sabato 25 gennaio 2014

Più mordente per la lista con Alexis Tsipras

Main opposition SYRIZA leader Alexis Tsipras addresses party political committee meetingNon vi è dub­bio che la situa­zione del nostro paese sia di una gra­vità ecce­zio­nale. Le più otti­mi­sti­che pre­vi­sioni per il 2014 sti­mano una sostan­ziale sta­gna­zione in un futuro che vede intere gene­ra­zioni di gio­vani disoc­cu­pate e l’impoverimento com­ples­sivo del paese. La netta presa di posi­zione di Hol­lande a favore di poli­ti­che dell’offerta ha zit­tito chi col­ti­vava illu­sioni sul cosid­detto socia­li­smo euro­peo. La pre­po­tenza tede­sca nel far pre­va­lere i pro­pri (pre­sunti) inte­ressi appare non aver più osta­coli. Lo slo­gan dell’uscita dall’euro, ammesso che possa far presa, è tut­ta­via visto con com­pren­si­bile inquie­tu­dine, poli­tica ed eco­no­mica. E anche con indi­gna­zione, non per­ché l’euro sia una crea­tura difen­di­bile, ma per­ché l’Europa potrebbe almeno ten­tare altre strade pur man­te­nendo il mostro in vita. Per come si pre­fi­gura, la lista Tsi­pras sce­glie di soste­nere quest’ultima bat­ta­glia. La ragio­ne­vo­lezza è tut­ta­via, come tutti sanno, un’arma a dop­pio taglio. La giu­sti­fi­cata accusa di per­pe­tuare un vel­lei­ta­rio uto­pi­smo euro­pei­sta, peral­tro facil­mente imi­ta­bile da un Renzi qual­siasi, è die­tro l’angolo. Que­sto aliena alla lista Tsi­pras la sim­pa­tia di quella parte del paese, fra cui migliaia di gio­vani, che ha con­sa­pe­vo­lezza del segno rea­zio­na­rio con cui l’Europa mone­ta­ria è stata costruita e viene difesa, una impronta non facil­mente modi­fi­ca­bile. Pari coscienza non è ancora, sospetto, patri­mo­nio di molti padri (e madri) nobili della lista. Dotata di un mes­sag­gio così debole, quale può dun­que essere il suo appeal? Allo stato essa appare come un’assemblement di istanze poli­ti­che e movi­men­ti­ste déjà vu attorno a un grido di dolore di una élite di volen­te­rosi intel­let­tuali. Il respiro pro­gram­ma­tico della pro­po­sta poli­tica va dun­que radicalizzato.
Il rilan­cio in tempi rapidi dell’occupazione deve essere la prio­rità a cui subor­di­nare ogni altra con­si­de­ra­zione, men­tre il giu­di­zio sulla costru­zione mone­ta­ria (e non solo) euro­pea deve essere più impie­toso. Per come si è con­fi­gu­rata, essa ha costi­tuito un deli­be­rato svuo­ta­mento delle auto­no­mie eco­no­mi­che nazio­nali e dun­que delle bat­ta­glie demo­cra­ti­che per redi­stri­buire il red­dito e accre­scere l’occupazione. In que­sto senso la lista deve impe­gnarsi a un duro ostru­zio­ni­smo che para­lizzi ogni deli­be­ra­zione euro-parlamentare che per­pe­tui que­sto dise­gno, pun­tando a rifor­marlo radi­cal­mente o a abban­do­narlo. Su que­sto terrà tem­pe­sti­va­mente infor­mata l’opinione pub­blica ita­liana, pro­muo­vendo la mobi­li­ta­zione popo­lare. Una lista di movi­mento, dun­que, da costruire anche in rete. Men­tre va soste­nuta ogni misura straor­di­na­ria eco­no­mica e mone­ta­ria che con­senta la riac­qui­si­zione di spazi di auto­no­mia nazio­nale per accre­scere l’occupazione, non va esclusa l’opzione di una rot­tura con­sen­suale dell’euro. Tale rot­tura deve pre­ser­vare un pro­cesso di coo­pe­ra­zione euro­pea libe­rato dagli orpelli libe­ri­sti e rispet­toso degli spazi demo­cra­tici nazio­nali. Poli­ti­ca­mente la lista si dovrebbe così mostrare aperta e inclu­siva anche verso le istanze più scet­ti­che – e pour cause – della rifor­ma­bi­lità di que­sta Europa. Infine essa dovrebbe sele­zio­nare ade­guate com­pe­tenze per i pro­pri rap­pre­sen­tanti affian­cando loro una ricerca pro­get­tuale alter­na­tiva sulla poli­tica eco­no­mica euro­pea e per il nostro paese, inclusa ogni pos­si­bile misura straor­di­na­ria che esso possa adot­tare in tempi rapidi e in auto­no­mia per rilan­ciare l’occupazione. A que­sta pro­get­tua­lità dovreb­bero essere imme­dia­ta­mente devo­lute le risorse che si ren­des­sero dispo­ni­bili se si riscuo­tesse un suc­cesso elettorale.
Sergio Cesaratto - il manifesto

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