di Antonello Falomi*, da vivalacostituzione.it
Sono stato parlamentare per quattro legislature, dal 1994 al 2008. Nel corso della mia esperienza ho subito o praticato l'ostruzionismo, ho assistito a scambi di insulti pesantissimi, sono stato testimone di scontri non solo verbali ma anche fisici e di risse sedate dai commessi. Ho visto occupazioni dei banchi del Governo o di aule di commissioni parlamentari. In occasione di gravi violazioni dei regolamenti parlamentari, sono stato personalmente protagonista di gesti che qualcuno oggi definirebbe di "dileggio delle istituzioni".
Ovviamente si è trattato di episodi e non della normalità della vita del Parlamento. Episodi, certamente non commendevoli, che si sono manifestati soprattutto quando, su temi di grandissimo rilievo, un comportamento arrogante viola norme e regolamenti per impedire all'opposizione di fare il suo mestiere.
Nel caso del Decreto IMU-Bankitalia le violazioni si sono ripetute ancora una volta: controfirma del Presidente della Repubblica in mancanza dei requisiti di necessità e urgenza, e del requisito della omogeneità di materia; mancata dichiarazione dei Presidenti di Camera e Senato di inammissibilità del decreto per contemporanea presenza di materie tra loro estranee; applicazione, per la prima volta nella storia della Camera dei deputati, della cosiddetta tagliola.
Da alcuni anni il mestiere dell'opposizione è diventato difficilissimo. Leggi elettorali truffaldine che ne ridimensionano la forza parlamentare e mettono sotto il ricatto dei capi-partito la libertà e l’autonomia dei parlamentari; decreti-legge in continuazione anche quando non sono, come prescrive la Costituzione, necessari e urgenti; voti di fiducia a ripetizione che annullano ogni ruolo di chi si oppone e mettono a tacere dissensi nelle fila della maggioranza; regolamenti parlamentari che contingentano in modo molto restrittivo tempi di discussione anche quando si tratta di temi che richiederebbero più ponderazione.
Il Parlamento italiano è ridotto ormai a semplice cassa di risonanza del Governo e degli esercizi muscolari di una maggioranza di parlamentari nominati dai vertici di partito. Qui sta il vero "dileggio delle istituzioni".
Il tradimento della Costituzione è il vero oltraggio al Parlamento. Ma naturalmente si preferisce guardare il dito di qualche sguaiatezza maschilista grillina anziché la luna della fine della democrazia parlamentare.
A questo serve la grancassa mediatica che dopo aver dato scarso peso in passato a certi episodi di turbolenza nella vita parlamentare, oggi, o per collocazione politica o per fare più “audience” li enfatizza oltre ogni ragionevole limite.
Si tratta di armi di distrazione di massa.
Sono stato parlamentare per quattro legislature, dal 1994 al 2008. Nel corso della mia esperienza ho subito o praticato l'ostruzionismo, ho assistito a scambi di insulti pesantissimi, sono stato testimone di scontri non solo verbali ma anche fisici e di risse sedate dai commessi. Ho visto occupazioni dei banchi del Governo o di aule di commissioni parlamentari. In occasione di gravi violazioni dei regolamenti parlamentari, sono stato personalmente protagonista di gesti che qualcuno oggi definirebbe di "dileggio delle istituzioni".
Ovviamente si è trattato di episodi e non della normalità della vita del Parlamento. Episodi, certamente non commendevoli, che si sono manifestati soprattutto quando, su temi di grandissimo rilievo, un comportamento arrogante viola norme e regolamenti per impedire all'opposizione di fare il suo mestiere.
Nel caso del Decreto IMU-Bankitalia le violazioni si sono ripetute ancora una volta: controfirma del Presidente della Repubblica in mancanza dei requisiti di necessità e urgenza, e del requisito della omogeneità di materia; mancata dichiarazione dei Presidenti di Camera e Senato di inammissibilità del decreto per contemporanea presenza di materie tra loro estranee; applicazione, per la prima volta nella storia della Camera dei deputati, della cosiddetta tagliola.
Da alcuni anni il mestiere dell'opposizione è diventato difficilissimo. Leggi elettorali truffaldine che ne ridimensionano la forza parlamentare e mettono sotto il ricatto dei capi-partito la libertà e l’autonomia dei parlamentari; decreti-legge in continuazione anche quando non sono, come prescrive la Costituzione, necessari e urgenti; voti di fiducia a ripetizione che annullano ogni ruolo di chi si oppone e mettono a tacere dissensi nelle fila della maggioranza; regolamenti parlamentari che contingentano in modo molto restrittivo tempi di discussione anche quando si tratta di temi che richiederebbero più ponderazione.
Il Parlamento italiano è ridotto ormai a semplice cassa di risonanza del Governo e degli esercizi muscolari di una maggioranza di parlamentari nominati dai vertici di partito. Qui sta il vero "dileggio delle istituzioni".
Il tradimento della Costituzione è il vero oltraggio al Parlamento. Ma naturalmente si preferisce guardare il dito di qualche sguaiatezza maschilista grillina anziché la luna della fine della democrazia parlamentare.
A questo serve la grancassa mediatica che dopo aver dato scarso peso in passato a certi episodi di turbolenza nella vita parlamentare, oggi, o per collocazione politica o per fare più “audience” li enfatizza oltre ogni ragionevole limite.
Si tratta di armi di distrazione di massa.
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