Dopo l'accusa lanciata da Marchionne contro la Volgswagen, accusata di voler provocare un
“bagno di sangue sui prezzi e sui margini” del mercato europeo, a causa
della politica di sconti aggressivi messa in atto in uno scenario di
crisi che non ha precedenti per l'industria automobilistica europa, i dirigenti della casa automobilistica tedesca rispondono chgiedendo le dimissioni di Marchionne dalla guida dell'Associazione Costruttori Europei dell'Auto.
Volkswagen contro Marchionne: “Insopportabile, lasci la guida dell’Acea”
da Il Fatto Quotidiano
La
casa automobilistica tedesca considera "non più sostenibile" la
presidenza da parte del manager della Fiat dell'Associazione costruttori
europei dell'auto, dopo le sue frasi sugli incentivi tedeschi alle
vendite. Anche la Commissione europea smentisce che Berlino faccia
concorrenza sleale
La Volkswagen non ha digerito le dichiarazioni di Sergio Marchionne all’ Herald Tribune, che ha parlato di una “crisi che non ha precedenti” e
ha attaccato la politica di sconti aggressivi messa in atto dalla casa
di Wolfsburg che “è un bagno di sangue sui prezzi e sui margini”. Dalla
Germania hanno chiesto che il numero uno di Fiat lasci la presidenza
dell’Acea, l’Associazione dei costruttori europei dell’auto.
Il responsabile della comunicazione della casa automobilistica tedesca, Stephan Gruehsem, ha espresso tutta l’indignazione della sua azienda al Wall Street Journal,
spiegando che la su fabbrica considera come “non più sostenibile” la
guida del manager italo canadese dell’Acea. A fronte delle dichiarazioni
fatte da Marchionne, ha aggiunto Gruehsem, le sue dimissioni da
responsabile dall’associazione costruttori, rappresentano un’opzione per
la Volkswagen, l’altra è quella estrema, di abbandonare
l’organizzazione. Per i tedeschi infatti ”Marchionne è insopportabile
come presidente”. Per ora dal Lingotto nessuno ha voluto rilasciare
dichiarazioni.
Ma il vero “schiaffo” all’ad di Fiat è venuto dalla
Commissione europea, che ha fatto sapere in mattinata di ”non essere a
conoscenza” di pratiche scorrette sui prezzi applicate dalla Volkswagen.
Lo ha affermato il portavoce del commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia. L’Antitrust
dell’Unione può intervenire solo in caso di cartello o intesa sui
prezzi, o di abuso di posizione dominante su un determinato mercato, in
cui può rientrare la pratica di applicare prezzi molto al di sotto di
quelli di mercato per eliminare i concorrenti. A prima vista nell’ottica
di Bruxelles la dinamica denunciata da Marchionne sarebbe quindi “non
un problema di concorrenza sleale in sè ma piuttosto un normale processo
di mercato”.
Anche se per la fabbrica di automobili nostrana gli
affari stanno andando veramente male, per i tedeschi invece la
situazione è ribaltata. La Volkswagen ha chiuso il primo semestre con
un rialzo dell’utile operativo del 7% a 6,49 miliardi di euro, al di
sopra delle stime degli analisti e, secondo l’agenzia Bloomberg, a
livelli record. Le vendite sono in rialzo del 23% a 95,4 miliardi di
euro, grazie al buon andamento di Audi in Cina e negli Usa che ha
permesso di compensare gli effetti della crisi in Europa. Tuttavia, ci
sono differenze tra i modelli gestionali e di business delle due
società. Diversamente dal modello autoritario Fiat, che precipita sui
mercati e taglia i posti di lavoro, nel colosso tedesco i manager e gli operai decidono insieme e l’azienda registra utili.
Diverso anche il trattamento dei lavoratori, se si mettono a confronto
le buste paga erogate dai due grandi gruppi: 2600 euro netti contro
1.400. Il lavoratore italiano prende di meno, paga più tasse e si ritrova welfare e servizi più scadenti. Nonostante questo, i bilanci della casa di Wolfsburg battono quelli del concorrente torinese.
P.S.: Forse il Commissario alla concerrenza della UE, Joaquin Almunia, dovrebbe mettere sotto osservazione i salari pagati ai lavoratori dalle due case automobilistiche e aprire una procedura per concorrenza sleale contro la FIAT.
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