Il
Nostro Eroe fiorentino, che, a beneficio del suo pubblico, tuona contro
i banchieri che gli finanziano le campagne elettorali, avrebbe a suo
dire riportato, fieramente da Bruxelles, in cambio del voto
all'iper-liberista Juncker, una "flessibilità dentro le regole europee".
Chiariamo. Flessibilità dentro le regole già esistenti NON significa
portare fuori dal Patto di stabilità gli investimenti pubblici, come da
obiettivo formulato dal Governo prima del vertice. Significa avere un pò
più di tempo per raggiungere l'obiettivo di pareggio strutturale del
bilancio, oppure avere la possibilità
di usare il margine fra l'effettivo rapporto deficit/PIL e la soglia
del 3% per fare investimenti, a patto, però, di realizzare riforme
strutturali penalizzanti per la crescita e l'equità distributiva, come
quelle del mercato del lavoro, della P.A., del welfare (già il Patto per
la Salute appena stipulato contiene una clausola di possibile taglio
del Fondo Sanitario Nazionale nel 2015 per esigenze di finanza pubblica)
o magari un nuovo round di riforme previdenziali.
Prendiamo
i dati ufficiali e le previsioni governative contenuti nel Documento di
Economia e Finanza appena pubblicato dal Governo Renzi, aggiornandoli
con le stime di crescita, più severe di quelle governative, recentemente
proposte dal Centro Studi Confindustria. e facciamo qualche conto.
Un rinvio di un anno dell'obiettivo di pareggio di bilancio strutturale "varrebbe" uno sconto di circa 7,9 miliardi per il 2015
(il condizionale è d'obbligo. Stiamo infatti parlando di una ipotesi
teorica; il rinvio di un anno richiesto dal Governo è stato infatti
appena bocciato, proprio mentre Renzi faceva il guappo a Bruxelles) .
Poiché però a partire dal 2015 scatta l'obbligo di ridurre di un
ventesimo il debito/PIL, con tutti i margini di flessibilità oggi
esistenti, ciò comporterebbe una legge di stabilità pari a poco più di
18 miliardi, sempre considerando le stime di crescita. Quindi, al netto
di un eventuale beneficio di flessibilità, una ulteriore manovra
restrittiva di 10 miliardi, fra maggiori entrate o minori spese, su
un'economia esangue. Che poi, considerando anche una stima realistica
del servizio del debito, si tradurrebbe in non meno di ulteriori 9
miliardi di risparmi per l'anno successivo, e così via.Guarda caso,
anche gli analisti di Mediobanca parlano di una manovra restrittiva di
10 miliardi per l'autunno prossimo ( http://www.huffingtonpost.it/2014/07/03/manovra-correttiva-per-mediobanca-inevitabile_n_5555314.html?utm_hp_ref=italia-economia ),
partendo, peraltro, da una stima di crescita intermedia fra le
previsioni del Governo e quelle più restrittive, di Confindustria (e di
altri analisti, come il Credit Suisse).
Questo
per dire che Renzi ed i suoi non stanno ottenendo assolutamente niente.
Una sconfitta che, essendo stata sancita,come impegno programmatico e
politico ufficiale, dentro il discorso ufficiale di avvio della
Presidenza italiana (in cui lo stesso Renzi ha ribadito il pieno
rispetto dei trattati oggi vigenti) non potrà essere ribaltata nei
prossimi mesi, e che ci condannerà a continuare a ristagnare nella
palude del declino economico e sociale.
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