venerdì 27 luglio 2012

La dittatura di Draghi di PierGiorgio Gawronski, Il Fatto Quotidiano

Il rialzo di ieri nei corsi della borsa e dei titoli di stato agonizzanti dimostra – meglio di qualsiasi discorso – chi sono i responsabili della crisi finanziaria, qual è la sua natura, e come si risolve.
E’ bastato che Draghi e Novotny (membro del Consiglio direttivo della BCE) parlassero, senza fare nulla, senza spendere un Euro, perché i mercati finanziari passassero dall’ennesimo crollo all’euforia.
Figuriamoci cosa succederà se dalle parole lor signori si degneranno di passare ai fatti. Sta lì, nella BCE, il potere di risolvere o meno la crisi. Il che implica una responsabilità morale enorme: finora non lo hanno fatto. Potevano farlo, ma non lo hanno fatto.


Bce all’origine della speculazione
commento di Paolo Ferrero, L’unità di venerdì 18 novembre

La nascita del governo Monti è giustificata dalla lotta alla speculazione finanziaria. A mio parere si tratta di una gigantesca mistificazione perché la speculazione finanziaria sui titoli di stato italiani (e di altre nazioni europee) è dovuta in primo luogo alle politiche della UE e della BCE. In altri termini non è possibile fermare la speculazione sull’Euro, se non si cambiano le politiche europee.
La speculazione  ha origine nella deregolamentazione prodotta dalle politiche neoliberiste. In particolare l’attività speculativa sui debiti sovrani avviene in Europa – e non in altre parti del mondo – perché l’Europa è l’unico aggregato economico in cui la banca centrale (la BCE) finanzia le banche private ma non gli stati sovrani, finanzia gli speculatori e non coloro che sono colpiti dalla speculazione. Infatti la BCE non compra i titoli degli stati europei al mercato primario (cioè direttamente alla loro emissione e al tasso di interesse base) come invece fanno la Federal Reserve negli USA, la Banca centrale d’Inghilterra, e tutte le altre banche centrali. In pratica la BCE è all’origine della speculazione finanziaria sui titoli degli stati europei perché dà i soldi agli assassini e non li dà alle vittime. Infatti la BCE compra titoli – pochi – solo sul mercato secondario (cioè sul mercato, al prezzo già definito dalle pratiche speculative) e a condizione che l’Italia applichi le politiche dettate dall’Unione Europea che ipotizzano la sostanziale distruzione elle conquiste che il movimento dei lavoratori ha fatto nel secondo dopoguerra. In pratica la BCE si rifiuta di intervenire nella fase in cui è possibile impedire che si formi il meccanismo speculativo (come fanno invece le altre Banche centrali mondiali) e invece interviene nella fase successiva a garantire l’ossigeno al moribondo a condizione che il moribondo accetti politiche di taglio drastico dei diritti dei lavoratori e del welfare. Il ruolo della BCE è quindi completamente politico ed è un ruolo che utilizza la minaccia della speculazione al fine di obbligare gli stati europei a tagliare il welfare e i diritti dei lavoratori.
Le politiche dettate dall’Europa non determineranno quindi la fine della speculazione finanziaria ma recessione economica, regressione sociale e compressione della democrazia. Questo è il vero punto politico: la speculazione finanziaria – presentata come un fenomeno naturale, come una maledizione degli dei – viene utilizzata dalla BCE, dalla Germania e dai governanti europei, come “vincolo esterno” per obbligare i paesi europei a ridurre drasticamente i livelli di vita nei rispettivi stati. La speculazione non viene combattuta alla radice, ma viene usata per imporre – paese per paese – drastiche manovre antioperaie che non sarebbero altrimenti accettate socialmente.

Nessun commento:

Posta un commento

Di la tua