Genova 2001: 400 poliziotti armati
fino ai denti invadono nottetempo una scuola e massacrano 92 ragazzi inermi. Roma
2012: riconosciuti colpevoli, alcuni poliziotti vengono condannati ad altra
destinazione lavorativa. Alcuni, nemmeno tutti. Nessuno finisce in galera, né
subito, né 11 anni dopo. Il reato di “immotivato massacro” non esiste. Spaccare
le costole a gente che dorme è un eccesso di zelo, non un crimine. È un
crimine, invece, bruciare un cassonetto: si chiama “devastazione”.
È devastazione tirare un sasso contro una vetrina. Le
vetrine, si sa, sanguinano copiosamente appena le sfiori. E siccome chi
tira il sasso, spesso, nasconde la mano, se partecipi a una manifestazione di
piazza in cui una vetrina va in frantumi oppure un cassonetto viene bruciato,
sei corresponsabile di devastazione, reato gentilmente concesso dal defunto
Rocco, autore del codice omonimo, che risale a un’epoca in cui l’impaccio della
democrazia era stato momentaneamente eliminato.
Il reato di devastazione può comportare anche 15
anni di galera. Quindi, ragazzi, se entrate in polizia siete innocenti,
semmai un po’ nervosi. Se andate a una manifestazione, siete pericolosi. E
anche cretini: “Dove c’è devastazione non ci può essere altra manifestazione di
pensiero” (Pietro Gaeta, sostituto procuratore di Cassazione).
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