mercoledì 13 marzo 2013

Berlusconi salvato da Napolitano... e dall'Europa di Giorgio Cremaschi


Cremaschi: "Se vogliamo cambiare, dobbiamo sapere che la liberazione dalla casta e dall'Europa dell'austerità sono la stessa cosa".
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano comprende Berlusconi e vuole garantirne il ruolo politico, nonostante i reati di cui egli è accusato. Non c'è da stupirci, questa è l'Europa reale che ci governa.

Che c'entra l'Europa? Ma davvero si crede che le istituzioni europee, di cui il Presidente della Repubblica è fermo sostenitore, siano interessate alla moralizzazione della vita pubblica italiana?
Guardiamo alla Grecia. Là il governo che piace alle istituzioni europee è quello che ha accettato quei memorandum, imposti dalla Troika, che hanno ridotto alla fame la maggioranza della popolazione.
Per giustificare quei brutali ordini di massacro sociale, i sostenitori della politica della Banca e della Commissione europee e del Fondo Monetario Internazionale, hanno spesso affermato che la Grecia paga così i duri costi della politica dissennata dei governi corrotti che si sono succeduti prima della crisi.
Già ma chi governa lì adesso? Proprio quei due partiti di centrodestra e centrosinistra che si sono alternati nella guida del paese. E il capo attuale del governo appartiene a quel centro destra accusato di aver falsificato i conti per entrare nell'euro.
Gli incendiari sono stati nominati pompieri e alle istituzioni europee questo va benissimo, purché siano il popolo greco a pagare e le banche a guadagnare.
Nulla da stupirsi dunque se il Presidente della Repubblica difende un pluri incriminato nel nome della governabilità. Questo non è un evento che viene solo dai percorsi della sinistra riformista e dalla sua storica subalternità alla cultura politica di Craxi e dei suoi discepoli.
C'è il potere europeo di mezzo, quel potere che ci ha imposto il governo Monti invece di farci votare più di un anno fa, quel potere che ora festeggerebbe se ci fosse la continuità della stessa maggioranza che quel governo ha sostenuto.
Il Presidente della Repubblica non ha avuto nulla da obiettare al vergognoso mancare di parola del governo italiano con l'India, una delle grandi potenze emergenti del mondo, atto che ci costerà caro sul piano degli affari oltre che su quello politico e morale.
Il Presidente della Repubblica tutela il diritto di Berlusconi a fare politica, nonostante questi sia sottoposto a processi che in altri paesi europei lo avrebbero già posto fuori dalle istituzioni.
Non è autonomia o orgoglio nazionale tutto questo, è obbedienza ai signori dello spread. Che furbescamente Berlusconi ricatta, minacciando la crisi totale se non viene, per l'ennesima volta, salvato.
Smettiamola quindi di considerare le istituzioni europee l'antidoto a Berlusconi. Quelle istituzioni hanno un solo interesse, che in Italia si continui a pagare come in Grecia. Se la casta garantisce la continuità dell'austerità e del massacro sociale, che viva la casta.
Questa l' Europa che il Presidente della Repubblica difende e da qui la tutela offerta a Berlusconi. Se vogliamo cambiare, dobbiamo sapere che la liberazione dalla casta e dall'Europa dell'austerità sono la stessa cosa.

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