Intervista a Costas Isychos, segreteria nazionale di Syriza – di Anna Camposampiero -
La candidatura di Alexis Tsipras alla presidenza della Commissione Europea ha risvegliato molto interesse, ma vorrei che mi parlassi del programma di Syriza in Grecia, e dell’approccio che avete avuto, considerato che oggi i sondaggi vi danno come il primo partito del paese.
Stiamo vivendo una tappa di transizione nella quale il sistema politico greco è già moribondo.
I valori tradizionali borghesi, il comportamento dei cittadini non si rispecchia più nel recarsi a votare ogni 4 anni. In questa congiuntura politica e sociale, acuitasi negli ultimi 3 anni, Syriza ha presentato un programma alternativo costruito dal basso. Non lo abbiamo creato nei nostri uffici, né ci siamo chiusi tra quattro pareti, e l’ossigeno del motore ideologico e programmatico di Syriza è stato l’incontro con i gruppi sociali emarginati, i giovani, le donne, i contadini. Sicuramente Alexis ha avuto un ruolo importante perché rappresenta la generazione che è cresciuta sotto l’egemonia neoliberista. Per fortuna una parte importate di questa generazione non è stata assorbita dal neoliberalismo, non ha tagliato il “filo rosso della sinistra” – come lo chiamiamo noi – e ha conservato le pagine storiche e pure della sinistra. Nello stesso tempo Syriza ha rifiutato la marginalità, il settarismo, quello che divide la sinistra. Il peggio non è la divisione, ma la personalizzazione delle diverse opinioni della sinistra in un clima di categoria etica.
Per questo il nostro programma si è basato sulla unità delle forze sociali, della nuova partecipazione sociale nella politica e nella creazione di una nuova forza politica che combina la partecipazione, l’allegria di creare dal basso e l’impegno di una coscienza sociale che già sa che ha degli obblighi storici, non solo verso il popolo greco, ma anche con il resto dei popoli europei, e soprattutto verso i popoli fratelli del sud d’Europa. In due parole, se perdiamo la battaglia ideologica, programmatica e morale, perdiamo tutti. Se vinciamo, vinciamo tutti. Bisogna scegliere la seconda opzione.
In Italia la sinistra, nel senso più ampio del termine, ha accolto la candidatura di Tsipras con entusiasmo. Come vedi i vari appelli che sono stati inviati a Tsipras?
Per noi, e credo anche per Alexis, è un onore, non diretto personalmente a lui ma che si dirige alla lotta di tutti i militanti di sinistra, verso una ampia traiettoria con molte contraddizioni, negli ultimi dieci anni, nella quale Syriza è diventata una forza maggioritaria della sinistra. Io so che Aleixis ha risposto con una lettera, dove segnala il suo impegno con questa proposta ma con condizioni che non rappresentano “interessi” di Syriza o della sinistra greca, ma che sono nell’interesse e sono condizioni mutue per tutti. In quasi in tutti gli appelli per rafforzare e creare una sinistra radicale e alternativa, Alexis chiudeva sempre con tre parole: unità, unità, unità.
Il prossimo 25 maggio si vota per le Europee, ma in Grecia avrete anche le amministrative e le regionali. L’appoggio della Sinistra Europea e dei partiti membri come vi aiuta nella campagna nazionale?
Ci aiuta moltissimo. L’appoggio del Partito della Sinistra Europea alla candidatura di Alexis ci aiuta tantissimo. Prima di tutto ci aiuta per una questione di solidarietà e a livello morale, perché il Partito della Sinistra Europea è una realtà storica, non una parentesi. È un progetto strategico per un’Europa solidale, del lavoro e – perché no – per un’Europa socialista. Allo stesso tempo il governo greco, l’oligarchia greca, i mezzi di informazione che si sono convertiti nella nuova dottrina religiosa del capitalismo greco (e non solo) ci accusano del fatto che Tsipras è appoggiato dai comunisti, emarginati dalle loro società e nei loro paesi, da gruppi di estrema sinistra quasi vicini al terrorismo. Non intendo dire esprimere nessun commento su queste affermazioni, ma segnalo che le forze oligarchiche e troikane del paese vivono una carenza estrema di argomenti.
Mentre una gran parte del popolo greco vive in estrema povertà, alta disoccupazione, alta marginalità sociale ed economica, Syriza è la forza egemonica della speranza, della ricchezza, della sinistra e dell’ottimismo.
Syriza appoggerà in tutto il paese forze sociali che vogliono creare uno spazio di partecipazione cittadina a livello comunale e regionale. Crediamo che ci sarà una partecipazione alta nelle prossime elezioni perché la gente vuole votare per programmi alternativi, per rompere con le politiche di genocidio sociale e le forze radicali della sinistra non solo diventeranno non solo la prima forza nelle elezioni europee ma anche la prima forza nelle amministrative e regionali.
Alle ultime elezioni in Grecia, le pressioni della Troika e della Germania hanno generato paura nel popolo greco, giocando molto sul senso di “responsabilità”. Vi aspettate lo stesso “gioco sporco”?
Non ci aspettiamo lo stesso gioco sporco, ci aspettiamo un colpo di stato mediatico continuo. Le grandi aziende mediatiche private, legate al capitale finanziario e bancario, legate alla oligarchia greca porteranno avanti i loro attacchi contro Syriza entrando in una nuova epoca mediatica, tecnologicamente e scientificamente e sociologicamente molto avanzata, ma con argomenti di politica preistorica. La gente di sinistra in Grecia non è una sottospecie di razza umana differente. Non sono forze diaboliche né appartengono al mondo metafisico come vogliono far credere. Siamo di carne e ossa, e lottiamo per le utopie. Per questo in questa battaglia ideologica e programmatica delle prossime settimane e mesi, essi rappresentano il pragmatismo del nuovo ordine economico europeo, e noi rappresentiamo l’utopia del futuro della liberazione dell’essere umano dal mercato “infallibile e preciso”, ma con politiche alternative molto concrete e reali, molto semplici, in un mondo molto complicato che essi categorizzano come idee del passato. Ma se qualcosa ha aiutato l’umanità a progredire nel suo lungo cammino storico, sociale e politico, è che le utopie sono la bussola della storia.
Quello che posso dire che l’élite oligarchica finanziaria tedesca avrà un ruolo protagonista nella guerra mediatica contro Syriza. Nelle ultime settimane l’attacco mediatico contro Alexis si è basato sul fatto che lui non è un credente cristiano. Questo attacco è stato lanciato dallo stesso primo ministro e dal portavoce del governo. La cosa comica (e tragica) è che quando Syriza, e lo stesso Alexis, si incontrano con la gerarchia della chiesa ortodossa greca, nessuno chiede ad Alexis nulla sulla sua condizione religiosa. Sembra che il governo greco studi i metodi di Torquemada, ma deve sapere che le persone non si mettono più al rogo, e men che meno le idee. Il lato positivo è che una gran parte della base ecclesiastica partecipa attivamente, nei quartieri più poveri del paese, in movimenti di solidarietà, aumentando la coscienza del popolo, dandole speranza del paradiso che deve essere costruito in terra oggi, e non nella loro prossima vita. Spero che questa guerra mediatica sia contenuta dalla logica che esiste nell’apparato sistemico greco anche se da minoranze, ma bisogna comunque ricordare che il ricatto delle forze finanziarie tedesco contro Cipro non fu solo mediatico, ma iniziò una fase di guerra fredda tra le forze del capitale, i popoli e la forza lavoro.
Se loro pensano di continuare su un cammino anti democratico e inaccettabile, la risposta del popolo sarà massiccia, ordinata, pacifica, immediata e vittoriosa.
Com’è la situazione oggi in Grecia?
Siamo in una tappa molto avanzata della crisi umanitaria che sta vivendo il paese. Siamo il primo paese per suicidi nella Unione Europea, abbiamo il tasso di emigrazione più alto di gioventù in generale con buon livello di formazione, insieme a Spagna, Portogallo e Italia. I senza tetto, la gente che vive in strada nelle grandi città, soprattutto ad Atene, sono ormai più di 40.000. C’è una nuova “povertà” che si vive nei quartieri della classe media. È una povertà nascosta, in cui negli appartamenti non c’è luce, riscaldamento, cibo. Ci sono la distruzione delle famiglie e della coesione sociale. Per questo noi combiniamo il lavoro di solidarietà con il progetto della necessaria autostima di cui ha bisogno la gente in questo momento. Altrimenti il nostro lavoro solidale sarebbe solamente filantropico, cosa che non vogliamo. L’obiettivo è coinvolgere i marginalizzati dove l’angoscia di sopravvivere quotidianamente diventa l’impegno comune per cambiare la vita di tutti. Per esempio: i sindacati del settore farmaceutico organizzano fiere di medicine gratuite per gli anziani, eventi nelle piazze in cui combinano il lavoro solidale con poesie, musiche, balli. Bisogna riscoprire la vita e l’allegria di vivere di lottare, e di vincere. Per questo dentro la congiuntura di questa crisi umanitaria la risposta non è solo dare i numeri di questa tragedia, ma dare risposte grazie alle quali le stesse vittime si convertono in attori sociali. Concludo dicendo: Syriza può vincere le elezioni, ma per avere il potere – che è un’altra cosa – abbiamo bisogno movimenti che fanno parte di un mosaico sociale, multi sfaccettati, che non dividono la società ma che uniscono tutti i settori, movimenti sociali, movimento operaio, che hanno progetti e convinzioni che coincidono o che, chissà, andranno oltre il nostro progetto politico. Questa salute ideologica è necessaria per poter arrivare a una vittoria elettorale che sia l’inizio di una lunga traiettoria di trasformazione sociale, sistemica e politica nella quale non saremo soli. Per questo si teme tanto una possibile vittoria di Siryza. Perché questo convincerà altri popoli europei che un’altra Europa è possibile. Il modello di Syriza non si può esportare, è un prodotto delle contraddizioni e delle particolarità della Grecia. Ma quello che si può esportare o importare è il nuovo internazionalismo. Per questo siamo fiduciosi che la sinistra italiana non solo arriverà a una congiuntura storica e sociale dove potrà essere la forza protagonista, ma andrà oltre anche il suo passato storico, tanto importante. La sinistra italiana ha lasciato un vuoto nella Sinistra europea che né Alexis, né Syriza possono occupare. Questo vuoto lo occuperete e lo riempirete voi, con il nuovo internazionalismo della sinistra che dobbiamo costruire in Europa, in America latina, in Africa, in Asia.
Questi sono momenti storici molto interessanti. Sicuramente non ci annoieremo…
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