PERUGIA - Dall’Assessore regionale Stefano Vinti
riceviamo e pubblichiamo: “Che c’entra “la gestione pubblica dell’acqua e
la fuoriuscita degli interessi privati dal servizio idrico”, votata da
27 milioni di cittadini italiani con l’affermazione “la gestione
dell’acqua come risorsa pubblica deve corrispondere alla valorizzazione
del contenuto economico della gestione”, del Ministro dell’ambiente
Corrado Clini? Forse c’è qualcosa che non va. Sono principi
diametralmente opposti. Il primo, esito del referendum popolare ed in
quanto tale da rispettare.
Il secondo, indice che l’attuale Governo non intende invece
rispettare l’esito del referendum e si sta muovendo rapidamente verso
l’aggiramento del volere popolare, nascondendosi dietro la crisi e
l’emergenza.
La mancata applicazione a più di sei mesi dal voto, i primi attacchi, operati sotto il governo Berlusconi (si paga ancora la remunerazione del capitale delle bollette), erano solo l’inizio. Il governo Monti, per concludere l’opera, col Decreto liberalizzazioni introdurrà misure che potrebbero archiviare definitivamente il referendum.
La mancata applicazione a più di sei mesi dal voto, i primi attacchi, operati sotto il governo Berlusconi (si paga ancora la remunerazione del capitale delle bollette), erano solo l’inizio. Il governo Monti, per concludere l’opera, col Decreto liberalizzazioni introdurrà misure che potrebbero archiviare definitivamente il referendum.
Non sono solo vaghe idee, sono le dichiarazioni di autorevoli
rappresentanti dell’Esecutivo che ce lo dicono apertamente. Viene a gran
voce ribadito che l’acqua è sì un bene pubblico, ma che la sua gestione
va liberalizzata. Quindi, per capirci, finché sgorga e corre libera è
di tutti, dal momento in cui viene incanalata serve al profitto.
Ma il voto non aveva detto il contrario? Milioni di italiani, tra
cui circa 387.000 umbri (il 96% circa degli aventi diritto al voto) si
sono espressi molto chiaramente: ripubblicizzazione del servizio idrico e
abrogazione del profitto nella gestione dell’acqua, eliminando il 7% di
remunerazione del capitale investito. E questo ci aspettiamo”.
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