Leggo commenti su questa fase politica che mi lasciano molto
perplesso: semplificazioni di una realtà che è molto brutale per la
sinistra e i comunisti. Rispuntano formule magiche superate dalla
realtà, il centro-sinistra per il governo del Paese, si accreditano
personaggi che hanno operato nella direzione indicata dalla BCE, Fassina
– Civati, si rimette in discussione la questione dell’alternatività al
Pd con il pretesto di prestare attenzione alla sua dialettica interna,
contrassegnata come sempre da un grado di opportunismo senza eguali. Non
ci siamo.
Credo che la politica sia un fatto umano razionale, le azioni
politiche sono presiedute da logiche razionali che discendono dalla
dialettica dei rapporti di forza: economici, sociali e quindi politici.
Per questa ragione se esaminiamo gli interessi ed il blocco sociale di
cui è espressione Renzi possiamo prevedere il genere di provvedimenti
che farà e negli interessi di chi saranno. E’ una questione razionale:
non buoni contro cattivi, non serve la palla di vetro.
Noi dobbiamo operare per cambiare i rapporti di forza concreti, reali, non inseguire su un terreno politicamente sbagliato gli altri ma portare il cosiddetto “popolo della sinistra” – non questo ceto politico – verso di noi. Sono due cose diverse! Razionalmente i comunisti devono porsi contro, in alternativa, a Renzi e al Pd, all’austerity e al PSE: per l’analisi che noi compiamo di questi fenomeni politici non in ragione di antipatie o logiche strumentali di piccolo cabotaggio.
Noi dobbiamo operare per cambiare i rapporti di forza concreti, reali, non inseguire su un terreno politicamente sbagliato gli altri ma portare il cosiddetto “popolo della sinistra” – non questo ceto politico – verso di noi. Sono due cose diverse! Razionalmente i comunisti devono porsi contro, in alternativa, a Renzi e al Pd, all’austerity e al PSE: per l’analisi che noi compiamo di questi fenomeni politici non in ragione di antipatie o logiche strumentali di piccolo cabotaggio.
La mancanza di un’alternativa di sinistra credibile oggi, per i
limiti gravissimi soggettivi delle forze comuniste, non può indurci a
far nostre le ragioni dei nostri carnefici, a moderarci, a
comprometterci.
Questa consapevolezza deve quindi indurci a promuovere –
fattivamente, concretamente – un’iniziativa politica volta a
scompaginare l’attuale quadro: ad aprire dei varchi affinché chi oggi
rifluisce sulle opzioni politiche maggioritarie possa vedere in noi una
valida alternativa, non una copia sbiadita dell’esistente. Non si può
sempre e soltanto aspettare le mosse degli altri, in tal caso saremo noi
ad andare verso le posizioni altrui. E’ un film già visto, di questo
passo accadrà di nuovo. Togliamoci questa cappa di moderatismo, non
raccontiamoci favole, bisogna fare ciò che si è fatto in tutta Europa:
rompere con l’austerity ed essere politicamente conseguenti. Quando la
promuovono i comunisti una manifestazione contro l’austerity? Il 12
aprile che vogliamo fare? A chi dobbiamo chiedere il permesso? A Civati,
a Vendola, alla Spinelli o alla Camusso? E poi basta con questa attesa
del messia che risolverà i nostri problemi: ma di cosa parliamo?
Cerchiamo di essere razionali…
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