Dopo più di 50 anni anch’io oggi devo fare il mio “coming out”. E non si
tratta né di marmellata né di nutella. Ma della maglietta bianca della
“salute”. E’ da quando ho l’età della ragione che la porto. Ero
convinto che fosse un fatto mio, che agli altri non fregasse nulla, e
invece oggi la maglia della salute è sbattuta in prima pagina dal
Corriere della Sera come un infame mascheramento di pseudo rivoluzionari
da salotto. Paolo Grasso bolla la T-shirt di Maurizio Landini (ma
saranno solo i “Maurizio” portatori sani della maglietta bianca?) come “è solo civetteria, un segno distintivo”.
Dalla Bandiera Rossa alla maglietta della salute il passo non è breve.
Il tutto poi per avere qualche comparsata in televisione. Ovviamente
l’accusa ad accaparrarsi uno strapuntino in TV non riguarda le decine di
giornalisti che a turno vanno nei salotti buoni del teleschermo per
difendere il Governo di turno. No, i lor signori, la maglietta della
salute non la mettono, gli basta la faccia di bronzo. In fondo è dalla
sua nascita che il Corrierone (ex) di via Solferino difende chiunque,
attacchi i lavoratori: da Bava Beccaris, alle memorabili prime pagine
durante il fascismo, poi con la Democrazia Cristiana con i morti di
Reggio Emilia, Portella della Ginestra, Placido Rizzotto, Franceschi,
arrivando ai giorni nostri con i vari Berlusconi, Monti e oggi Letta.
Ciò che infastidisce il salotto buono della finanza è che Maurizio
Landini, o meglio la FIOM, nell’immaginario collettivo dei lavoratori e
delle lavoratrici (e non solo) possa rappresentare un’ipotesi
alternativa alla sudditanza delle Confederazioni CGIL, CISL e UIL.
Per Grasso denunciare la natura antidemocrazia dell’accordo sulla rappresentanza è tempo perso tant’è che “ i veri problemi non trovano mai soluzione”. Ha ragione, non far votare i lavoratori e le lavoratrici sugli accordi che cambiano loro la vita, è il modo con il quale i padroni e i vari capitani di ventura vogliono mettere una pietra sopra alla possibilità di risolvere i veri problemi (non certi quelli delle banche) della “povera gente”, oggi termine più che mai appropriato. Su una cosa il Corrierone ha ragione “la triade Camusso, Bonanni, Angeletti hanno perso qualsiasi appeal, è puro apparato, con tanto di auto blu”. Mai definizione fu così azzeccata. Questo forse è il terrore. Che a un certo punto salti la gabbia con cui la “triade” sta bloccando qualsiasi opposizione sociale, liberando le molte energie oggi esistenti, facendo saltare i fragili equilibri di questo fatiscente e corrotto quadro politico. La FIOM può e deve ancora giocare un ruolo in questo paese, ma da sola, e soprattutto dentro la CGIL e ormai parcheggiata su un binario morto. Non esistono più in questa organizzazione spazi politici per dare rappresentanza al mondo del lavoro. Come già detto è inutile sprecare energie dentro un’organizzazione politicamente afona e senza autonomia. Allora a Landini propongo: uniamo le forze esistenti in un nuovo grande sindacato confederale e di classe. E se nel ‘68 portavamo l’eskimo, vorrà dire che per far paura al Corriere della Sera diremo ai giovani di mettersi anche loro la “maglietta della salute”. Magari loro sopra la camicia. PS: A quando un’inchiesta del Corriere sul finanziamento dei sindacati con il quale si possono permettere le auto blu con annesso autista? |
domenica 9 febbraio 2014
CONFESSO ANCH'IO PORTO LA MAGLIETTA DELLA SALUTE di Maurizio Scarpa
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