ANSA
Disumano. Tutto, in questa terribile estate 2017
ci pare disumano. Il caldo mostruoso e il fuoco che divorano l'Italia: e
le piogge che iniziano a sgretolarlo, al Nord. E disumano appare un
discorso politico che di fronte alla più grande questione del nostro
tempo, la migrazione di una parte crescente dell'umanità, reagisce invocando la polizia. Un muro di divise che faccia nel Mediterraneo quello che vorrebbe fare il muro di Trump al confine col Messico.
Eppure
no: è tutto terribilmente umano. È stato l'uomo a cambiare il clima. È
stato l'uomo a innescare la grande migrazione: sono state la
diseguaglianza, l'ingiustizia, la desertificazione, lo sfruttamento
selvaggio dell'Africa, la stolta politica internazionale e le guerre
umanitarie. "Ascoltate, e intendetemi bene: è dal cuore dell'uomo che
escono i propositi di male", dice Gesù nel Vangelo di Marco.
Umano,
dunque: terrificantemente umano. Di una umanità sfigurata dalla paura,
dalla rabbia, dall'avidità. Parliamo di tutto questo quando parliamo
della vittoria della destra: peggio, di una egemonia culturale della
destra che si estende sul discorso pubblico. Una egemonia culturale che
domina – piaccia o non piaccia: è un fatto – il maggior partito
italiano: già di centro-sinistra, oggi inequivocabilmente vittima del
pensiero unico della destra della paura e dell'odio. E ci sono almeno
tre differenti tipi di destra che si stanno mangiando oggi il corpo del
Pd.
La
prima è quella che ha dominato il pensiero unico del centrosinistra
negli ultimi decenni: quella del neoliberismo appena travestito da terza
via blairiana. Quella per cui ormai siamo non solo in una economia, ma
in una società, di mercato. A cui non c'è alternativa. Per esempio: nella legge sulla concorrenza approvata
la settimana scorsa c'è un articolo che distrugge alla radice l'idea
stessa di tutela dei beni culturali. Che si potranno esportare con una
semplice autocertificazione basata sulle soglie di valore. Il denaro
come unico metro, la totale libertà dell'individuo, l'abdicazione dello
Stato. Un articolo esplicitamente scritto dalla lobby dei mercanti
d'arte, un cui rappresentante sedeva nella commissione, nominata dal
ministro Franceschini, che ha scritto la legge.
Un
provvedimento settoriale, certo: ma che confermando ancora che il
denaro è l'unica misura della libertà chiarisce molto bene l'orizzonte
anti-umano di questo "centrosinistra".
La seconda destra è quella, più tradizionale, del ministro Minniti. Una destra law and order
che vuole mettere la polizia a bordo delle navi Ong: una destra perfino
un po' grottesca, perché vorrebbe resuscitare la faccia poliziesca
dello Stato avendo però smontato del tutto lo Stato. Se non è la Guardia
Costiera a governare la situazione, nel Mediterraneo, è perché
centrodestra e centrosinistra hanno indistinguibilmente distrutto lo
Stato, definanziando e disprezzando tutto ciò che è pubblico, dalle
forze di polizia alla scuola, dalla sanità alla forestale, dalle
biblioteche ai pubblici ministeri. E non è certo militarizzando le Ong
che si ricostruisce lo Stato. Come non è con il reato di immigrazione
clandestina che si può sperare di affrontare l'età delle migrazioni.
La terza destra è quella di Matteo Renzi. Una destra anarcoide, individualista e populista. Una destra che sostituisce allo Stato una somma di gated communities:
comunità separate dai soldi, divise per censo. Una destra che non ha
nessuna chiusura verso le libertà individuali, anzi le incoraggia in
chiave antisociale. Gratificando privatamente i cittadini a cui si
toglie ogni dimensione pubblica, sociale, comunitaria.
E, come ha scritto Guido Mazzoni in una analisi molto fine:
Se un certo fondo di anarchismo unisce la destra populista al modello liberale classico, ciò che li separa è l'ethos. La destra populista costruisce se stessa attorno a un'antitesi netta, identitaria, fra Noi e Loro. ... Il senso comune cui la destra populista si richiama nasce dall'arcaico: è l'ethos dei primi occupanti, che separa i legittimi dagli illegittimi, i normali dagli anormali, gli autoctoni dai barbari. Il gruppo dei primi occupanti trasforma la propria identità nel corso del tempo, includendo gruppi di secondi occupanti radicati, o mostrandosi più tollerante verso identità di genere e comportamenti che fino a qualche anno fa avrebbero portato all'esclusione, ma non viene mai meno l'asimmetria fra chi viene-prima e chi viene-dopo.
È esattamente questa la chiave culturale che permette di comprendere l'affermazione di Renzi sull'"aiutiamoli a casa loro".
Dove il
punto è la contrapposizione delle case: la nostra, la loro. Un
fortissimo richiamo identitario: il conflitto tra "Noi" e "Loro" che
prende il posto del conflitto di classe e di censo, negato, rimosso,
depotenziato. E questa terza destra, si badi, non è solo del leader: la
mutazione riguarda tutto il partito, come dimostrano le affermazioni di una esponente della segreteria Pd sulla "razza italiana" da perpetuare, quelle di un senatore sul fatto che salvare vite umane non è un obiettivo (perché sono le Loro vite, beninteso), quelle della sindaca che aumenta le tasse a chi accoglie Loro.
Mi
pare che se non si prenda atto di questa triplice involuzione destrorsa
del Partito democratico tutti i discorsi sul futuro della Sinistra
italiana non faranno i conti con la realtà. È davvero possibile un
centrosinistra se il centro è questo? E una forza come Mdp (che vota la
legge sulla concorrenza e sostiene il governo del Codice Minniti)
ambisce a contrastare l'egemonia culturale di questa nuova destra
espansiva, o ne è a sua volta vittima? Sono questi i nodi da sciogliere.
Perché
oggi un progetto per una nuova sinistra non può che ripartire da quel
"pieno sviluppo della persona umana" che l'articolo 3 della Costituzione
indica come bussola alla Repubblica. Mai come in questa estate essere e
restare umani appare un obiettivo rivoluzionario.
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