Gli interventi della magistratura e
della Corte Costituzionale, attivate da 15 cittadini che hanno posto
con il loro ricorso il rispetto dell’eguaglianza e dell’efficacia del
voto di ogni elettore, sono riusciti finalmente a spazzare via
il Porcellum, che aveva messo nelle mani dei leaders dei partiti la
scelta dei parlamentari concedendo un premio di maggioranza senza una
soglia minima di voti – ciò che neppure la legge fascista di Acerbo
aveva osato stabilire.
Non sono bastate le mobilitazioni contro le
leggi maggioritarie, perché anche il Mattarellumera tale, e contro le
ideologie della ‘democrazia governante’ e del premierato assoluto come
scopi del sistema elettorale, è stata necessaria una sentenza della
Corte Costituzionale, la numero 1 del 2014, per far riemergere due
principi fondamentali: la formazione della rappresentanza democratica
come scopo della legge elettorale e il governo parlamentare come
delineato dalla Costituzione.
Craxi fu il primo a propugnare l’idea della
democrazia governante, del governo del primo ministro, che, gli altri
partiti di centrodestra e centrosinistra, dopo il crollo del sistema
politico nel 1992-93, riproposero collegandola a sistemi elettorali
maggioritari (ilMattarellum prima e il Porcellum dopo).
La Costituzione afferma che ‘il voto è
personale ed uguale, libero e segreto’ (articolo 48): i sistemi
maggioritari, qualunque essi siano, non rispondono al dettato
costituzionale perché non garantiscono l’eguaglianza in uscita dei voti,
dato che coloro che votano per i candidati o le liste vincenti pesano
di più degli altri voti. E per rispettare gli articoli 56 e 58 – la
Camera e il Senato sono eletti a ‘suffragio universale e diretto’ – gli
elettori devono potersi esprimere sulle persone dei candidati, mentre le
liste calate dall’alto impongono gli eletti.
L’ordinanza di remissione della Cassazione
aveva chiesto che le due norme chiave del Porcellum, il premio di
maggioranza e le liste bloccate, venissero sottoposte al giudizio di
legittimità costituzionale: la Corte le ha dichiarate illegittime.
La sentenza riabilita il sistema
proporzionale, che ‘residua’ dal Porcellum abrogate le norme sul premio
di maggioranza e sulle liste bloccate. Ora si può votare in qualsiasi
momento con un sistema sostanzialmente proporzionale. Dopo decenni di
attacchi al sistema proporzionale finalmente in una sentenza della Corte
costituzionale si afferma che esso ha sorretto efficacemente la
Repubblica per più di quarant’anni, e che esso è alla base della
Costituzione essendo previsti dei quorum per gli organi e norme di
garanzia – Presidente della Repubblica, regolamento delle Camere ecc. –
che solo il sistema proporzionale può garantire contro ‘decisioni a
maggioranza’.
Ora si tratta di compiere l’ultimo passo
per ripristinare il sistema proporzionale: cancellare le diverse quanto
irragionevoli soglie di sbarramento – il 2% per chi si coalizza, il 4%
per chi non entra in una colazione – per fare in modo che le elezioni,
come ripetutamente sostiene la Corte Costituzionale, siano finalizzate a
formare la rappresentanza politica non a nominare un governo.
Tutti i partiti presenti nell’attuale
Parlamento mirano a storcere la sentenza della Corte per fare i propri
interessi di parte, mirando di nuovo a un sistema elettorale
maggioritario e bipolare. È ora di fare gli interessi dei cittadini e
della democrazia, solo così si potrà dare credibilità alla ‘politica’
sequestrata da un ceto che vive di scandali e malaffare che squalificano
e portano allo sfascio le istituzioni della Repubblica.
Sistema proporzionale ed elezioni subito
per dare speranza ai cittadini che il prossimo Parlamento possa
finalmente occuparsi non delle malefatte di ministri ma delle questioni
che travagliano il paese: lavoro, reddito, pensioni, democrazia
sindacale, diritti sociali, diritti di cittadinanza per i migranti.
* Ross@
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