venerdì 7 febbraio 2014

Perugia capitale europea della cultura, puntare su creatività e centro storico


Rosaria Parrilla, Umbrialeft.it
Perugia deve essere ricordata come il polo centrale tra Firenze e Roma, come la capitale della creatività e della conoscenza e non come quella dello spaccio e per fare questo bisogna puntare sulla cultura e le sue eccellenze, in primis le due università e l’Accademia di Belle arti. Il capoluogo umbro, insomma, è tempo che diventi più competitivo in una regione competitiva. Parola di Bruno Bracalente, presidente della fondazione Perugiassisi, che ha partecipato all’incontro su “La città del futuro. Perugia capitale della cultura europea 2019. Progetti e prospettive”, che si è tenuto ieri pomeriggio e promosso dall’associazione Umbrialeft.
Un appuntamento per fare il punto, capire come la città sta partecipando a questa importante sfida, ora sono sei le città finaliste, e conoscere qual è il percorso intrapreso e che immagine avrà Perugia, al di là della vittoria o meno, due anni dopo la fine del progetto, nel 2021. Per Bracalente si tratta di una sfida importante ma difficile, un’occasione per dimostrare all’Europa come la deriva dei centri storici possa essere invertita, così come far vedere che le medie città possano essere competitive. Non a caso lo slogan è “Fabbricare luoghi”. Perché lo scopo principale è rigenerare l’intera città, pensando alle periferie urbane, ma in particolare al suo centro storico, il fulcro vitale, dove qui possono benissimo convivere artigianato ricreativo, attività culturali e produttive e laboratori.
E poi creare nuovi spazi, come la biblioteca sotto gli Arconi del Pincetto, realizzare più eventi all’aperto al parco di Santa Giuliana, valorizzare le piazze esistenti, come piazza Grimana, rivalutare l’ex carcere, luogo simbolo della candidatura, affinché “diventi un laboratorio della Perugia creativa – come ha affermato lo stesso assessore regionale alla cultura, Fabrizio Bracco, presente anche lui -, dove tu concentri laboratori, studi di ricerca, un insieme di cose che cambieranno il volto della città”.
A moderare il dibattito, l’assessore regionale Stefano Vinti, che ha sottolineato come questo sia il primo di una serie di incontri “vogliamo ragionare sul futuro della città in maniera utile perché possa avere un ruolo forte per l’intera regione”. Vinti ha ricordato i vari problemi che hanno colpito Perugia “che derivano dalla crisi economica e dalle difficoltà dell’apparato produttivo. Assistiamo ad una regressione dei diritti e della precarietà del lavoro e alla crisi si vanno ad aggiungere i sintomi delle grandi città: difficoltà di integrazione dei nuovi cittadini, le distanze tra periferia e centro, anche se in realtà Perugia non è una grande città. E a tutto questo si aggiunge lo spaccio, il disegno malavitoso insolito e difficile da sopportare di una microcriminalità diffusa ora anche nelle periferie”. “Un insieme di problemi che nel corso degli anni hanno fatto sì che la città ne soffrisse – ha aggiunto Vinti -, sottovalutando molti fenomeni.
La realtà ci presenta un quadro difficile, ma non senza speranza, perché abbiamo una città ricca di risorse su cui dobbiamo puntare. Questo progetto ha l’ambizione di modernizzare Perugia”. Per l’assessore comunale, Roberto Ciccone, la candidatura di Perugia, insieme ad Assisi, rappresenta una grande vetrina aperta sull’Italia e l’Europa e “che ci connota come una città piena di cultura e di arte, perché ricordiamolo anche le altre realtà hanno queste caratteristiche e con la necessità di rilanciarsi e di superare le difficoltà dovute dalla crisi economica, del lavoro e dei valori. Dobbiamo puntare sulla cultura il nuovo volano dello sviluppo”. Seduta in prima fila anche l’ex senatrice Anna Rita Fioroni, quota Partito democratico, che ha dato la sua disponibilità a candidarsi a sindaco della città. Tra il pubblico anche Luciano Della Vecchia, segretario regionale del Prc, con lui anche Andrea Caprini della segreteria provinciale di Perugia del partito.

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