Il
valore aggiunto della lista per “Tsipras presidente” inizia con
queste elezioni europee, ma non si ferma qui. E’ la prima vera
occasione per creare una alleanza tra le forze sociali, economiche
e culturali del Sud-Europa, per spostare il baricentro dell’Ue
verso il Mediterraneo, dopo la lunga marcia verso est condotta
sotto l’egemonia tedesca. Dobbiamo ricordarci che i primi passi verso
l’Unione Europea sono partiti proprio dal nostro paese (Conferenza
di Messina 1955, Trattato di Roma 1957 che istituisce la Cee) e che
oggi l’Italia può riacquistare un ruolo se diventa punto di incontro
euro-mediterraneo, e non più l’avamposto bellicoso della fortezza
europea che affoga nel mare i suoi vicini dell’altra sponda.
Per questo obiettivo val la pena
mobilitarsi, senza fermarsi al momento elettorale. Anche se, come
pensiamo e speriamo, la lista per Tsipras avrà successo, abbiamo
bisogno di costruire una alleanza duratura tra i paesi del Sud Europa,
e tra questi ed i paesi del Mediterraneo, in campo economico,
sociale e culturale. Non in contrapposizione alla Germania e ai
suoi satelliti, ma per cambiare un modello economico e sociale
fallimentare.
Una solida alleanza in grado di
negoziare da posizioni di forza il debito insostenibile che ci
portiamo addosso come una condanna a morte. Dobbiamo rendere
visibile questa nuova alleanza politica che nasce oggi con le
elezioni europee, costruendo liste transnazionali. Non più
elezioni europee come sommatoria di interessi nazionali, ma liste
transnazionali. Naturalmente abbiamo ancora più bisogno di una
vera solidarietà tra i lavoratori del Sud e del Nord–Europa, tra
i movimenti per i beni comuni, tra le fabbriche recuperate e le
reti dell’Altreconomia. La solidarietà che ci è mancata, che è stata
negata alla popolazione greca stremata dalle politiche di
austerity, che ci è mancata con il movimento degli indignatos
spagnoli, che ha lasciato da soli i lavoratori in tutta l’Europa.
La crisi ha colpito il nostro Sud con una violenza mai registrata in passato. Parlano le cifre : dal 2008 al 2013 il Pil è sceso di quasi l’11% contro il 6% nel Centro-Nord, la disoccupazione “ufficiale” sfiora il 23% contro l’8% del Nord e il 12% del Centro Italia, una famiglia su quattro sotto il livello di povertà, contro una famiglia su sei nel resto del paese, e tra la popolazione meridionale under trenta il tasso di emigrazione è superiore a quello degli anni ’50 del secolo scorso.
La crisi ha colpito il nostro Sud con una violenza mai registrata in passato. Parlano le cifre : dal 2008 al 2013 il Pil è sceso di quasi l’11% contro il 6% nel Centro-Nord, la disoccupazione “ufficiale” sfiora il 23% contro l’8% del Nord e il 12% del Centro Italia, una famiglia su quattro sotto il livello di povertà, contro una famiglia su sei nel resto del paese, e tra la popolazione meridionale under trenta il tasso di emigrazione è superiore a quello degli anni ’50 del secolo scorso.
Le popolazioni del Mezzogiorno non
sono scese in massa nelle piazze, come in Grecia, in Spagna o in
Portogallo, o l’hanno fatto sporadicamente inseguendo leader
populisti –come i forconi– con una cultura contigua a quella della
destra, perché manca un punto di riferimento credibile capace di
indicare una strada percorribile, in grado di rimettere in moto una
speranza.
Il movimento per Tsipras presidente è una chance per il nostro Sud, come per gli altri Sud dell’Europa, un’occasione per salvare la stessa costruzione della Ue dalle spinte suicide della Germania che hanno segnato tragicamente il Novecento. Come ha scritto su queste pagine lo scrittore Franco Arminio «Per me sinistra euro-mediterranea significa una sinistra che unisce sogno e ragione, che tiene insieme poesia ed impegno civile, dolore e lietezza».
Il movimento per Tsipras presidente è una chance per il nostro Sud, come per gli altri Sud dell’Europa, un’occasione per salvare la stessa costruzione della Ue dalle spinte suicide della Germania che hanno segnato tragicamente il Novecento. Come ha scritto su queste pagine lo scrittore Franco Arminio «Per me sinistra euro-mediterranea significa una sinistra che unisce sogno e ragione, che tiene insieme poesia ed impegno civile, dolore e lietezza».
C’è un entusiasmo crescente intorno
alla formazione di una lista per Tsipras presidente, grazie anche
all’adesione di personalità del mondo della cultura, dello
spettacolo e dell’impegno civile. Accanto ai dubbiosi (non sarà come
l’altra volta con lista Ingroia? Non finirà come con la lista
Arcobaleno?), c’è anche chi è più ottimista, ma vede comunque
questa lista come una occasione storica per ricucire i pezzi
dell’arcipelago della sinistra italiana dell’alternativa, andata in
frantumi dopo il 2008. E forse si tratta di una posizione che può
essere più pericolosa di quella sostenuta dagli scettici blasé.
Se fosse questo il vero obiettivo delle elezioni europee avremmo
già perso. Il motivo è semplice: l’unità della sinistra è un valore,
non si discute, ma questa volta non si gioca una partita italiana
pensando di risolvere i problemi a casa nostra. O c’è una forte
convinzione che si vota e ci si batte per un cambiamento europeo,
o non riusciremo a trasmettere nessun messaggio capace di
suscitare entusiasmi ed energie fuori dalla solita cerchia dei
militanti della sinistra radicale. La posta in gioco è ben più alta
e rilevante di qualunque ricaduta nazionale, in gioco c’è il futuro
dell’Ue, di questa faticosa costruzione istituzionale che,prima
della attuale crisi, era vista da molti paesi africani e latino
americani come un punto di riferimento, un modello per superare la
debolezza dei singoli Stati, per creare una nuova e più ampia
identità (quella bolivariana, quella panafricana,ecc.).
P.S. E’ un buon segno
che un movimento come Alba, che ha avuto un ruolo rilevante nella
costruzione dell’appello per Tsipras, abbia scelto di partire da
Napoli – oggi e domani– per tracciare la strada dell’alternativa verso
queste elezioni europee.
www.sinistraeuromediterranea.it
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