lunedì 3 febbraio 2014

Ucraina: convergenza della Sinistra Europea con il Partito Comunista

La crisi ucraina sembra non trovare soluzione. Continuano le manifestazioni dell'opposizione mentre sono finora falliti i tentativi di trovare un compromesso, benché il Presidente Yanukovych abbia fatto qualche concessione alle forze politiche che rappresentano la piazza "filo-europea". E' cresciuto il ruolo delle forze di estrema destra ultranazionaliste e fasciste all'interno della protesta, mentre si affaccia la possibilità di un intervento dell'Esercito per mettere fine alla crisi.

La crisi politica ucraina fa seguito al peggioramento della situazione economica aggravata dal rischio di un default finanziario dello Stato, pericolo che ha spinto Yanukovych a perseguire la soluzione più rapida e conveniente, ovvero l'accordo con la Russia che ha garantito prestiti e sconti nel pagamento delle forniture di energia, vitali per l'economia ucraina.

Il paese è profondamente diviso tra le regioni occidentali che guardano all'Europa e quelle orientali che hanno legami più profondi con il mondo russo. Ad alimentare questa divisione intervengono da un lato l'Unione Europea e gli Stati Uniti e dall'altra la Russia che hanno trasformato l'Ucraina in una pedina del loro conflitto geopolitico anche a costo di portare il Paese sempre più vicino al baratro della guerra civile.

La crisi ucraina ha sollecitato interventi ed analisi in parte diverse. La Sinistra Europea ha emesso un comunicato il 30 gennaio 2014 nel quale si chiede all'Unione Europea e alla Russia di rispettare "il principio di non interferenza" negli affari interni del Paese. Nei confronti dell'UE si afferma che se si vuole mantenere una proposta di accordo all'Ucraina occorre cambiarne i termini al fine di renderla utili ai cittadini e ai lavoratori di quel Paese e quindi non può essere solo finalizzata all'espansione del mercato e priva di fondi per la cooperazione.

Il governo di Yanukovych viene criticato per non aver organizzato una consultazione popolare in merito alla sottoscrizione o meno del'Accordo con l'Unione Europea. La Sinistra Europea critica le misure repressive del Governo ma lancia l'allarme anche verso la crescita di gruppi violenti dell'estrema destra. "La strada giusta è quella della democrazia e della soluzione pacifica". In questa direzione sono valutate favorevolmente le proposte avanzate dal Partito Comunista Ucraino che chiede la tenuta di un referendum sugli accordi internazionali, una riforma democratica che riaffermi il carattere parlamentare del sistema democratico ed una nuova legge elettorale parlamentare. 

Nella stessa direzione è orientata anche una dichiarazione del parlamentare europeo della Linke tedesca e della Sinistra Europea Helmut Scholz il quale critica il "sostegno unilaterale dell'UE alla cosiddetta opposizione perché esso crea le basi per uno sbocco violento della crisi". L'UE dovrebbe tener conto dei legami esistenti dall'Ucraina con lo spazio economico eurasiatico. Scholtz sostiene le "richieste ragionevoli delle forze di sinistra e dei movimenti civili ucraini". Questa dichiarazione è stata ripresa e tradotta sul proprio sito dal Partito Comunista Ucraino.

Il Partito Comunista Francese, dal canto suo, è intervenuto con una dichiarazione nella quale "invita le autorità legittimamente elette a scegliere la strada del dialogo e non della repressione" e lancia anch'esso l'allarme sul ruolo dell'estrema destra ultranazionalista. Per quanto riguarda le scelte sull'integrazione regionale dell'Ucraina spetta alle istituzioni rappresentative di quel paese decidere. Inoltre il PCF appoggia la richiesta dei comunisti ucraini di sottoporre  la questione ad un referendum popolare. La dichiarazione del PCF è stata riportata sulla pagina web del Kommunist, giornale del PC Ucraino.

Un'altra dichiarazione sugli sviluppi della situazione in Ucraina è stata pubblicata dal Partito comunista della Federazione Russa e sottoscritta da altri partiti dell'ex Unione Sovietica (Bielorussia, Armenia, Georgia, Moldavia, Kazkhstan, Azerbaijan e Transnistria) i quali denunciano il ruolo crescente di elementi apertamente fascisti non solo in Ucraina ma anche in altri paese dell'Europa orientale. La persecuzione dei comunisti è segnalata come una delle prove di un nascente fascismo, mentre i burattinai sarebbero gli stessi che sono stati attivi in Yugoslavia, Georgia, Libia ed in altri paesi di Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina. Oltre al ruolo di politici diplomatici occidentali, accusati di trattare l'Ucraina come una colonia non come un Paese indipendente, viene puntato il dito contro l'azione attiva di provocatori provenienti dalla Polonia e dagli Stati Baltici.I partiti comunista dell'ex Unione Sovietica denunciano il "tentativo di colpo di Stato" che sarebbe in atto in Ucraina (una formulazione questa che non mi pare sia stata utilizzata dal PCU) ed esprimono la loro solidarietà ai comunisti ucraini, senza però pronunciarsi nel merito delle proposte avanzate da questo partito, come ha fatto invece la Sinistra Europea.

Il Partito Comunista Ucraino ha un peso reale nel Paese. Nelle ultime elezioni parlamentari del 28 ottobre 2012 ha ottenuto 2.687.000 voti pari al 13,2% e ottenuto 32 seggi. In 5 regioni raccoglie più del 20% dei voti ed è particolarmente forte in quella di Sebastopoli dove sfiora il 30%. In alcune delle regioni più occidentali roccaforti dell'opposizione, come quella di Leopoli, non arriva invece nemmeno al 2% dei voti. Arseniy Yatseniuk, capogruppo parlamentare del partito "Patria", la cui leader Yulia Timoschenko è attualmente in prigione, ha espresso la volontà di approvare una legge che "metta al bando l'ideologia comunista", una volta che l'opposizione arrivasse al potere.

Franco Ferrari

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