martedì 8 dicembre 2009

C’era una volta la politica degli ideali


C’era una volta la politica degli ideali

Sembra l’inizio di una bella storia, ma è una bella storia che fa parte di un passato molto remoto di cui la mia generazione ha fatto parte e che ora, purtroppo, si avvia verso un triste finale.
Finita l’epoca delle ideologie e degli uomini che fermamente hanno portato avanti e lottato per dei valori e per un futuro migliore, ci si avvia, ora, verso la demolizione di pilastri importanti della vita, di idee forti e coerenti e di valori veri e disinteressati.
Il mondo della politica appare oggi come un mondo contorto e privo di fondamenta, un mondo nel quale chi ne fa parte cerca solo di soddisfare un proprio interesse e garantire la propria carriera personale senza badare al benessere collettivo. Un mondo non più fatto di ideologie, una politica non più basata su valori si trasformano così in un mondo privo di coinvolgimento ed in una politica fine a se stessa.
Senza le passioni, le idee, i sentimenti la politica si trasforma in tecnica di manipolazione mediatica e in pura gestione amministrativa, la realtà sociale e culturale si rattrappisce, il mondo diviene meno coinvolgente, l’individuo si singolarizza, si isola. Da qui la corsa frenetica alla ricerca di surrogati (droga, alcolismo, tifoserie ultrà…) che diano un senso all’esistenza e ci facciano sentire meno soli.
In questo processo degenerativo le prime vittime sono inevitabilmente i giovani. Quei giovani che vengono privati dell’idea di un futuro migliore, che vengono privati dei loro ideali, spezzati da una politica incompetente, incapace di una visione di ampio respiro che antepone il rigoroso mantenimento del proprio spazio al benessere della collettività.
Purtroppo anche la politica locale ha risentito e risente di questo fenomeno. Anche nel nostro territorio le forze politiche hanno investito poco e con discontinuità sui giovani. Le sedi dei partiti sono sempre meno frequentate e questo non per disinteresse dei giovani ma perché la politica odierna non cerca più la partecipazione, non accoglie le idee nuove di cui i giovani sono portatori, ma richiede solamente l’adesione acritica, la fedeltà a questo o a quel “leader”, la certezza del voto.
È necessario investire di più sulle politiche giovanili e, in modo particolare, sulla partecipazione dei giovani alla vita politica e sociale del nostro territorio. Solo così creano le condizioni per una cittadinanza attiva e consapevole. Solo così si opera per quella riforma della politica di cui tutti, anche a sproposito, parlano. A questo compito sono chiamati tutti: le famiglie, le forze politiche, l’amministrazione comunale.
La politica non si può limitare alla, più o meno buona, amministrazione del territorio. Non basta ristrutturare palazzi e stadi, inaugurare piazze, inventarsi mostre...
C’è bisogno di una politica diversa, una politica che, di fronte alla disgregazione sociale e culturale, di fronte all’individualismo esasperato sia capace di produrre cultura, socialità e un nuovo senso civico. Una politica quindi che faccia della partecipazione il suo asse portante.
C’è bisogno di una nuova cultura politica, di un nuovo soggetto che, anche nel nostro territorio, sappia recuperare, affrontando la realtà odierna, le passioni, le idee e l’entusiasmo che hanno caratterizzato la mia generazione. Spero che la futura sinistra unita sia capace di affrontare, anche nel nostro territorio, un tale compito.

Franco Mordivoglia, Il Confronto delle Idee, nr. 3


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