Il recente incontro tra Renzi e Berlusconi lascia sgomenti. Per l'ennesima volta il cavaliere di Arcore viene legittimato da chi lo dovrebbe combattere. Con un'aggravante. In passato il dialogo con Berlusconi poteva avere una qualche giustificazione. In fondo si trattava di discutere con chi rappresentava la maggioranza degli elettori italiani. Quello avvenuto domenica è invece l'accordo col capo di un partito minoritario e, soprattutto, con un condannato in via definitiva da un tribunale della Repubblica (sebbene la sua pena, per misteriose ragioni, non venga ancora applicata).
Se poi dagli aspetti formali passiamo a quelli sostanziali, la cosa appare ancora più grave.
La legge elettorale proposta riesce ad essere persino peggiore del Porcellum, predeterminando l'esito del voto in modo altrettanto disonesto. L'effetto congiunto di uno sbarramento molto alto, di un premio di maggioranza a partire da una percentuale molto bassa e dell'assenza delle preferenze porterà ad un risultato facilmente prevedibile.
Il prossimo parlamento sarà composto da un centro di governo (il PD), da un'opposizione di destra (Forza Italia) e da un'opposizione populista (il M5S). Tre uomini (Renzi, Berlusconi e Casaleggio) avranno il pieno controllo sugli eletti del popolo. Poco importa se questi ultimi saranno candidati per diretta volontà del capo, tramite primarie o con voto elettronico. In ogni caso dovranno adeguarsi al ruolo di marionette nelle mani dei tre sopracitati signori.
Il giorno delle elezioni (o la settimana successiva, se al mostro in questione si aggiungerà l'incredibile ciliegina di un doppio turno, qualora nessuno raggiunga il quorum del 35%) gli italiani certo sapranno chi sarà il futuro presidente del Consiglio (e cioè Matteo Renzi). Che poi possa governare in modo credibile, avendo un consenso reale di un terzo degli elettori, è tutto un altro discorso.
A questo punto - viene da pensare - le elezioni sarebbe quasi meglio non farle. Renzi potrebbe essere nominato primo ministro senza ricorrere al voto. Assieme al Senato sarebbe il caso di abolire anche la Camera. Si taglierebbero i costi della politica in modo definitivo e Matteo Renzi potrebbe governare
con più serenità, senza la seccatura del Parlamento.
con più serenità, senza la seccatura del Parlamento.
Solo qualche amabile polemica con Berlusconi e una guerra a colpi di battute via Twitter con Beppe Grillo.
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