Sì, alla fine diciamolo chiaramente, il coraggio e la freschezza di
questo giovane virgulto sono invidiabili. L’energia che sa sprigionare è
unica, è davvero il Jovanotti della politica. Sa parlare a tutti, di
tutto, con tutti. È la sinistra del futuro, amici e compagni.
Ecco, sinceramente mi ci volevano cinque minuti a scrivere un post di
questo tipo per magnificarlo da capo a piedi. Puoi dire tutto e il
contrario di tutto su Renzi. Che è di destra eh, eppure adesso è quello
più di “sinistra”. Mi ci volevano cinque minuti, dicevo, ma ho ancora a
cuore quella piccola cosa chiamata “senso del pudore”. E se per me fino a
ieri Renzi non era di sinistra, oggi non vedo perché debba cambiare
idea visto che Renzi è sempre lo stesso. Sulle ali dell’entusiasmo? Per
la voglia di vedere vincente una sinistra che non è più tale da decenni?
Per andare a fare una passeggiata alla Festa dell’Unità e sentirmi
parte di qualcosa? Per poter abbracciare un giorno un vecchio militante
del Pci dopo la vittoria della squadra del cuore chiamata
“centrosinistra”?
È l’italico trasformismo, tutti pronti a saltare sulla barca del
vincitore, i democristiani, i comunisti, i socialisti, tutti insieme.
Annusano il vento ed eccoli lì, giulivi, in pace con se stessi. Un anno
fa tutti bersaniani, oggi tutti renziani. Sotto quale impulso, se non la
propria sopravvivenza? Chi per preservare la propria corrente, chi il
proprio partito (Sinistra Ecologia e Libertà). Viva Renzi, dunque. Che
sarà pure un gran ciarliero, che saprà anche svecchiare un po’, che
insomma pur di non ritrovarci di mezzo D’Alema e co. ci va bene anche
Mugabe.
Ma la sinistra, non me lo leva nessuno dalla testa e sono di certo io
un testone, è un’altra cosa. È rinnovamento, sì. Ma il rinnovamento in
sé è solo un cambio di guardia, non di prospettiva e non di idee di
fondo. Allora auguri Renzi, auguri a tutti, ma a banchettare sulla
tavola imbandita non ci vengo. I renziani di lungo corso – ne sono certo
– apprezzeranno di gran lunga una coerenza di questo tipo.
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