La
scadenza delle elezioni europee costituisce una verifica cruciale di
quanto sta avvenendo nel continente europeo dopo anni di crisi e di
violente politiche austerità, degli effetti politici prodotti dalla
crisi sociale e delle sue ripercussioni sui livelli di coscienza sulle
classi lavoratrici e popolari.
Sarebbe
negativo che in questo appuntamento elettorale si confrontassero solo,
da una parte, le opzioni delle classi dominanti che vogliono consolidare
i contenuti economici e politici neoliberisti e antipopolari espressi
nei trattati europei e che hanno il sostegno della forze della “sinistra
moderata” che si limitano a modeste richieste sociali da inserire in
questo quadro capitalistico dato, e dall’altra le posizioni che, in
diverse forme, ripropongono un ripiegamento sul vecchio modello
nazionale, del tutto coerente con l’ispirazione reazionaria di alcune
delle forze che sostengono questa opzione e su cui puntano a costruire
la loro egemonia le organizzazioni fasciste e di estrema destra.
Esistono
anche correnti di sinistra che propongono erroneamente una soluzione
nel ripiegamento nazionale; si illudono sulla possibilità di riproporre
politiche espansive e neokeynesiane in un quadro più ristretto e sulla
possibilità di accordo con settori della borghesia “nazionale” per
riconquistare le posizioni perdute. Questa opzione punta alla
impossibile salvezza del proprio proletariato “nazionale” e impedisce
obiettivamente ogni azione di unità e di convergenza tra le classi
lavoratrici dei vari paesi del continente.
Una
posizione di rigetto dell’austerità, dei vincoli e dei trattati, di
denuncia dei disegni e degli obiettivi padronali, di rifiuto di alleanze
con le forze social liberiste del PSE nella gestione della crisi, di
indicazione della solidarietà e dell’unità delle classi lavoratrici
contro il comune nemico, si misura in primo luogo sul terreno sociale,
nel sostegno alle lotte, nel rapporto materiale tra le lavoratrici e i
lavoratori al di là delle frontiere.
Può
essere però assai utile anche la formazione di una lista di sinistra
che difenda queste proposte, ed esprima la volontà di unità delle classi
lavoratrici e popolari del continente per un progetto alternativo di
classe.
In
queste settimane molte forze e diversi gruppi sociali ed intellettuali
si sono mossi per costruire, intorno alla figura di Tsipras e nel
riferimento al ruolo di Syriza in Grecia, una lista alternativa pur
all’interno di un percorso abbastanza accidentato in cui si sono
manifestate anche forzature e tentativi di affermare primogeniture od
esclusioni, ma in cui la discussione ha coinvolto a tutto campo migliaia
di compagne e compagni. Noi consideriamo positivi tutti gli sforzi per
la costruzione di una lista di sinistra chiaramente alternativa al PD e
quindi al PSE.
Riteniamo
che questo tentativo per andare in porto e raggiungere i migliori
risultati politici, prima ancora di quelli, ovviamente auspicabili,
elettorali, abbia bisogno di tre condizioni abbastanza semplici e
comprensibili:
- un programma politico netto di rigetto delle politiche di austerità, di difesa delle classi lavoratrici, dei movimenti sociali per una proposta che respinga da una parte i progetti neoliberisti e antipopolari delle attuali istituzioni europee, dall’altra ogni idea obbiettivamente arretrata e egualmente pericolosa di ripiegamento nazionalista;
- un accordo convinto ed unitario di reciproco riconoscimento tra tutte le forze e gruppi che vogliono costruire questa lista;
- un percorso democratico dal basso che sappia coinvolgere vasti settori sociali e molti protagonisti dei movimenti, se pure parziali, oggi in corso, nella definizione del programma, nella costruzione delle candidature e nella individuazione delle modalità della campagna da condurre.
Se
come auspichiamo queste condizioni si realizzeranno, la nostra
organizzazione è pienamente disponibile a partecipare direttamente alla
lista unitaria con candidati. La presenza in lista di nostre/i
compagne/i non può che rafforzare la coalizione stessa e il nostro
impegno collettivo nella campagna.
Verificheremo nei prossimi giorni nel concreto se tutto questo, come speriamo, troverà una soluzione positiva.
In
questo quadro la nostra attività di agitazione e di propaganda sui
contenuti della difesa dell’occupazione, dei salari e delle garanzie di
reddito per tutti, per la difesa dei servizi pubblici è più che mai
collegata strettamente alla battaglia contro le scelte neoliberiste
dell’Europa capitalista.
Per
questo daremo tutto il nostro apporto alla costruzione della
manifestazione unitaria che si prospetta per aprile e realizzeremo una
nostra assemblea pubblica nazionale con la partecipazione dei compagni
francesi e greci valorizzando i nostri rapporti con le forze della
sinistra anticapitalista in Europa e i comuni orientamenti politici
strategici.
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