Oggi
il centro di Ancona sarà nuovamente attraversato da un corteo promosso
dagli operai della Fincantieri. Ma sarà un corteo diverso da quelli a
cui gli anconetani si sono abituati ad assistere, e a partecipare, da
mesi. Non sarà una marcia della «collera», ma al contrario una festa per
celebrare finalmente un risultato positivo strappato dopo mesi di lotte
dai lavoratori, sostenuti dalla Fiom, che hanno costretto l’azienda a
fare un passo indietro e rinunciare al piano «terminale» che avrebbe
messo in ginocchio il luogo simbolo del lavoro e dell’orgoglio
marchigiano. In testa al corteo ci sarà il segretario regionale della
Fiom, Giuseppe Ciarrocchi, «Peppe» per gli amici. Se il merito del
salvataggio dei cantieri è degli operai che non hanno mai mollato, un
ruolo speciale nella lunga vertenza l’ha avuto lui, leader riconosciuto
nelle lotte come nelle trattative.
E invece da Ciarrocchi bisogna guardarsi, essendo «oggettivamente» colpevole di lesa maestà nei confronti della Cgil, la sua stessa confederazione. Si è macchiato di un grave reato e di conseguenza la Commissione interregionale di garanzia l’ha punito sospendendolo per sei mesi dal direttivo regionale delle Marche. Ora, con l’aiuto di Paolo Virgili che fa parte come Ciarrocchi dell’area programmatica di minoranza «La Cgil che vogliamo», vi raccontiamo per filo e per segno il crimine consumato nella città dorica, il processo, la condanna e infine la decisione di tutti i dirigenti marchigiani della minoranza Cgil di autosospendersi dagli incarichi nei direttivi regionale e di tutte le camere del lavoro. Una delibera applicativa dello Statuto varata dopo l’ultimo Congresso nazionale fa divieto, salvo autorizzazione delle segreterie, alla «Cgil che vogliamo» di stampare volantini e materiale vario con il simbolo della Cgil e quello dell’area programmatica: una roba che rimanda alla cultura della Terza internazionale e a una concezione militarizzata del «centralismo democratico». Ogni «violazione» dell’ordine dopo il Congresso aveva determinato richiami verbali, come a Pesaro; ad Ascoli uno striscione della «Cgil che vogliamo» per la manifestazione della Fiom del 16 ottobre era stato sequestrato.
E arriviamo al reo Ciarrocchi. Qualche mese fa un delegato Fiom aveva diffuso nella rete della Cgil un documento in cui si mettevano a confronto le ragioni della maggioranza dell’organizzazione a sostegno dell’accordo interconfederale del 28 giugno e quelle critiche della minoranza Cgil. Apriti cielo: il delegato fu raggiunto da un «biasimo» scritto e stessa condanna venne comminata a Ciarrocchi per «responsabilità oggettiva». Forse, per la burocrazia della Cgil avrebbe dovuto sottoporre a pubblico ludibrio quel delegato colpevole di violazione della «delibera applicativa». Per questo è «oggettivamente colpevole». Quando un solerte membro della mitica Commissione interregionale di garanzia ha chiamato il segretario della Fiom perché motivasse il suo comportamento irresponsabile, il nostro Peppe era nel cuore di un duro confronto con Fincantieri per la nota vertenza. E quando le richieste del «membro» si sono fatte insistenti, dalla Fincantieri è partita una risposta «lesiva» della dignità della Persona e dell’Organizzazione. Probabilmente Ciarrocchi si è lasciato scappare un classico «vaffanculo», ho cose più serie che non le vostre turbe burocratiche: la sorte di centinaia di operai. Sospeso per per sei mesi.
Martedì mattina, poche ore dopo l’esito positivo della vertenza Fincantieri si è riunito il direttivo regionale della Cgil per discutere di «fase politica e nostri compiti». I dirigenti della Cgil che vogliamo hanno presentato un ordine del giorno per denunciare l’inopportunità della sospensione «per un accadimento che poteva e doveva essere chiarito attraverso una normale dialettica nel gruppo dirigente». L’odg ricordava i meriti sindacali di Ciarrocchi, che dovrebbero stare a cuore all’organizzazione più dei certami burocratico-amministrativi, è stato ritenuto «non ammissibile», in quanto «non inerente» la discussione di alta strategia sindacale in corso. A questo punto i 16 compagni della minoranza nel direttivo si sono autosospesi fino al termine del «confino» imposto a Ciarrocchi e la stessa decisione è stata presa da tutti i dirigenti delle camere del lavoro della regione. Quando tra qualche giorno si terrà il nuovo direttivo regionale per eleggere il segretario (quello attuale, Gianni Venturi, è decaduto per scadenza termini), la Cgil che vogliamo si riunirà in un’altra sala insieme al coordinatore nazionale dell’area, Gianni Rinaldini.
Ma oggi Ancona è in festa per aver salvato i suoi cantieri navali e il più festeggiato di tutti sarà Peppe Ciarrocchi, come lo è stato ieri al cantiere: gli operai e la città se ne fottono dei biasimi degli apparati e delle sospensioni. I marchigiani sono gente concreta, guardano ai risultati e se ogni tanto qualcuno si manda affanculo se ne fanno una ragione.
ps: di storiacce simili a questa, purtroppo, ce ne segnalano diverse, dal nord al sud. Che sta succedendo in Cgil?
E invece da Ciarrocchi bisogna guardarsi, essendo «oggettivamente» colpevole di lesa maestà nei confronti della Cgil, la sua stessa confederazione. Si è macchiato di un grave reato e di conseguenza la Commissione interregionale di garanzia l’ha punito sospendendolo per sei mesi dal direttivo regionale delle Marche. Ora, con l’aiuto di Paolo Virgili che fa parte come Ciarrocchi dell’area programmatica di minoranza «La Cgil che vogliamo», vi raccontiamo per filo e per segno il crimine consumato nella città dorica, il processo, la condanna e infine la decisione di tutti i dirigenti marchigiani della minoranza Cgil di autosospendersi dagli incarichi nei direttivi regionale e di tutte le camere del lavoro. Una delibera applicativa dello Statuto varata dopo l’ultimo Congresso nazionale fa divieto, salvo autorizzazione delle segreterie, alla «Cgil che vogliamo» di stampare volantini e materiale vario con il simbolo della Cgil e quello dell’area programmatica: una roba che rimanda alla cultura della Terza internazionale e a una concezione militarizzata del «centralismo democratico». Ogni «violazione» dell’ordine dopo il Congresso aveva determinato richiami verbali, come a Pesaro; ad Ascoli uno striscione della «Cgil che vogliamo» per la manifestazione della Fiom del 16 ottobre era stato sequestrato.
E arriviamo al reo Ciarrocchi. Qualche mese fa un delegato Fiom aveva diffuso nella rete della Cgil un documento in cui si mettevano a confronto le ragioni della maggioranza dell’organizzazione a sostegno dell’accordo interconfederale del 28 giugno e quelle critiche della minoranza Cgil. Apriti cielo: il delegato fu raggiunto da un «biasimo» scritto e stessa condanna venne comminata a Ciarrocchi per «responsabilità oggettiva». Forse, per la burocrazia della Cgil avrebbe dovuto sottoporre a pubblico ludibrio quel delegato colpevole di violazione della «delibera applicativa». Per questo è «oggettivamente colpevole». Quando un solerte membro della mitica Commissione interregionale di garanzia ha chiamato il segretario della Fiom perché motivasse il suo comportamento irresponsabile, il nostro Peppe era nel cuore di un duro confronto con Fincantieri per la nota vertenza. E quando le richieste del «membro» si sono fatte insistenti, dalla Fincantieri è partita una risposta «lesiva» della dignità della Persona e dell’Organizzazione. Probabilmente Ciarrocchi si è lasciato scappare un classico «vaffanculo», ho cose più serie che non le vostre turbe burocratiche: la sorte di centinaia di operai. Sospeso per per sei mesi.
Martedì mattina, poche ore dopo l’esito positivo della vertenza Fincantieri si è riunito il direttivo regionale della Cgil per discutere di «fase politica e nostri compiti». I dirigenti della Cgil che vogliamo hanno presentato un ordine del giorno per denunciare l’inopportunità della sospensione «per un accadimento che poteva e doveva essere chiarito attraverso una normale dialettica nel gruppo dirigente». L’odg ricordava i meriti sindacali di Ciarrocchi, che dovrebbero stare a cuore all’organizzazione più dei certami burocratico-amministrativi, è stato ritenuto «non ammissibile», in quanto «non inerente» la discussione di alta strategia sindacale in corso. A questo punto i 16 compagni della minoranza nel direttivo si sono autosospesi fino al termine del «confino» imposto a Ciarrocchi e la stessa decisione è stata presa da tutti i dirigenti delle camere del lavoro della regione. Quando tra qualche giorno si terrà il nuovo direttivo regionale per eleggere il segretario (quello attuale, Gianni Venturi, è decaduto per scadenza termini), la Cgil che vogliamo si riunirà in un’altra sala insieme al coordinatore nazionale dell’area, Gianni Rinaldini.
Ma oggi Ancona è in festa per aver salvato i suoi cantieri navali e il più festeggiato di tutti sarà Peppe Ciarrocchi, come lo è stato ieri al cantiere: gli operai e la città se ne fottono dei biasimi degli apparati e delle sospensioni. I marchigiani sono gente concreta, guardano ai risultati e se ogni tanto qualcuno si manda affanculo se ne fanno una ragione.
ps: di storiacce simili a questa, purtroppo, ce ne segnalano diverse, dal nord al sud. Che sta succedendo in Cgil?
I pay a visit day-to-day some sites and information sites to read articles,
RispondiEliminaexcept this web site provides quality based writing.
My web-site ... cellulite treatment
vans
RispondiEliminamichael kors outlet
air max 2019
calvin klein outlet
kd 12 shoes
balenciaga
curry 6 shoes
nike air max 97
balenciaga triple s
kyrie spongebob
website link Ysl replica handbags blog https://www.dolabuy.su home aaa replica bags
RispondiEliminav7s27j4z27 e1i59e2h22 x4q16p0n46 b2x85o4z31 t9q09q6a36 f0i22l4y63
RispondiEliminagörüntülü show
RispondiEliminaücretlishow
7DL