di Enrico Flamini, Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia
Il governo Monti sta procedendo come un treno e continua con i
propri provvedimenti a rendere ancora più inaccettabili le condizioni di
vita, di sofferenza e di disagio sociale di larghe fasce della società.
Prima con gli aumenti generalizzati, dalla reintroduzione dell'Ici ai
carburanti e all' IVA, e con la più pesante controriforma delle pensioni
della storia del nostro paese. Poi, attraverso lo specchietto per le
allodole delle liberalizzazioni per tassisti, notai e farmacie e senza
toccare le banche e i privilegi veri dei grandi patrimoni, il governo
rafforza i processi di privatizzazione dei servizi pubblici locali, da
cui si salva solo l’acqua, con ricadute che saranno pesantissime anche
per la nostra regione. E oggi il governo si sta accingendo, dopo aver
fatto le prove generali con l’eliminazione dell’obbligo del rispetto del
contratto nazionale nelle ferrovie, a fare tabula rasa di diritti e
garanzie per l'intero mondo del lavoro. Nello specifico, mentre la Cgil
aveva presentato una seria proposta di riordino degli ammortizzatori
sociali fino all'introduzione di un reddito minimo per i disoccupati di
lunga durata, Fornero non solo propone di eliminare la cassa
integrazione straordinaria e in deroga, ma anche l'introduzione di un
contratto iniziale senza tutele attraverso il quale le imprese possono
licenziare liberamente: leggasi abolizione dell'articolo 18 dello
Statuto dei Lavoratori.
Alcuni dati: l’Ocse ci dice che in Italia il reddito medio del 10% benestante è 10 volte di più del reddito medio del 10% più povero; la Banca d’Italia ci dice che il 10% della popolazione detiene il 46% delle ricchezze mentre il 14,4% resta in situazione di povertà a causa di reddito insufficiente; secondo l’Istat l’inflazione si è mangiata l'1,8% dei salari; i dati dell'osservatorio Cgil confermano il pesante aumento del ricorso alla cassa integrazione; sempre secondo la Cgil in Umbria i salari continuano ad essere inferiori del 9% rispetto alla media nazionale, 20.000 lavoratori sono in cassa integrazione e i posti a rischio sono circa 10.000. Ecco, in questa situazione di completa assenza di politica industriale, il governo vorrebbe davvero farci credere che grazie ai suoi provvedimenti l'anno prossimo il PIL aumenterà dell'11%? Lo abbiamo già detto e continuiamo a ripeterlo: in Umbria e nella nostra provincia continuano ad aumentare quotidianamente le crisi aziendali e nessun settore, nessun territorio è risparmiato, dalla Franchi alla Grifo, dalla Firema alla Sirap Gema, dalla Merloni alla Brunelli, dalla Trafomec alla Piselli, dalla Faber fino alla mobilitazione degli autotrasportatori. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sociale. La priorità in Umbria resta il lavoro. Per questo riteniamo che nel nostro paese sia davvero urgente e necessario far crescere l’opposizione. Dopo la riuscita dello sciopero del 27 gennaio dei sindacati di base, abbiamo un'altra grande occasione con la manifestazione della Fiom dell’11 febbraio. Prima che Monti e i suoi “tecnici” completino l'opera di distruzione dei diritti dei lavoratori, peraltro già avviata da Berlusconi, ribadiamo la nostra volontà di costruire un percorso unitario della sinistra politica capace di proporre al paese una seria e credibile alternativa. Iniziamo dall'Umbria.
Alcuni dati: l’Ocse ci dice che in Italia il reddito medio del 10% benestante è 10 volte di più del reddito medio del 10% più povero; la Banca d’Italia ci dice che il 10% della popolazione detiene il 46% delle ricchezze mentre il 14,4% resta in situazione di povertà a causa di reddito insufficiente; secondo l’Istat l’inflazione si è mangiata l'1,8% dei salari; i dati dell'osservatorio Cgil confermano il pesante aumento del ricorso alla cassa integrazione; sempre secondo la Cgil in Umbria i salari continuano ad essere inferiori del 9% rispetto alla media nazionale, 20.000 lavoratori sono in cassa integrazione e i posti a rischio sono circa 10.000. Ecco, in questa situazione di completa assenza di politica industriale, il governo vorrebbe davvero farci credere che grazie ai suoi provvedimenti l'anno prossimo il PIL aumenterà dell'11%? Lo abbiamo già detto e continuiamo a ripeterlo: in Umbria e nella nostra provincia continuano ad aumentare quotidianamente le crisi aziendali e nessun settore, nessun territorio è risparmiato, dalla Franchi alla Grifo, dalla Firema alla Sirap Gema, dalla Merloni alla Brunelli, dalla Trafomec alla Piselli, dalla Faber fino alla mobilitazione degli autotrasportatori. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sociale. La priorità in Umbria resta il lavoro. Per questo riteniamo che nel nostro paese sia davvero urgente e necessario far crescere l’opposizione. Dopo la riuscita dello sciopero del 27 gennaio dei sindacati di base, abbiamo un'altra grande occasione con la manifestazione della Fiom dell’11 febbraio. Prima che Monti e i suoi “tecnici” completino l'opera di distruzione dei diritti dei lavoratori, peraltro già avviata da Berlusconi, ribadiamo la nostra volontà di costruire un percorso unitario della sinistra politica capace di proporre al paese una seria e credibile alternativa. Iniziamo dall'Umbria.
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