Bersani e Monti. Monti e Bersani. Come lo scrivi, lo scrivi non
cambia nella sostanza: dopo il voto ci sarà un’intesa tra centrosinistra
e Terzo Polo, i cosiddetti moderati. Lo richiede Re Giorgio Napolitano,
lo impongono i mercati (o almeno così si dice), lo reclama l’Europa e
soprattutto lo impongono i numeri al Senato, causa un Porcellum
diventato legge elettorale nel 2005. Da quel
momento diverse maggioranze si sono alternate senza modificarlo
minimamente fino alla pagliacciata conclusiva di affidare al leghista
Roberto Calderoli l’idea di “abbozzare” una nuova legge elettorale. E
chi è ovviamente Calderoli? L’artefice del Porcellum! Tutto torna. E
così la norma che era stata creata ad hoc da Berlusconi per garantire
l’ingovernabilità è tutt’ora in vigore, forse per il Pd non era così
prioritaria modificarla. Ad ognuno il suo Super Mario: a Bersani Monti, a
Berlusconi Balotelli.
Neanche la storia del voto utile, richiesto più volte dai dirigenti
del Pd, ha un grande senso sentendo le parole del leader di Bettola:
“Anche col 51 per cento cercheremo un dialogo coi centristi”. Tra
l’altro il concetto è ben espresso nella Carta d’Intenti, in cui si
parla di “apertura ai liberali”. Chiaro per tutti. Non per Sel. Che sta
facendo una campagna elettorale in cui nega l’evidenza: non ci sarà mai
nessuna intesa coi moderati. E le parole di Bersani sul 51 per cento?
Invenzioni. E la Carta d’Intenti? Il termine liberale ha una valenza
europea e si riferisce a Di Pietro. Ah certo. Come sbagliarsi!
Dato che i cittadini non sono proprio tonti e ascoltano i leader
parlare – e soprattutto è raro vedere due sfidanti e due coalizioni
avversarie trovare tali convergenze a 19 giorni dal voto – il partito di
Nichi Vendola è in forte calo nei sondaggi. Schiacciato tra il
desiderio di spostare a sinistra l’asse del centrosinistra e la dura
realtà di un’intesa post voto, appunto, con Monti. E così dopo la
sconfitta alle primarie, Sel si trova ora davanti ad una situazione non
facile: è fedele al Pd, vuole governare ma senza Monti. Però il Pd vuole
il suo Super Mario e qualcosa quindi non torna. Nicola Fratoianni,
braccio destro di Vendola, sul suo fb ha scritto poco fa: “Se Bersani
vuole l’alleanza con Monti, vada con Monti. Noi non voteremo mai
quell’alleanza, a costo di rompere con il Pd”.
Allora la domanda sorge spontanea: ma quando hanno firmato la Carta
d’Intenti o parlavano i vari D’Alema, Veltroni, Franceschini, Bersani,
Letta, Ambrosoli di dialogo coi moderati, dov’era Sel? Al bagno?
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