Il titolo dell'appello è "Io
preferirei di no", e richiama i tempi del fascismo, quando alcuni
professori si opposero al regime. Il contenuto è un duro atto di accusa
contro le politiche migratorie del governo e in particolare del ministro
dell'Interno Marco Minniti.
"È in corso un nuovo sterminio di massa - esordisce il testo - Donne, bambini, uomini, intere famiglie costrette a fuggire dalla guerra e dalla fame. Costretti a farlo indebitandosi, subendo violenze e torture nelle carceri libiche, rischiando di annegare, di morire di sete e di ustioni da carburante su barconi fatiscenti". In tutto questo, si legge, "il nostro Governo non è indifferente a questa carneficina ma complice: invia navi militari per impedire ai migranti di lasciare le coste dell’Africa; si accorda con i dittatori dei paesi che perseguitano i profughi per bloccare ai confini chi tenta la fuga; perseguita le Ong che - senza alcun fine di lucro - salvano i migranti in mare; impone loro condizioni che rendono impossibile o vano l’intervento, come il divieto di trasbordare i profughi su imbarcazioni più grandi o l’obbligo della presenza sulle navi di ufficiali militari armati, inaccettabile per le associazioni umanitarie che operano in terre di conflitto solo grazie alla loro neutralità".
L'appello, aperto ad altre sottoscrizioni online, è firmato da numerose personalità del mondo della cultura come lo scrittore Erri De Luca e il critico d'arte Tomaso Montanari; dell'associazionismo come dall'Arci e da Cecilia Strada di Emergency; della Chiesa come Alex Zanotelli e la Comunità di San Benedetto al Porto di Genova che fu di don Andrea Gallo; dal sindacato Usb e dalla politica: tra gli altri, il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, quello di Rifondazione Maurizio Acerbo, Pippo Civati, il movimento del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. La sfida è quella contro il "governo che criminalizza chi salva vite umane, a disobbedire ai sindaci che intimano di non accogliere i profughi, a denunciare la loro complicità con questo deliberato sterminio".
"È in corso un nuovo sterminio di massa - esordisce il testo - Donne, bambini, uomini, intere famiglie costrette a fuggire dalla guerra e dalla fame. Costretti a farlo indebitandosi, subendo violenze e torture nelle carceri libiche, rischiando di annegare, di morire di sete e di ustioni da carburante su barconi fatiscenti". In tutto questo, si legge, "il nostro Governo non è indifferente a questa carneficina ma complice: invia navi militari per impedire ai migranti di lasciare le coste dell’Africa; si accorda con i dittatori dei paesi che perseguitano i profughi per bloccare ai confini chi tenta la fuga; perseguita le Ong che - senza alcun fine di lucro - salvano i migranti in mare; impone loro condizioni che rendono impossibile o vano l’intervento, come il divieto di trasbordare i profughi su imbarcazioni più grandi o l’obbligo della presenza sulle navi di ufficiali militari armati, inaccettabile per le associazioni umanitarie che operano in terre di conflitto solo grazie alla loro neutralità".
L'appello, aperto ad altre sottoscrizioni online, è firmato da numerose personalità del mondo della cultura come lo scrittore Erri De Luca e il critico d'arte Tomaso Montanari; dell'associazionismo come dall'Arci e da Cecilia Strada di Emergency; della Chiesa come Alex Zanotelli e la Comunità di San Benedetto al Porto di Genova che fu di don Andrea Gallo; dal sindacato Usb e dalla politica: tra gli altri, il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, quello di Rifondazione Maurizio Acerbo, Pippo Civati, il movimento del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. La sfida è quella contro il "governo che criminalizza chi salva vite umane, a disobbedire ai sindaci che intimano di non accogliere i profughi, a denunciare la loro complicità con questo deliberato sterminio".
È in corso un nuovo sterminio di massa.
Donne, bambini, uomini, intere famiglie costrette a fuggire dalla
guerra e dalla fame. Costretti a farlo indebitandosi, subendo violenze e
torture nelle carceri libiche, rischiando di annegare, di morire di
sete e di ustioni da carburante su barconi fatiscenti.
Costretti a questo calvario dai governi dell’Europa che
ha prima saccheggiato le risorse dell’Africa e armato i conflitti che la
dilaniano e poi ha chiuso le porte ai profughi di quelle guerre,
obbligandoli alla fuga per l’unica via accessibile, la più pericolosa:
il Mediterraneo, dove muoiono il 75 per cento dei migranti che in tutto
il mondo, a migliaia, perdono la vita durante la loro fuga.
Il nostro Governo non è indifferente a questa carneficina ma
complice: invia navi militari per impedire ai migranti di lasciare le
coste dell’Africa; si accorda con i dittatori dei paesi che
perseguitano i profughi per bloccare ai confini chi tenta la fuga;
perseguita le Ong che - senza alcun fine di lucro - salvano i migranti
in mare; impone loro condizioni che rendono impossibile o vano
l’intervento, come il divieto di trasbordare i profughi su imbarcazioni
più grandi o l’obbligo della presenza sulle navi di ufficiali militari
armati, inaccettabile per le associazioni umanitarie che operano in
terre di conflitto solo grazie alla loro neutralità.
Il governo italiano si accanisce poi contro chi approda. Lo
respinge in Libia e lo riconsegna agli aguzzini che lo hanno torturato,
perché i segni di stupri e torture sono vecchi e non vengono refertati,
rendendo spesso vana la richiesta di asilo e protezione. Ai richiedenti
asilo viene comunque richiesto di svolgere lavori socialmente utili: di
lavorare gratis, per noi.
Alcuni sindaci minacciano di ritorsioni le famiglie che accolgono i migranti, vogliono che paghino più tasse.
Altri si rifiutano di destinare all’accoglienza dei profghi strutture
abbandonate. Altri intimano lo sgombero dei presidi dove volontari
distribuiscono gratuitamente pasti e vestiti e dispensano cure mediche.
Il servizio pubblico diffonde la falsa informazione che l’Italia sia
sotto assedio, che sia in corso un’invasione di profughi, che
l’accoglienza non sia sostenibile, quando il nostro paese non figura
nella lista di quelli che ospitano più rifugiati e non è nemmeno tra le
destinazioni più ambite in Europa: ogni cento richiedenti asilo, solo 7
fanno domanda in Italia.
Noi preferiremmo che non fosse così. Ci adoperiamo ogni giorno perché non sia così. Siamo qui a sfidare il Governo che criminalizza chi salva vite umane, a disobbedire ai sindaci che intimano di non accogliere i profughi, a denunciare la loro complicità con questo deliberato sterminio.
«Preferirei di no», risposero i professori universitari che si
rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo. Furono solo 12 su 1200.
Stavolta sappiamo di essere di più, e desideriamo creare un luogo dove
chi pensa che la fuga dalla guerra e dalla fame sia un diritto e
l’accoglienza un dovere possa ritrovarsi, mobilitarsi, esprimere la
propria solidarietà nei confronti di chi rischia la vita e di chi la
salva. Non staremo in silenzio, non staremo a guardare.
http://www.progressi.org/iopreferireidino
Hanno già firmato:
Maurizio Acerbo,
Pietro Adami,
Giorgio Airaudo,
Franco Berardi,
Gigi Bettoli,
Mauro Biani,
Alessandro Blasi,
Ilaria Bonaccorsi,
Loretta Bondì,
Maria Brighi,
Beppe Caccia,
Eleonora Camilli,
Antonio Caputo,
Luca Casarini,
Luciana Castellina,
Giulio Cavalli,
Domenico "Megu" Chionetti,
Danilo Chirico,
Giuseppe Civati,
Emily Clancy,
Neva Cocchi,
Raffaella Cosentino,
Andrea Costa,
Susanna Crostella,
Erri De Luca,
Gianmarco De Pieri,
Marina del Vecchio Roma,
Pino De Lucia,
Peppe De Marzo,
Gianluca Dicandia,
Alessio Di Florio,
Antonio Di Lisa,
Anna Falcone,
Marta Fana,
Mauro Farina,
Serena Felici,
Luigi Ferrajoli,
Enrico Fletzer,
Eleonora Forenza,
Francesca Fornario,
Nicola Fratoianni,
Andrea Fumagalli,
Stefano Galieni,
Alessandro Gilioli,
Patrizio Gonnella,
Franco Ippolito,
Francesca Koch,
Adriano Labbucci,
Roberto Lamacchia,
Riccardo Laterza,
Vittorio Longhi,
Maddalena Lovadina,
Andrea Maestri,
Rosanna Magarò,
Curzio Maltese,
Giulio Marcon,
Lorenzo Marsili,
Roberto Martelli,
Federico Martelloni,
Susanna Marietti,
Sandro Medici,
Sandro Mezzadra,
Francesco Miazzi,
Filippo Miraglia,
Alessandro Metz,
Fabrizio Modoni,
Tomaso Montanari,
Elena Monticelli,
Cristina Morini,
Michela Murgia,
Grazia Naletto,
Maria Teresa Ninni,
Maso Notarianni,
Fredo Oliviero,
Niccolò Ollino,
Moni Ovadia,
Erasmo Palazzotto,
Giovanni Palombarini,
Claudio Pelagallo,
Livio Pepino,
Sara Prestianni,
Alberto Prunetti,
Christian Raimo,
Alessandro Robecchi,
Marco Revelli,
Claudio Riccio,
Rosa Rinaldi,
Giulia Rodano,
Mauro Romualdo,
Melita Rosenholz,
Marina Rubino,
Pio Russo Krauss,
Alessandra Sciurba,
Vauro Senesi,
Giacomo Russo Spena,
Bia Sarasini,
Fabio Scaltritti,
Elly Schlein,
Sara Scognamillo,
Giovanna Maria Seddaiu,
Vauro Senesi,
Sergio Sorrentino,
Cecilia Strada,
Ugo Sturlese,
Giovanni Tognoni,
Massimo Torelli,
Roberta Tumiatti,
Roberto Viviani,
Alex Zanotelli,
Don Armando Zappolini,
Don Mussie Zerai
Associazioni e organizzazioni:
Accoglienza Degna Bologna,
Associazione Babele Grottaglie (Ta),
Associazione Laura Lombardo Radice,
Associazione Marco Mascagna,
Atletico Pop United-Anzio Nettuno,
Baobab Experience,
Casa Internazionale delle Donne,
Comunità San Benedetto al Porto,
Coordinamento genitori democratici Roma-CGD,
Coopertativa Sociale Agorà Kroton,
Làbas Occupato,
L’Isola di Arran,
Movimento DemA- Democrazia Autonoma,
Rete Operatori e Operatrici sociali contro i Decreti Minniti Orlando,
Tpo Bologna,
Unione Sindacale Italiana,
Ya Basta Bologna
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