Da
oggi è scaricabile gratis sul sito di MicroMega l'ebook "Oltre l'austerità" (a cura di
Sergio Cesaratto e Massimo Pivetti, 188p., pdf, 2,3mb). Un contributo indispensabile per
approfondire i temi della crisi economica e sociale che ha investito l'Europa e
le prospettive per la sua soluzione. Con estremo rigore analitico, ma con un
linguaggio accessibile anche per il lettore non specialista, gli autori del
volume fanno giustizia di molti luoghi comuni, superficialità ed errori con i
quali, anche sulla stampa italiana, è stata raccontata la crisi.
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"Oltre
l’austerità" è in primo luogo un libro di denuncia delle politiche folli
che in Europa e in Italia porteranno inevitabilmente – e in proporzioni
sconosciute da generazioni – ad alti livelli di disoccupazione, crollo degli
standard di consumo e dei servizi sociali e degrado delle nostre comunità. E'
un passato che tristemente ritorna. Chi porti la responsabilità politica di
questo, se la Merkel, o Monti (e con lui le forze che lo sostengono), oppure
ancora i gruppi dirigenti della sinistra radicale europea, in gran parte
superficiali e disinteressati ai temi reali, non è nostro compito dire. Così
come non vogliamo giudicare quante responsabilità per essere giunti a questo
punto vadano attribuite agli ignominiosi governi Berlusconi, oppure ai governi
ulivisti di centrosinistra, che dell’unificazione monetaria europea hanno fatto
la propria bandiera subordinando a essa gli obiettivi della piena occupazione e
di una più equa distribuzione del reddito e aprendo così la strada al ciclico
ritorno del Cavaliere.
Il nostro proposito è stato di smentire le sciocchezze in nome delle quali si chiedono sacrifici, in particolare che spesa e debiti pubblici siano causa ultima della crisi, e di mostrare come questi sacrifici a nulla porteranno tranne che a un avvitamento verso il basso della crisi in una spirale di cui non si vede la fine. Interessi nazionali, voglia di farla finita con sindacati e stato sociale, una totale assenza di lungimiranza politica e anche tanta ignoranza spiegano tutto questo.
Non il processo d’integrazione politica ed economica europeo viene messo sotto accusa nel libro – anzi riteniamo che il volume sia profondamente europeista – bensì il processo di unificazione monetaria. Quest'ultimo è stato progettato e si è dispiegato male. Ma non casualmente. Da parte dei governi italiani esso è stato interpretato come strumento di disciplina sindacale e sociale. In questo gioco i tedeschi hanno vinto, e noi abbiamo perso. Ora la crisi costituisce una nuova e più ghiotta occasione per perseguire il medesimo obiettivo.
Il volume nasce da un anno d’incontri, ma il gruppo non ha mai ritenuto che esso dovesse avere una tesi precostituita. Al di là di alcune differenziazioni, tuttavia, la pura disanima degli scenari che il paese ha davanti ha fatto prevalere in molti contributi l’idea che in questa unione monetaria non c’è spazio per il nostro paese, pena il suo rapido e drammatico degrado. Non è peraltro affatto escluso che l’euro non crolli da solo. Gli autori disegnano e auspicano altre soluzioni, del tutto possibili, che potrebbero garantire crescita, occupazione e sviluppo ecologicamente sostenibile all’Europa, contribuendo alla stabilità dell’economia globale. Ci pare tuttavia inutile accarezzare disegni che non hanno alcuna possibilità di prevalere. Serve più coraggio per guardare le cose come stanno. Questa è la nostra denuncia. Domandiamo alle forze politiche della sinistra quali altri sacrifici ritengono il paese debba inutilmente affrontare prima di assumersi le proprie responsabilità davanti alla realtà.
Il grosso degli autori gode di solida notorietà nella comunità internazionale degli economisti eterodossi. La sintesi dei loro contributi è nell’introduzione. E’ stata un’esperienza per noi importante, in un paese in cui non solo la sinistra è disinteressata a un lavoro intellettuale di lunga lena, ma nel quale anche il dibattito accademico si è impoverito con la progressiva formazione strettamente neoclassica delle giovani generazioni di economisti e la scomparsa di scena di grandi studiosi come Paolo Sylos Labini o Federico Caffè.
Il nostro lavoro continuerà in autunno perché tante sono le questioni su cui, riteniamo, vi sia da far luce con riguardo sia al recente passato che, in questa luce, alle prospettive. Al grande maestro di molti di noi scomparso lo scorso novembre, Pierangelo Garegnani – l’allievo prediletto di Piero Sraffa – abbiamo dedicato il volume proprio per ricordare come solo dall’associazione, che egli suggeriva, di una solida ricerca teorica con un’attenta analisi empirica, economica e storico-politica, entrambe motivate da un forte senso d’impegno civile, possano scaturire risultati solidi e duraturi. Speriamo che questo volume e il nostro lavoro futuro, possa costituire strumento di studio e di agitazione politica per un popolo di sinistra desideroso di opporsi al preoccupante corso degli eventi. Esso è anche dedicato ai nostri figli e a tutti i giovani.
Il nostro proposito è stato di smentire le sciocchezze in nome delle quali si chiedono sacrifici, in particolare che spesa e debiti pubblici siano causa ultima della crisi, e di mostrare come questi sacrifici a nulla porteranno tranne che a un avvitamento verso il basso della crisi in una spirale di cui non si vede la fine. Interessi nazionali, voglia di farla finita con sindacati e stato sociale, una totale assenza di lungimiranza politica e anche tanta ignoranza spiegano tutto questo.
Non il processo d’integrazione politica ed economica europeo viene messo sotto accusa nel libro – anzi riteniamo che il volume sia profondamente europeista – bensì il processo di unificazione monetaria. Quest'ultimo è stato progettato e si è dispiegato male. Ma non casualmente. Da parte dei governi italiani esso è stato interpretato come strumento di disciplina sindacale e sociale. In questo gioco i tedeschi hanno vinto, e noi abbiamo perso. Ora la crisi costituisce una nuova e più ghiotta occasione per perseguire il medesimo obiettivo.
Il volume nasce da un anno d’incontri, ma il gruppo non ha mai ritenuto che esso dovesse avere una tesi precostituita. Al di là di alcune differenziazioni, tuttavia, la pura disanima degli scenari che il paese ha davanti ha fatto prevalere in molti contributi l’idea che in questa unione monetaria non c’è spazio per il nostro paese, pena il suo rapido e drammatico degrado. Non è peraltro affatto escluso che l’euro non crolli da solo. Gli autori disegnano e auspicano altre soluzioni, del tutto possibili, che potrebbero garantire crescita, occupazione e sviluppo ecologicamente sostenibile all’Europa, contribuendo alla stabilità dell’economia globale. Ci pare tuttavia inutile accarezzare disegni che non hanno alcuna possibilità di prevalere. Serve più coraggio per guardare le cose come stanno. Questa è la nostra denuncia. Domandiamo alle forze politiche della sinistra quali altri sacrifici ritengono il paese debba inutilmente affrontare prima di assumersi le proprie responsabilità davanti alla realtà.
Il grosso degli autori gode di solida notorietà nella comunità internazionale degli economisti eterodossi. La sintesi dei loro contributi è nell’introduzione. E’ stata un’esperienza per noi importante, in un paese in cui non solo la sinistra è disinteressata a un lavoro intellettuale di lunga lena, ma nel quale anche il dibattito accademico si è impoverito con la progressiva formazione strettamente neoclassica delle giovani generazioni di economisti e la scomparsa di scena di grandi studiosi come Paolo Sylos Labini o Federico Caffè.
Il nostro lavoro continuerà in autunno perché tante sono le questioni su cui, riteniamo, vi sia da far luce con riguardo sia al recente passato che, in questa luce, alle prospettive. Al grande maestro di molti di noi scomparso lo scorso novembre, Pierangelo Garegnani – l’allievo prediletto di Piero Sraffa – abbiamo dedicato il volume proprio per ricordare come solo dall’associazione, che egli suggeriva, di una solida ricerca teorica con un’attenta analisi empirica, economica e storico-politica, entrambe motivate da un forte senso d’impegno civile, possano scaturire risultati solidi e duraturi. Speriamo che questo volume e il nostro lavoro futuro, possa costituire strumento di studio e di agitazione politica per un popolo di sinistra desideroso di opporsi al preoccupante corso degli eventi. Esso è anche dedicato ai nostri figli e a tutti i giovani.
L'INDICE DEL VOLUME
Introduzione - S. Cesaratto e M. Pivetti
1. Le politiche economiche dell’austeritàL’austerità, gli interessi nazionali e la rimozione dello Stato - M. Pivetti
Molto rigore per nulla - G. De Vivo
2. La crisi europea come crisi di bilancia dei pagamenti e il ruolo della GermaniaIl vecchio e il nuovo della crisi europea - S. Cesaratto
Le aporie del più Europa - A. Bagnai
Deutschland, Deutschland…Über Alles - M. d’Angelillo e L. Paggi
3. Austerità, BCE e il peggioramento dei conti pubbliciSulla natura e sugli effetti del debito pubblico - R. Ciccone
La crisi dell’euro: invertire la rotta o abbandonare la nave? - G. Zezza
Le illusioni del Keynesismo antistatalista - A. Barba
La crisi economica e il ruolo della BCE - V. Maffeo
4. Austerità, salari e stato socialeQuale spesa pubblica - A. Palumbo
Crescita e “riforma” del mercato del lavoro - A. Stirati
Politiche recessive e servizi universali: il caso della sanità - S. Gabriele
Spread: l’educazione dei greci - M. De Leo
5. Oltre l’euro dell’austerità
Un passo indietro? L’euro e la crisi del debito - S. Levrero
Una breve nota sul programma di F. Hollande e la sinistra francese - M. Lucii e F. Roà
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