martedì 5 marzo 2013

Il senso del fascismo della capogruppo grillina



Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica, razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia”. Queste le parole oscene che scriveva sul suo blog il 21 gennaio Roberta Lombardi, appena nominata capogruppo del Movimento Cinque Stelle alla Camera. La Lombardi ripropone la tesi di un primo fascismo “buono”, prima che degenerasse. Ma non finisce qui, perché la neodeputata in un altro post del suo blog chiede l’abolizione dei sindacati, che “hanno esaurito una missione nel momento in cui si sono trasformati in grumi di potere che mercanteggiano soldi, cariche, proprietà con quelli che dovrebbero essere i loro interlocutori dall’altra parte della barricata ma che sono diventati i loro complici di inciuci alle spalle dei lavoratori”. Meglio quindi “pensare a qualcosa di nuovo che tuteli i diritti dei lavoratori”. 
 
Ecco il testo integrale del suo blog:
 
Il fascismo aveva un altissimo senso dello Stato

Il testo integrale dell’incredibile commento revisionista del capogruppo grillino alla Camera: dopo Mussolini giustifica anche Casa Pound. E spera nella fine dei sindacati.
Roberta Lombardi è la capogruppo alla Camera dei Deputati del Movimento 5 Stelle e lo sarà per i prossimi tre mesi. Pubblichiamo il testo integrale di un post dal titolo “Italia sotto formaldeide”, pubblicato lo scorso gennaio sul suo blog robertalombardi.wordpress.com


Ultimamente sento e leggo molti ardimentosi paladini dello status quo difendere a spada tratta sindacati, associazione di categoria, partiti e vecchie ideologie e mi chiedo perché.
Perché così tante persone, scontente dello situazione attuale, comprensibilmente preoccupate per il futuro loro e dei loro figli, giustamente indignate di fronte alla pochezza morale ed intellettuale di una classe dirigente inadeguata sotto TUTTI I PUNTI DI VISTA difendono ancora strenuamente i simboli di un modo di pensare e creare la società VECCHI e che hanno ESAURITO la loro missione storica?
Se parliamo delle ideologie, penso all’episodio recente di “Grillo che apre a Casapound”. Prima questione: qualcuno mi dice, finchè esistono loro il fascismo non sarà morto, quindi non mi dire che questa ideologia non rappresenta una minaccia presente. Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia.
Quindi come si vede Casapound non è il fascismo ma una parte del fascismo. E quindi solo in parte riconducibile ad esso. Seconda questione, e questo per me è il punto fondamentale, sono 30 anni che fascismo e comunismo in Italia non esistono più. Invocarne lo spettro a targhe alterne è l’ennesimo tentativo di distrazione di massa: ti agito davanti il noto spauracchio perché voglio far leva sulle tue paure per portarti dalla mia parte. Non sono i fascisti o i comunisti che ci hanno impoverito, tolto i diritti, precarizzato l’esistenza, reso un incubo il pensiero del futuro.
Se parliamo dei sindacati chiedendone l’abolizione, ti tacciano di voler tornare indietro alla rivoluzione industriale. Anche qui, i sindacati hanno esaurito una missione nel momento in cui si sono trasformati in grumi di potere che mercanteggiano soldi, cariche, proprietà con quelli che dovrebbero essere i loro interlocutori dall’altra parte della barricata ma che sono diventati i loro complici di inciuci alle spalle dei lavoratori. Non si tratta di negare la fondamentale funzione che storicamente hanno avuto, ma oggi non è più così e quindi meglio pensare a qualcosa di nuovo che tuteli i diritti dei lavoratori.
Discorso simile per le associazione di categoria: potevano avere un senso nel medioevo ma delle corporazioni hanno perso lo spirito mutualistico per trasformarsi in caste e castine o lobby che cercano sponde politiche ad ogni tornata elettorale. Organizzano tavole rotonde con i vari candidati e cercano di tirarli dalla loro parte lusingandone la voglia di consenso. Presidenti o segretari ti chiamano chiedendoti una candidatura che porterebbe al tuo movimento tanti tanti voti di cui non sai che fartene, se quello che cerchi sono cittadini attivi e non automi della croce sulla scheda elettorale.
Purtroppo la storia , soprattutto la nostra, ci ha dimostrato che ogni filtro o intermediario posto tra cittadino e cittadino nel tempo si è trasformato in una barriera allo sviluppo di rapporti sociali, economici, lavorativi.
Una società fluida ed interconnessa permette uno scambio paritario e la creazione dinamica di reti che si compongono intorno ad idee. Questo è il salto nel vuoto di cambiare il proprio modo di pensare in modo radicale e nuovo.
Passiamo dalla società delle divisioni alla società delle connessioni.
Il cambiamento è una sfida complessa, ma se non siamo pronti ora che non abbiamo più nulla da perdere a mettere in gioco tutto noi stessi inventandoci un nuovo modo di intendere la società intorno a noi, se non rompiamo il barattolo pieno di formalina in cui la nostra società si conserva da troppi decenni, dobbiamo essere consapevoli che domani non avremo un’altra possibilità.
da Globalist.it

ed ecco un commento di Maso Notarianni apparso su Micromega



Roberta Lombardi: l’ideologia quando mancano le idee

L’antifascismo di maniera è una delle cose peggiori siano capitate nella storia del dopoguerra. Quante sprangate – o peggio – “per il gusto di” sono state date in nome dell’antifascismo (di maniera, appunto). E quanti danni hanno fatto, non solo alle vittime delle stesse, ma in generale al grande movimento di emancipazione dei lavoratori in Italia e nel mondo.
Dopodiché, un capogruppo alla camera, non può permettersi di dire simili castronerie: «Prima che degenerasse, il fascismo aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato e la tutela della famiglia». (Qui il post originale)
Dire che un capogruppo alla Camera (nel linguaggio del MoVimento il portavoce dei portavoce) non può permettersi impunemente tali castronerie non è però antifascismo di maniera. Questo è antifascismo e basta, è quell’antifascismo di cui parla la Costituzione italiana. Questo quindi, (anche questo, per carità, insieme a mille altre cose che con l’antifascismo non c’entrano nulla) è vigilare sulla Costituzione italiana.
«Prima che degenerasse, il fascismo aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato e la tutela della famiglia», scrive Roberta Lombardi sul suo blog. Scrive, non dice al volo distratta mentre un cronista la insegue. Scrive, quindi si suppone poi rilegge, corregge gli errori, e poi pubblica.
Quando arrivano, inevitabili, le polemiche, il capogruppo alla Camera – la portavoce dei portavoce – mette una pezza assai peggiore del buco, dicendosi “allibita dalle stumentalizzazioni in atto su una frase estrapolata da un contesto” (Qui il post originale). Una frase degna di Berlusconi e di tutti coloro che negli ultimi 30 anni hanno sfrattato la politica dai palazzi del potere rendendoli dimore di una casta, del tutto scollegata con la realtà, che ha difeso i suoi particolari interessi invece di fare gli interessi di chi era chiamata a rappresentare.
Ma la portavoce dei portavoce insiste: “Quella espressa era una analisi esclusivamente storica di questo periodo politico, che naturalmente condanno. In Italia il fascismo così come il comunismo è morto e sepolto da almeno trent’anni.
Mi riferivo, facendo una analisi, al primo programma del 1919, basato su voto alle donne, elezioni e altre riforme sociali che sembravano prettamente socialiste rivoluzionarie e non certamente il preludio di una futura dittatura”.
Fin dal 1919, i Fasci di Combattimento misero in atto azioni di squadrismo, appoggiate dalla alta borghesia, che miravano a impedire in Italia una rivoluzione socialista e a rispondere con violenza alle rivendicazioni degli operai e dei contadini. Nell’aprile del 1919 i fascisti assaltarono la redazione milanese de l’Avanti.
Quindi la portavoce dei portavoce non solo risponde con un tono degno della peggior casta politica, ma scrive altre sciocchezze che una semplice googlata le avrebbe evitato.
Vero è che siamo abituati a deputati e senatori che non hanno idea di cosa sia la Costituzione italiana o di dove sia l’Afghanistan, paese nel quale siamo in guerra. Ma intanto, proprio contro questa situazione il MoVimento 5 stelle ha costruito la sua fortuna, e comunque se l’ignoranza sulle tecnicità del funzionamento della macchina politica del nostro Paese può essere perdonata a dei giovani e nuovi volti, l’ignoranza sulla Costituzione repubblicana e sulla storia del fascismo e dell’antifascismo del nostro Paese no, io quella non mi sento di perdonarla in nessun modo.
Avere un capogruppo alla camera di un gruppo così forte che pensa queste cose, e che alle accuse replica peggiorando la situazione, è un problema per tutti, non solo per il gruppo M5S, perché siamo in un momento difficile e delicato. Che potrebbe portare a cose nuove e belle, ma anche a cose orrende…
E non ci sono più “opinioni personali” personali che tengano: Roberta Longobardi è capogruppo alla Camera e – insisto ancora – è portavoce. Ovunque scriva (che vuol dire che ha anche meditato su quel che ha scritto), e ovunque parli, non lo fa più per se stessa, ma per tutti quelli che hanno votato M5S e per tutti quelli che rappresenta come capogruppo. Soprattutto dopo quello che ha detto lo stesso Beppe Grillo sull’articolo 67 della Costituzione (che come dimostra la vicenda Longobardi, è da difendere con le unghie e con i denti).
Ora, siccome io non sono pregiudizialmente contrario al MoVimento 5 Stelle, anche se la dinamica del guru, che ben conosco, mi fa paura non poco, sono qui, non credo da solo, disponibile a dare una mano.
Ma vedo, purtroppo, che da parte di molti aderenti e simpatizzanti del MoVimento si risponde alle critiche nello stesso modo nel quale molte critiche vengono fatte: in modo ideologico e pergiudiziale. E questo mi piace ancora meno.
 

 


 
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento

Di la tua