sabato 9 gennaio 2010

IL CONFRONTO DELLE IDEE


“Il confronto delle idee” nasce, come tutte le cose che hanno un minimo di continuità, per gioco. Ricordo che eravamo a casa del Compagno Micheletti Walter in una fredda sera alla fine del 1993. Ci ritrovavamo spesso in quell’abitazione per parlare di politica, ragionare sulle varie possibilità di affermazione di un’idea rivoluzionaria che potesse trasformare il mondo. Le speranze erano tante anche se gli epocali avvenimenti (il crollo del socialismo reale, la fine del PCI) lasciavano pochi spazi a questi sogni. Ma nonostante tutto continuavamo a credere fortemente in quest’ideale di giustizia, uguaglianza, libertà e fratellanza: a credere cioè nel comunismo, a credere in una trasformazione radicale della società. E non eravamo soli, avevamo forti possibilità di affermazione. Alle elezioni politiche del 1992 Rifondazione a Torgiano ottenne il 14% dei consensi, in Umbria il 10% e in Italia il 6,5%. Io mi iscrissi al partito l’anno successivo, dopo che Ingrao lasciò definitivamente il PDS e Bertinotti conduceva la battaglia nella CGIL di “essere sindacato” per una maggiore democrazia sindacale nei luoghi di lavoro e si accingeva a diventare segretario nazionale. Ma come fare a diffondere le nostre idee, i nostri progetti, a poter materialmente chiarire, prima di tutto a noi stessi, i nostri sogni, le nostre speranze? Era naturale pensare ad un bollettino di circolo, ad un giornalino da distribuire nel nostro territorio .Si impose, così, immediatamente quale nome dare a questa nostra pubblicazione. Stavamo sfogliando un volume dove era raccolta una serie di numeri della storica rivista “Ordine Nuovo” fondata da Antonio Gramsci nel 1919. In questa rivista era curata una rubrica dal nome “la battaglia delle idee”. Pensavo che quello doveva essere il nome da dare al nostro giornalino. La nostra era, dopo tutto, una battaglia per affermare un’idea alternativa a quella che era la concezione del mondo e della società: una società liberista, dove le uniche leggi che avevano importanza erano quelle dettate dall’economia e dal cosiddetto “libero mercato”. Non accettavamo nella maniera più assoluta questa rassegnazione che l’unico mondo possibile fosse quello occidentale capitalistico. Perciò la nostra era prima di tutto una battaglia culturale per poter far si che il socialismo fosse (sia) un obiettivo concreto e necessario. “socialismo o barbarie” ripeteva Riccardo Lombardi. Noi avevamo fatto nostra quella massima. Il revisionismo storico aveva cominciato a tessere le proprie fila,e questo tipo di propaganda mirava, riuscendoci, a far passare tra l’opinione pubblica che la guerra di Resistenza era stata condotta da comunisti assassini, che la costituzione, atto fondante della nostra repubblica, nata appunto dalla Resistenza, doveva essere cambiata, che il PCI di Togliatti non era altro che la lunga mano di Stalin, che il comunismo era equiparabile al nazismo. Tutto questo sappiamo che non è vero, ma non siamo stati capaci di fermare e contrastare questa strumentalizzazione politica, così oggi ci troviamo costretti a puntualizzare storia e fatti che consideravamo acquisiti per poter diffondere le nostre idee, il nostro credo politico. Sono queste le ragioni che hanno indotto Lucio Magri a scrivere il libro “il sarto di Hulm” dove narra in maniera oggettiva la storia del movimento operaio del ‘900. Ma tornando a noi, e a quelle serate, fu Micheletti a dire con ragione che riproporre una rubrica di una storica testata fondata per l’appunto da Antonio Gramsci era presuntuoso, e propose di sostituire “la battaglia” con “il confronto”. Nacque così “Il Confronto delle Idee”, che ancora oggi con uguale entusiasmo, con la stesse fede politica di allora , nonostante le recenti e brucianti sconfitte, scriviamo e diffondiamo.

Attilio Gambacorta