Finlavoro e Innovazione Lavoro, che ne detengono rispettivamente il 35,5 e il 33,6 per cento, fa capo proprio alla Cisl. Ma le sorprese devono ancora arrivare. Il 28,8% del capitale di Eustema, infatti, fa capo a una società informatica che si chiama E-World Consultant, dietro alla quale si trovano due fiduciarie. La prima si chiama Unione Fiduciaria e fa capo al mondo della banche popolari italiane (compaiono Banca popolare dell’Emilia Romagna, Banca popolare di Sondrio, Banco Popolare, Banca popolare di Milano e Ubi Banca). La seconda si chiama Servizio Italia, e per il 100% fa addirittura capo al colosso creditizio francese Bnp Paribas. E’ appena il caso di ricordare che la società fiduciaria è una sorta di schermo, uno strumento al quale ci si affida per far amministrare beni senza rendere pubblica la propria partecipazione, in pratica senza metterci “la faccia”. Infine il residuo 2% di Eustema è in mano a Postecom, società tecnologica di Poste, il gruppo pubblico guidato da Massimo Sarmi con cui la Cisl ha un tradizionale rapporto. Qualche mese fa Eustema ha addirittura lanciato lo sguardo fuori dall’Italia. E così ha sottoscritto un accordo di partnership con Neoris, un gruppo informatico che ha sede a Miami ma è controllato da Cemex, colosso messicano che produce cemento e fattura qualcosa come 44 miliardi di dollari l’anno. Con l’apporto di Neoris, in sostanza, Eustema punta a presentarsi ancora più forte alla cuccagna degli appalti pubblici nostrani.
Eustema, la gallina dalle uova d’oro. C’è una società romana che negli ultimi tempi sta facendo soldi a palate grazie alla pubblica amministrazione italiana. Si chiama Eustema e il suo core business sono consulenza tecnologica e produzione di software, attività grazie alle quali ha chiuso il 2011 con un fatturato da 40,3 milioni di euro e utili per 1,2. Nel 2012, poi, la società si è aggiudicata due maxiappalti per servizi da fornire all’Inail. L’ultimo, bandito all’epoca dalla Consip (centrale acquisti del ministero dell’economia) per la manutenzione e lo sviluppo di tutti i siti internet dell’Inail, è stato vinto da Eustema in coppia con Accenture. Sul piatto la bellezza di 14 milioni di euro. Poco tempo prima, questa volta con un drappello di società, Eustema si era aggiudicata due lotti da complessivi 26,2 milioni per lo sviluppo di software per la gestione di contabilità, patrimonio, personale e comunicazione dell’istituto oggi guidato da Massimo De Felice. Ebbene, di chi è Eustema? Semplice, attraverso le due holding Finlavoro e Innovazione Lavoro, che ne detengono rispettivamente il 35,5 e il 33,6 per cento, fa capo proprio alla Cisl. Ma le sorprese devono ancora arrivare. Il 28,8% del capitale di Eustema, infatti, fa capo a una società informatica che si chiama E-World Consultant, dietro alla quale si trovano due fiduciarie. La prima si chiama Unione Fiduciaria e fa capo al mondo della banche popolari italiane (compaiono Banca popolare dell’Emilia Romagna, Banca popolare di Sondrio, Banco Popolare, Banca popolare di Milano e Ubi Banca). La seconda si chiama Servizio Italia, e per il 100% fa addirittura capo al colosso creditizio francese Bnp Paribas. E’ appena il caso di ricordare che la società fiduciaria è una sorta di schermo, uno strumento al quale ci si affida per far amministrare beni senza rendere pubblica la propria partecipazione, in pratica senza metterci “la faccia”. Infine il residuo 2% di Eustema è in mano a Postecom, società tecnologica di Poste, il gruppo pubblico guidato da Massimo Sarmi con cui la Cisl ha un tradizionale rapporto. Qualche mese fa Eustema ha addirittura lanciato lo sguardo fuori dall’Italia. E così ha sottoscritto un accordo di partnership con Neoris, un gruppo informatico che ha sede a Miami ma è controllato da Cemex, colosso messicano che produce cemento e fattura qualcosa come 44 miliardi di dollari l’anno. Con l’apporto di Neoris, in sostanza, Eustema punta a presentarsi ancora più forte alla cuccagna degli appalti pubblici nostrani.
Finlavoro, la holding di partecipazioni “sindacali”. Altra
consistente parte degli affari della Cisl passa attraverso Finlavoro, in
pratica la finanziaria del sindacato di via Po. A fine 2011, tanto per
dirne una, nella sua pancia risultavano 1 milione e 70 mila euro di
quote detenute in fondi comuni d’investimento. Tra le più importanti
partecipazioni di Finlavoro c’è il 40% della Edizioni Lavoro. Si tratta
della casa editrice del sindacato, attiva non soltanto nel settore dei
manuali e dei saggi tematici, ma anche in quello dei romanzi. Forte di
ricavi 2011 per 556 mila euro, anche la Edizioni Lavoro presenta
interessanti sorprese nel suo azionariato. Il 60%, infatti, è in mano
alla Avagliano Editore, che a sua volta è controllata dalla Repas lunch
coupon, ossia una delle società leader nel settore dei buoni pasto in
diverse regioni italiane. Ebbene, azionista di maggioranza della Repas,
con 64,8%, è la Dynasty Investments, una società con sede a Lussemburgo.
Accanto alla quale, con il 7,9%, troviamo la Fedra, ovvero l’ennesima
fiduciaria il cui capitale è da ricondurre a Banca Finnat, l’istituto
della famiglia Nattino tradizionalmente vicino al Vaticano. E per non
farsi mancare niente, nei piani bassi della Finlavoro si sistemano altre
4 società partecipate. Ce n’è per tutti i gusti. La Assisind, che
fattura circa 300 mila euro l’anno, si occupa di assicurazioni. La Poker
Travel Viaggi, anch’essa intorno ai 300 mila euro di ricavi, opera come
agenzia di viaggio. La Apogeo Servizi, di giovane età visto che è stata
fondata nel 2009, agisce come concessionaria pubblicitaria di Labor tv,
il canale televisivo della Cisl. Infine la Euro Esse, che era nata
sotto gli auspici di diventare un centro di ricerche e sondaggi, ma che
da due anni è in liquidazione.
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