Rosaria Parrilla, Umbrialeft.it
Perugia deve essere ricordata come il polo
centrale tra Firenze e Roma, come la capitale della creatività e della
conoscenza e non come quella dello spaccio e per fare questo bisogna
puntare sulla cultura e le sue eccellenze, in primis le due università e
l’Accademia di Belle arti. Il capoluogo umbro, insomma, è tempo che
diventi più competitivo in una regione competitiva. Parola di Bruno
Bracalente, presidente della fondazione Perugiassisi, che ha partecipato
all’incontro su “La città del futuro. Perugia capitale della cultura
europea 2019. Progetti e prospettive”, che si è tenuto ieri pomeriggio e
promosso dall’associazione Umbrialeft.
Un appuntamento per fare il punto, capire come la
città sta partecipando a questa importante sfida, ora sono sei le città
finaliste, e conoscere qual è il percorso intrapreso e che immagine avrà
Perugia, al di là della vittoria o meno, due anni dopo la fine del
progetto, nel 2021. Per Bracalente si tratta di una sfida importante ma
difficile, un’occasione per dimostrare all’Europa come la deriva dei
centri storici possa essere invertita, così come far vedere che le medie
città possano essere competitive. Non a caso lo slogan è “Fabbricare
luoghi”. Perché lo scopo principale è rigenerare l’intera città,
pensando alle periferie urbane, ma in particolare al suo centro storico,
il fulcro vitale, dove qui possono benissimo convivere artigianato
ricreativo, attività culturali e produttive e laboratori.
E poi creare nuovi spazi, come la biblioteca sotto
gli Arconi del Pincetto, realizzare più eventi all’aperto al parco di
Santa Giuliana, valorizzare le piazze esistenti, come piazza Grimana,
rivalutare l’ex carcere, luogo simbolo della candidatura, affinché
“diventi un laboratorio della Perugia creativa – come ha affermato lo
stesso assessore regionale alla cultura, Fabrizio Bracco, presente anche
lui -, dove tu concentri laboratori, studi di ricerca, un insieme di
cose che cambieranno il volto della città”.
A moderare il dibattito, l’assessore regionale
Stefano Vinti, che ha sottolineato come questo sia il primo di una serie
di incontri “vogliamo ragionare sul futuro della città in maniera utile
perché possa avere un ruolo forte per l’intera regione”. Vinti ha
ricordato i vari problemi che hanno colpito Perugia “che derivano dalla
crisi economica e dalle difficoltà dell’apparato produttivo. Assistiamo
ad una regressione dei diritti e della precarietà del lavoro e alla
crisi si vanno ad aggiungere i sintomi delle grandi città: difficoltà di
integrazione dei nuovi cittadini, le distanze tra periferia e centro,
anche se in realtà Perugia non è una grande città. E a tutto questo si
aggiunge lo spaccio, il disegno malavitoso insolito e difficile da
sopportare di una microcriminalità diffusa ora anche nelle periferie”.
“Un insieme di problemi che nel corso degli anni hanno fatto sì che la
città ne soffrisse – ha aggiunto Vinti -, sottovalutando molti fenomeni.
La realtà ci presenta un quadro difficile, ma non
senza speranza, perché abbiamo una città ricca di risorse su cui
dobbiamo puntare. Questo progetto ha l’ambizione di modernizzare
Perugia”. Per l’assessore comunale, Roberto Ciccone, la candidatura di
Perugia, insieme ad Assisi, rappresenta una grande vetrina aperta
sull’Italia e l’Europa e “che ci connota come una città piena di cultura
e di arte, perché ricordiamolo anche le altre realtà hanno queste
caratteristiche e con la necessità di rilanciarsi e di superare le
difficoltà dovute dalla crisi economica, del lavoro e dei valori.
Dobbiamo puntare sulla cultura il nuovo volano dello sviluppo”. Seduta
in prima fila anche l’ex senatrice Anna Rita Fioroni, quota Partito
democratico, che ha dato la sua disponibilità a candidarsi a sindaco
della città. Tra il pubblico anche Luciano Della Vecchia, segretario
regionale del Prc, con lui anche Andrea Caprini della segreteria
provinciale di Perugia del partito.
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