Intervista al sindacalista, firmatario del documento alternativo «Il sindacato è un'altra cosa»: «In ogni caso, c'è la mia solidarietà a Landini, poi nel merito c'è molto da discutere
Per Giorgio Cremaschi, rete 28 aprile e firmatario del documento alternativo «Il sindacato è un’altra cosa» al Congresso Cgil, il conflitto tra Susanna Camusso e Maurizio Landini «È l’aspetto più clamoroso della crisi totale della Cgil». «In ogni caso, c’è la mia solidarietà a Landini, poi nel merito c’è molto da discutere. Oggi ci sono due congressi della Cgil. Quello iniziato il 2 dicembre 2013, con il 97% del documento firmato da Camusso e Landini e il 3% del nostro documento. Poi c’è il congresso iniziato l’11 gennaio, dopo la firma di Susanna Camusso al Testo unico sulla rappresentanza con Confindustria, Cisl e Uil. Oggi tra Landini e Camusso non vedo soluzioni di mediazione. Io sono vecchio ormai, ma questa è la prima volta che tra segretari ci sono rapporti del tipo: “Che fai, mi cacci?”».
Come si è arrivati a questo punto?
Questo accordo ha messo in campo il cambiamento della costituzione interna della Cgil. Non so se Camusso si è resa conto del lapsus quando ha ripetuto la parola «sanzioni». O viene ritirata o la vita interna del sindacato vedrà momenti drammatici.
La Cgil ha smentito la richiesta di sanzioni contro Landini.
Si tratta di una smentita che non smentisce niente. La lettera inviata al Collegio statutario ci fa ritrovare nella situazione di un presidente americano che chiede alla Corte Suprema se può sganciare una bomba atomica. In questa situazione, qualcuno avrebbe anche il diritto di preoccuparsi. Condivido il giudizio di Landini: questo accordo snatura la Cgil, che è formalmente un sindacato democratico. Per questo ho denunciato Camusso al collegio statutario per violazione dello statuto.
Come andrà a finire il congresso?
Ci troviamo in una situazione paradossale. Il conflitto tra i dirigenti non si riflette sugli iscritti. I dirigenti della Fiom continuano a raccogliere le firme per il documento Camusso. Questa crisi si riflette sulla bassa partecipazione ai congressi. Non c’è il consenso che la maggioranza vuole far credere. Noi siamo partiti con venti funzionari contro i 12 mila della Cgil, e stiamo prendendo una marea di voti a causa dello scontento generale.
Perchè questo testo unico è così grave?
Definisce un sistema sindacale equivalente a quello della nuova legge elettorale. Si vuole stabilire un regime di monopolio della rappresentanza. C’è uno scambio tra imprese e sindacati: le prime accettano un monopolio sindacale, i secondi accettano la flessibilità dei lavoratori. Questo accordo si applica all’Electrolux, ammette le deroghe ai contratti nazionali. Una volta passato non ci si può opporre. Inoltre un delegato Cgil potrebbe prendersi una sanzione per avere organizzato una lotta da una commissione a maggioranza confindustriale. Questo significa che le libertà interne alla Cgil sono a sovranità limitata, mentre si instaura un regime autoritario dove la Cgil è sempre minoranza.
Da cosa deriva questa crisi della Cgil?
Non ha fatto nulla contro la riforma delle pensioni, è troppo vicina ai palazzi. Questo si dice nei congressi che stiamo facendo.
Per Giorgio Cremaschi, rete 28 aprile e firmatario del documento alternativo «Il sindacato è un’altra cosa» al Congresso Cgil, il conflitto tra Susanna Camusso e Maurizio Landini «È l’aspetto più clamoroso della crisi totale della Cgil». «In ogni caso, c’è la mia solidarietà a Landini, poi nel merito c’è molto da discutere. Oggi ci sono due congressi della Cgil. Quello iniziato il 2 dicembre 2013, con il 97% del documento firmato da Camusso e Landini e il 3% del nostro documento. Poi c’è il congresso iniziato l’11 gennaio, dopo la firma di Susanna Camusso al Testo unico sulla rappresentanza con Confindustria, Cisl e Uil. Oggi tra Landini e Camusso non vedo soluzioni di mediazione. Io sono vecchio ormai, ma questa è la prima volta che tra segretari ci sono rapporti del tipo: “Che fai, mi cacci?”».
Come si è arrivati a questo punto?
Questo accordo ha messo in campo il cambiamento della costituzione interna della Cgil. Non so se Camusso si è resa conto del lapsus quando ha ripetuto la parola «sanzioni». O viene ritirata o la vita interna del sindacato vedrà momenti drammatici.
La Cgil ha smentito la richiesta di sanzioni contro Landini.
Si tratta di una smentita che non smentisce niente. La lettera inviata al Collegio statutario ci fa ritrovare nella situazione di un presidente americano che chiede alla Corte Suprema se può sganciare una bomba atomica. In questa situazione, qualcuno avrebbe anche il diritto di preoccuparsi. Condivido il giudizio di Landini: questo accordo snatura la Cgil, che è formalmente un sindacato democratico. Per questo ho denunciato Camusso al collegio statutario per violazione dello statuto.
Come andrà a finire il congresso?
Ci troviamo in una situazione paradossale. Il conflitto tra i dirigenti non si riflette sugli iscritti. I dirigenti della Fiom continuano a raccogliere le firme per il documento Camusso. Questa crisi si riflette sulla bassa partecipazione ai congressi. Non c’è il consenso che la maggioranza vuole far credere. Noi siamo partiti con venti funzionari contro i 12 mila della Cgil, e stiamo prendendo una marea di voti a causa dello scontento generale.
Perchè questo testo unico è così grave?
Definisce un sistema sindacale equivalente a quello della nuova legge elettorale. Si vuole stabilire un regime di monopolio della rappresentanza. C’è uno scambio tra imprese e sindacati: le prime accettano un monopolio sindacale, i secondi accettano la flessibilità dei lavoratori. Questo accordo si applica all’Electrolux, ammette le deroghe ai contratti nazionali. Una volta passato non ci si può opporre. Inoltre un delegato Cgil potrebbe prendersi una sanzione per avere organizzato una lotta da una commissione a maggioranza confindustriale. Questo significa che le libertà interne alla Cgil sono a sovranità limitata, mentre si instaura un regime autoritario dove la Cgil è sempre minoranza.
Da cosa deriva questa crisi della Cgil?
Non ha fatto nulla contro la riforma delle pensioni, è troppo vicina ai palazzi. Questo si dice nei congressi che stiamo facendo.
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