Sgomberi a Roma, per le scuse altri 15 anni. Come per la Diaz
Gran parte dei giornali di oggi e quasi tutte le TV hanno dato grande e legittimo risalto alla carezza che un poliziotto ha ritenuto di dare ad una donna eritrea stravolta dal dolore, dalla disperazione, dalla rabbia. Quel gesto ci fa capire, e non avevamo dubbi, che dentro gli apparati dello Stato e nelle forze di polizia, esistono migliaia di persone capaci, professionali, fedeli alla Costituzione, capaci di quotidiani gesti di solidarietà e di umanità.
Proprio per questo è ingiusto generalizzare e puntare il dito contro chiunque indossi una divisa e abbia il delicato compito di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico, magari dovendo supplire all’inefficienza e al dilettantismo di coloro che avrebbero avuto la responsabilità istituzionale di trovare una soluzione alternativa ai profughi eritrei.
Quella carezza, tuttavia, non deve essere neppure usata per cancellare le immagini dei pestaggi, le cariche contro donne e bambini, gli inviti a “spezzare le braccia”. Guai a confondere tutti gli uomini in divisa con gli “squadristi” della Diaz o con chi ha pestato a sangue gli Aldrovandi e i Cucchi, per fare solo due nomi, ma guai anche a fingere di non sapere e di non vedere.
Se davvero si vuole rispettare ed onorare chi, ogni giorno, compie il proprio dovere è necessario individuare e sanzionare quanti, e non solo in Piazza Indipendenza, hanno tradito
la legalità costituzionale e repubblicana, magari evitando di scaricare le responsabilità sull’ultima delle reclute.
Per i misfatti della Diaz le scuse sono arrivate dopo oltre 15 anni, questa volta sarà il caso di essere più “celeri”.
 
 

La prefetta di Roma deve essere rimossa di Giulio Marcon

Corbis via Getty Images
La prefetta di Roma, Paola Basilone, deve essere rimossa.
La responsabilità per quello che è successo con il violento sgombero dei rifugiati a piazza Indipendenza a Roma giovedì 24 agosto è gravissima. Sono stati manganellati rifugiati, terrorizzati donne e bambini, violati i diritti delle persone.
La prefetta ha rivendicato con orgoglio la regia di questa operazione, dove -tra l'altro- un poliziotto ha invitato a spezzare un braccio ai rifugiati e dove gli idranti sono stati utilizzati colpendo anche minori e donne. La prefetta dice -in interviste al Corriere della Sera e a Repubblica di oggi- che quegli idranti erano lì solo per spegnere delle bombole di gas gettate contro i poliziotti. Ma la prefetta non ha visto le immagini e le foto degli idranti sparati contro i rifugiati? Allora, delle due l'una. O non dice (tutta) la verità o non è informata di quello che è successo: entrambi i casi sono (altri) buoni motivi per chiederne la rimozione.
Certamente non sarà rimossa da Minniti (che dovrebbe dimettersi), che sarà soddisfatto di come è stata applicata la sua "filosofia" dei suoi decreti: via i poveri dai centri storici. Anche con la violenza organizzata della polizia.
La prefetta di Roma è responsabile di un'operazione clamorosamente brutale, gratuita e crudele condannata dalla Chiesa -basta leggere l'Avvenire di oggi- dalle agenzie umanitarie internazionali come l'Unicef e dal volontariato. Un'operazione degna più di uno stato poliziesco che di uno stato di diritto (dove i rifugiati dovrebbero essere accolti e protetti e non costretti a dormire in uno stabile occupato), più di un regime sudamericano degli anni '70 che di un paese democratico che all'articolo 10 della Costituzione garantisce l'asilo e la protezione di chi scappa dalle persecuzioni.
Sul Corriere della Sera la prefetta di Roma definisce l'operazione di Piazza Indipendenza come "cleaning". Poteva risparmiarselo. Forse alla prefetta quella parola non ricorda niente, ma a noi che negli anni '90 siamo andati avanti e indietro dalla ex Jugoslavia quello che ci viene in mente con "cleaning" – e che ancora ci fa soffrire- è la "ethnic cleansing", la pulizia etnica di cui hanno subito le conseguenze milioni di sfollati e rifugiati jugoslavi. Ora piazza Indipendenza è "pulita" da questi eritrei ed etiopi che che credevano che il nostro paese fosse un po' più democratico di quello da cui sono fuggiti.
Ecco signora prefetta: avete fatto il "cleaning" dello stabile occupato e di Piazza Indipendenza: mai tanti mezzi dell'Ama sono stati mobilitati per questa piazza e per pulire i suoi giardini. Ma avete anche fatto il "cleaning" dei diritti delle persone, della nostra Costituzione e dell'umanità di un paese democratico.