Oggi siamo costretti a rilevare che c'è anche la Costituzione di fatto. I parlamentari non rappresentano più la nazione senza vincolo di mandato, ma sono semplici portavoce e meri esecutori di leader extraparlamentari (Grillomao, Berlusca, Renzie).
Le Camere sono libere di legiferare a vanvera sull'onda di presunte emergenze mediatiche ("sicurezza", droga, immigrazione) o di smaccati interessi personali (falso in bilancio, prescrizione, lodi Alfano).
Le Camere sono libere di legiferare a vanvera sull'onda di presunte emergenze mediatiche ("sicurezza", droga, immigrazione) o di smaccati interessi personali (falso in bilancio, prescrizione, lodi Alfano).
Il presidente della Repubblica, che per altro interviene normalmente su tutti i ministeri convocando, perorando e correggendo, poi invece timbra e firma qualunque legge in attesa che la Corte Costituzionale - spesso a babbo morto - le dichiari illegittime e le faccia a pezzi.
Il capo dello Stato forma maggioranze e governi secondo libere alchimie, nel costante sforzo di stupire e amareggiare quel 60% di italiani che ancora va a votare. Il presidente del Consiglio viene sostituito sulla base dell'esito delle primarie del Pd.
Si stanno spartendo per l'ennesima volta in pochi anni una piazza soffocata dalle macchine e dalle bancarelle. Si scambiano i berretti, ma restano parcheggiatori abusivi.
Si stanno spartendo per l'ennesima volta in pochi anni una piazza soffocata dalle macchine e dalle bancarelle. Si scambiano i berretti, ma restano parcheggiatori abusivi.
2 - AVANTI IL PROSSIMO!
Una staffetta con il testimone avvolto nel filo spinato. Ecco che si prepara nel laboratorio di drammaturgia in streaming del Nazareno. "Renzi non cede, Letta verso le dimissioni", titola in prima la Repubblica dei renziani. Dentro, spazio alle durezze del Rottam'attore ("Lui non è lì per meriti suoi, ce lo ha messo il Pd") ma anche alle moine: "Lascia, entrerai nel nuovo governo'. Renzi: ‘Il Pd dirà che hai svolto un buon lavoro, ma è arrivato il tempo di una nuova fase" (pp. 3-4). E naturalmente non poteva mancare neppure "il rischio scissione", con "il timore che il premier possa mettersi a capo di una nuova forza politica" (p. 6).
Una staffetta con il testimone avvolto nel filo spinato. Ecco che si prepara nel laboratorio di drammaturgia in streaming del Nazareno. "Renzi non cede, Letta verso le dimissioni", titola in prima la Repubblica dei renziani. Dentro, spazio alle durezze del Rottam'attore ("Lui non è lì per meriti suoi, ce lo ha messo il Pd") ma anche alle moine: "Lascia, entrerai nel nuovo governo'. Renzi: ‘Il Pd dirà che hai svolto un buon lavoro, ma è arrivato il tempo di una nuova fase" (pp. 3-4). E naturalmente non poteva mancare neppure "il rischio scissione", con "il timore che il premier possa mettersi a capo di una nuova forza politica" (p. 6).
Il Corriere delle banche risponde alla vera domanda che circola nel Palazzo in queste ore: quali oscuri consiglieri hanno spinto Renzie (e il Corriere stesso) a tradire Lettanipote e marciare subito sul governo, senza passare dal voto delle plebi? Lo svela Aldo Cazzullo in prima pagina: "Più che dal finanziere Davide Serra e dalle Cayman, per entrare nel mondo di Renzi bisogna passare dal parrucchiere Tony Salvi e dal suo salone di bellezza, via Sant'Agostino 20, Oltrarno. Qui, nel quartiere fiorentino che preferisce, il sindaco viene tre volte la settimana". Gli pettinano il ciuffo, gli fanno una lampada e poi via, avanti con la rottamazione delle élite.
L'ennesimo psicodramma di un partito che si è già illustrato nelle votazioni per il Quirinale viene raccontato da Carlo Bertini per la Stampa: "E nel Pd scatta l'incubo peggiore. Votare in Aula la sfiducia al premier. L'amarezza di Fioroni: ‘Perché mandiamo le due maggiori risorse del partito a sfracellarsi a 300 all'ora?" (p. 5).
Assai crudo il Cetriolo Quotidiano: "Partito Distrutto. La resa dei conti per Palazzo Chigi manda in frantumi il Pd. L'incontro Letta-Renzi finisce a pesci in faccia, con il giallo delle dimissioni poi ritirate. Il premier non molla e accusa: ‘Vuoi il mio posto? Dillo'. E presenta un programma di legislatura. Il segretario furioso ribatte: ‘Non sei Andreatta, al massimo un Andreotti in miniatura. Ti aspetto in direzione'. Lì oggi il Nipote sarà sfiduciato".
Che Lettanipote non sia Andreatta si capisce anche da come ha fatto i conti su "Impegno Italia". Impietoso il Giornale: "Letta punta i piedi e s'inventa 32 miliardi che non esistono. Per restar in sella il premier annuncia risorse non contabilizzate nella legge di Stabilità" (p. 2).
3 - E RIPARTE POLTRONISSIMA!
Che stress per i lobbisti quest'Italia che cambia continuamente governo. Per il Corriere, "Il totoministri procede: in crescita Boschi e Giachetti. Sarebbero confermati Delrio e Bonino. Bini Smaghi o Guerra all'Industria, Epifani al Lavoro. Spunta anche il nome della Reichlin" (p. 5). Anche la Stampa punta sulla figlia del mitico Alfredo: "Squadra in rosa, all'Economia Reichlin in pole position. Bonino resterebbe, Boschi alle Riforme al posto di Quagliariello
Che stress per i lobbisti quest'Italia che cambia continuamente governo. Per il Corriere, "Il totoministri procede: in crescita Boschi e Giachetti. Sarebbero confermati Delrio e Bonino. Bini Smaghi o Guerra all'Industria, Epifani al Lavoro. Spunta anche il nome della Reichlin" (p. 5). Anche la Stampa punta sulla figlia del mitico Alfredo: "Squadra in rosa, all'Economia Reichlin in pole position. Bonino resterebbe, Boschi alle Riforme al posto di Quagliariello
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