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A Roma, facendo riferimento a una rendita catastale di 787,60 euro, se la prima rata è stata di 503 euro, la seconda sarà di 900: si arriva così a un totale di ben 1.403 euro.
Una cifra consistente se teniamo presente che una rata di Ici per una casa simile si aggirava intorno ai 190 euro.
A Napoli? Qui si parte da una rendita catastale di 800,51 euro e da una prima rata di 511 euro per arrivare a settembre con 915 euro: un totale di 1.426. E prima a Napoli una rata di Ici per un’abitazione simile valeva 294 euro.
Esistono poi anche città in cui la seconda rata costerà di meno: Milano, Trieste e Torino: qui l’aliquota scelta dal Comune è inferiore a quella base del 7,6 per mille: per le prime due si colloca al 6,5 per mille, per l’ultima a 5,75. Così, a Milano se per la prima rata per un immobile, sempre in affitto calmierato, con rendita catastale di 877,98 euro si è pagato 560 euro, per la seconda bisognerà sborsarne 399 (184 euro era la rata Ici), per un totale di 959 euro. A Torino, su una rendita catastale di 787,60 euro, si passa da un acconto Imu di 503 a un saldo 258 euro (era 41 la rata dell’Ici). Vanno segnalate anche le città che manterranno invariata l’aliquota base del 7,6 per mille, come Ancona, Aosta, Bologna, Firenze, Genova e Venezia.
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