GRILLO SI SCOPRE A FIANCO DEGLI EVASORI
Beppe
Grillo ha sentito il bisogno di dichiarare di fatto la propria
solidarietà agli evasori di Cortina. “ D'ora in poi dovremo andare in
vacanza a Cortina col commercialista, al posto dell'amante..” protesta
Beppe sul proprio Blog. Sollevando per la prima volta una sacrosanta
rivolta di tanta parte dei suoi lettori e fans. Ciò
che sta emergendo è il vero volto del Grillo pensiero. Quello di un
ricco borghese che di fronte alla crisi sociale del capitalismo reagisce
col riflesso condizionato del suo mondo: solidarizza col governo dei
banchieri quando torchia gli operai e taglia i servizi (“ Monti deve
mettere a posto i conti”), ma protesta sdegnato se gli chiedono lo
scontrino o rovistano nei suoi conti fiscali. Immagino che a Cortina-
che Grillo frequenta- sia questo in effetti il senso comune di tanti
spensierati vacanzieri ( uomini di impresa, giocatori di borsa, pirati
della finanza..) in naturale sodalizio di usi e costumi con i ricchi
commercianti e albergatori del luogo . Ma non è affatto il senso comune
di tanti lavoratori, giovani precari, pensionati, disoccupati colpiti
dalla crisi, che a Cortina non possono andare ( o che a Cortina vivono
da sfruttati) e che avevano cercato nel grillismo un riferimento
alternativo.
Grillo
e qualche suo devoto militante può anche consolarsi insultandoci sul
suo Blog con un linguaggio volgare e “anticomunista” degno di un
Cicchitto qualunque. Ma non può cancellare la verità che sta emergendo.
Che è assai più robusta degli insulti. E che aprirà gli occhi a tanti
giovani in gamba che frequentano il suo movimento.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Evasione, Grillo chiede di controllare i parlamentari, ma dimentica i suoi condoni…
Dopo essersi dispiaciuto per il mancato suicidio dei politici, Grillo se la prende per il blitz di Cortina e chiede che il controllo venga fatto ai parlamentari.
Forse sarebbe opportuno eseguirlo proprio nei suoi confronti, visto che in passato si è avvalso di due condoni tombali
(pur contestandoli, a parole). Nel 2002 e 2003, infatti, il comico
genovese, proprietario (con il 99% delle azioni) della società
immobiliare Gestimar srl (l’amministratore unico è suo fratello, Andrea
Grillo), si avvalse del condono.
Scrisse Andrea nella relazione al
bilancio 2002 della Gestimar: «In considerazione della possibilità
concessa dalla legge finanziaria 2003 di definire la propria posizione
fiscale con riferimento ai periodi di imposta dal 1997 al 2001, fermo
restando il convincimento circa la correttezza e la liceità dell’operato
sinora eseguito, si è ritenuto opportuno di avvalersi della fattispecie
definitoria di cui all’articolo 9 della predetta legge (condono
Tombale)». L’anno successivo Giulio Tremonti aveva prorogato la
copertura del condono, per la gioia della Gestimar srl, la quale si
avvalse nuovamente del condono tombale.
Nel 2004, Beppe, dopo aver
utilizzato per due volte il condono, lo pose sullo stesso piano di una
tangente e in una lettera a Repubblica si rivolse provocatoriamente ai
parlamentari della Casa delle Libertà: «Mettiamo, per ipotesi, che
costoro non abbiano mai rubato, evaso le tasse, corrotto un finanziere o
un giudice, maneggiato fondi neri, società offshore, P2, tangenti e
condoni…».
Non è finita qui: il 20 Dicembre 2011, Grillo si scaglia contro
i controlli del Fisco “che violano la privacy”. C’è da chiedersi,
allora, perché per le intercettazioni affermò il contrario (“Io voglio essere intercettato!”).
Scrive il comico-padrone del Movimento Cinque Stelle:
[...] Le informazioni che ci riguardano saranno contenute in un milione di miliardi di byte di memoria. Duemila server che gestiscono 22.000 dati ogni secondo. Grazie a questa potenza di fuoco ogni singola transazione dei nostri conti verrà esaminata. Ogni versamento, ogni bonifico dovrà avere il suo perché, le sue motivazioni. Questo sarà possibile dal primo gennaio 2012, quando tutti i conti correnti saranno a disposizione del Fisco anche senza accertamenti in corso. E’ un passo avanti verso la Repubblica Italiana dei Soviet. I Grandi Evasori non transano sul conto corrente, i Grandi Corruttori non fanno bonifici. Chi ha usufruito dello Scudo Fiscale non ha dato disposizioni alla banca per un versamento di 100 milioni di euro sull’estero. Chi si vuole controllare? Il panettiere, il pensionato, l’artigiano, il piccolo imprenditore prossimo suicida perché lo Stato non gli paga le fatture? E quanto ci costa Serpico? In un Paese dove la banda larga è una misura dei pantaloni? Le transazioni sul nostro conto corrente fotografano la nostra vita: pagamenti per la scuola, per le vacanze, un prestito a un amico, la tessera annuale dei mezzi pubblici, il ristorante sotto casa. Noi e il nostro conto corrente siamo la stessa cosa. Il sapere che la mia identità, di contribuente onesto, è a disposizione di decine o centinaia di persone non mi sta bene. E’ violazione della privacy. Chi mi assicura che i miei dati personali non saranno violati? Il rapporto non è più tra me e la mia banca, ma tra me e il Fisco. Si dovrà rendere conto a un funzionario di un bonifico di 1200 euro al proprio zio? Stiamo scivolando lentamente verso il controllo totale della vita dei cittadini. Il motivo addotto è che stiamo per fallire, che dobbiamo salvare l’Italia. [...]
Consiglio, a proposito, l’ottima analisi di Emilio Fabio Torsello su Diritto di Critica, che riporto:
Di errori madornali il comico genovese ne infila diversi in poche righe.
1 – Grillo scrive: “Ogni bonifico dovrà avere il suo perché, le sue motivazioni”. Ecco: se non il cittadino onesto non ha qualcosa da nascondere, per quale motivo dovrebbe temere questa misura? E la privacy non c’entra. Si tratta di una norma che semplicemente amplia quanto già accade nei confronti di Enti e Aziende.
2 – Grillo scrive: I Grandi Evasori non transano sul conto corrente, i Grandi Corruttori non fanno bonifici. Sul concetto di “Grande evasore” il comico genovese gioca in modo molto fine (e lo si vedrà più avanti). Qui basti dire che non per forza devono essere considerati “corruttori” o nababbi da Paradisi Fiscali i commercianti o i liberi professionisti che non rilasciano scontrino o ricevuta e per il fisco vivono sotto la soglia di povertà, così come il carrozziere, il medico che fa due prezzi (con o senza iva). A tutti questi – caro Grillo – le tasse le pagano i dipendenti e quel ceto medio che da anni sostiene questo Paese con i suoi sforzi e i suoi risparmi (sempre più esigui).
3 - Grillo scrive: Chi si vuole controllare? Il panettiere, il pensionato, l’artigiano, il piccolo imprenditore? Vedi sopra.
4 - Grillo scrive: Le transazioni sul nostro conto corrente fotografano la nostra vita [...] Noi e il nostro conto corrente siamo la stessa cosa. Il sapere che la mia identità, di contribuente onesto, è a disposizione di decine o centinaia di persone non mi sta bene. E’ violazione della privacy. A questo punto Beppe Brillo dovrebbe fare un po’ di chiarezza con i suoi lettori. Le intercettazioni – in modo forse ancor più pervasivo di un controllo fiscale – trasmettono le abitudini e le opinioni di una persona, descrivono le relazioni, gli accenti e le interazioni più intime di ciascuno. In tutti questi casi, a detta di Grillo la privacy poteva essere violata. Nel caso del fisco, invece, guai a chi mette il naso nei conti correnti. Due pesi e due misure.
Grillo ha poi dimenticato un altro dato che dà la tara dell’evasione nel nostro Paese: nel 2010 in Italia sono state vendute 620 Ferrari (il 10 per cento della quota mondiale), 151 Lamborghini, 180 mila fra Mercedes, Bmw e Audi. E sono solo 76 mila gli italiani (lo 0,18 per cento dei 41 milioni e 66.588 contribuenti di quella stagione) che hanno dichiarato al Fisco più di 200 mila euro lordi. Questo significa che solo il 37 per cento di chi ha comprato una macchina di questa categoria se lo sarebbe potuto permettere senza dover accendere finanziamenti o mutui. Tutti “grandi evasori” che nascondono i soldi all’estero? O piuttosto persone che non dichiarano al fisco quanto guadagnano? E non parlo delle 620 Ferrari né delle 151 Lamborghini ma delle180mila fra Mercedes, Bmw e Audi.
E sul blog i primi commenti critici non mancano: “Beppe Amatissimo – scrive Leo – lo riconosco: riguardo ai redditi, sei certamente 2 milioni (di euro) più volte sensibile di me. Quando si parlava di intercettazioni urlavi: intercettatemi! Quando si parla di soldi, lo urlo io: controllatemi pure!”
E, infine, la domanda che scardina tutto il ragionamento messo su da Beppe Grillo: chi sono – per il comico genovese – i “grandi evasori”? Per il fisco esiste un’unica differenza: chi paga le tasse e chi le evade. E i primi – proprio come per le intercettazioni – non avranno di ché preoccuparsi. Questione di coerenza non di privacy.
fonte: http://pasqualevidetta.wordpress.com
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