di Antonio Sciotto – il manifesto
Cgil, scontro sulla
rappresentanza. Il leader della Fiom chiede di ritirare la firma
sull’accordo con Confindustria. E un referendum
Convocazione di un direttivo ad hoc; consultazione
con voto vincolante e certificato degli iscritti alla Cgil;
sospensione della firma in attesa dell’esito finale della
consultazione; convocazione e svolgimenti di assemblee in tutti
i luoghi di lavoro. La segreteria della Fiom ha formalizzato
ieri, con una lettera, le critiche alla firma della Cgil all’accordo
che rende operativa l’intesa con Confindustria sulla
rappresentanza siglata il 31 maggio scorso: e così a pochi mesi dal
Congresso di maggio, sale la tensione tra i due leader sindacali
Maurizio Landini e Susanna Camusso. La Fiom aveva già
stigmatizzato la previsione di sanzioni in caso di mancato
rispetto degli accordi, l’introduzione dell’arbitrato
interconfederale e una generale limitazione delle libertà
sindacali in contrasto con la recente sentenza della Corte
Costituzionale sulla Fiat.
«Non è comprensibile – scrive la Fiom – che tutto ciò sia
avvenuto senza mettere tutte le categorie della Cgil nella
condizione di poter conoscere, discutere e decidere prima di
arrivare alla firma. Del resto è noto come la Fiom, in questi anni,
sia stata pienamente coinvolta e oggetto di processi tesi a negare
agibilità e libertà sindacali e d’azione nei luoghi di lavoro». «Le
vicende Fiat e gli accordi separati sono stati più volte oggetto di
discussione congiunta con la segreteria della Cgil nazionale»,
ricorda ancora la nota della Fiom, che convoca per il 16 gennaio il
Comitato centrale dei metalmeccanici Cgil, dove è invitata
a intervenire la stessa Susanna Camusso.
La Fiom chiede anche che sia convocato «con urgenza» il direttivo
della Cgil. E intanto invita le proprie strutture territoriali a
«rinviare» le assemblee congressuali a dopo il 16 gennaio. «Abbiamo
appreso della firma di un accordo definito “Testo unico sulla
rappresentanza Confindustria, Cgil, Cisl e Uil” con una serie di
contenuti mai discussi in nessun organismo dirigente della Cgil»,
scrive Landini. «Il nuovo accordo – è la critica della Fiom – prevede
sanzioni verso i sindacati o i lavoratori eletti, introduce
l’arbitrato interconfederale in sostituzione dell’autonomia delle
singole categorie e compaiono elementi che configurano una
concezione proprietaria dei diritti sindacali, di fatto limitano
le libertà sindacali anche in contrasto con la recente sentenza
della Corte costituzionale sulla Fiat».
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