mercoledì 18 novembre 2015

Sinistra italiana: due o tre chiarimenti di Paolo Ferrero


Sinistra italiana: due o tre chiarimenti
Sul manifesto di sabato 14 ottobre vi è una intervista di Daniela Preziosi a Massimiliano Smeriglio, prestigioso esponente di SEL, relativa al processo unitario a sinistra. Non avendo visto smentite o prese di distanza, a distanza di alcuni giorni mi pare opportuno chiarire alcuni elementi.
Innanzitutto qual è la situazione attuale? Sono mesi – da prima dell’estate – che esiste un tavolo di discussione tra Act!, Altra Europa con Tsipras, Futuro a Sinistra, Partito della Rifondazione Comunista, Possibile, SEL, a cui hanno partecipato anche Sergio Cofferati e Andrea Ranieri.
Questo tavolo ha prodotto un testo varato il 3 novembre, dal titolo “Noi ci siamo. Lanciamo la sfida”. Il testo serve come base di partenza per la convocazione di una assemblea nazionale da tenersi dal 15 al 17 gennaio prossimi da cui far partire il processo costituente della sinistra. L’obiettivo dichiarato è la costruzione di un soggetto politico di sinistra alternativo a PD, M5S e destre. Il percorso attraverso cui dar vita a questo soggetto è individuato assai chiaramente: l’unità tra le forze della sinistra non è un fine in sé ma è condizione necessaria per dar vita ad un processo costituente largo, partecipato e democratico. In altri termini l’unità tra i soggetti organizzati della sinistra non è finalizzata a dar vita ad una federazione o ad una unificazione tra questi soggetti ma a far partire un processo che sia rivolto a tutte e tutti – con particolare attenzione a coloro che oggi non sono iscritti a nessun partito – e si costruisca dal basso su un sano principio democratico: una testa un voto.
All’inizio di novembre eravamo quindi riusciti finalmente a porre tutte le condizioni per far partire un processo innovativo e partecipato di costruzione di un soggetto unitario della sinistra.
Parallelamente, il 7 novembre, i parlamentari di SEL e alcuni parlamentari usciti dal PD hanno – del tutto legittimamente – fatto un’assemblea al teatro Quirino di Roma in cui hanno annunciato la costruzione di un nuovo gruppo parlamentare dal nome Sinistra Italiana e identificato dal colore arancione. Rispetto ai soggetti che fanno parte del tavolo di discussione, non hanno aderito a questo gruppo né i parlamentari dell’altra Europa né quelli di Possibile in quanto ritenevano sbagliato far precedere il processo unitario concordato da una unificazione dei gruppi parlamentari.
In questo contesto si situa l’intervista a Smeriglio del 13 novembre che afferma che “Sinistra Italiana” si presenterà come lista alle elezioni amministrative di primavera, che chi vuole si può accomodare ma il treno è già partito e si parla in generale di Sinistra Italiana come di un nuovo partito. Un nuovo partito il cui profilo politico risulta essere antirenziano ma ripropone nei fatti il centro sinistra.
In pratica la legittima costruzione di un nuovo gruppo parlamentare tra SEL e alcuni deputati usciti dal PD viene qui presentato addirittura come il nuovo Partito della sinistra, alla faccia di quanto concordato comunemente.
E’ del tutto evidente che se questo indirizzo venisse confermato costituirebbe un atto di divisione, un serio ostacolo sul percorso unitario così faticosamente costruito. Occorre al contrario rilanciare con forte spirito unitario il progetto complessivo.
1) Il processo unitario finalizzato a dar vita alla costituente implica che non vi siano padri e padroni, ma la costruzione comune di un percorso. Che non vi siano gruppi dirigenti e leadership già definite ma l’apertura di un processo costituente su basi democratiche. E’ quanto previsto dal documento “Noi ci siamo. Lanciamo la sfida” ed è evidente che questo processo è incompatibile con la pretesa di aver dato il via al Quirino al nuovo soggetto politico. Non voglio impedire a nessuno di fare un altro partito della sinistra, ma se si vuole fare un soggetto unitario della sinistra (uno, non due o tre), occorre farlo per l’appunto in modo unitario.
2) La necessità di fare un percorso democratico e partecipato e di rinnovare la classe dirigente è una condizione per poter costruire una sinistra degna di questo nome, non una gentile concessione lessicale da scrivere in qualche luogo per poi lasciarla da parte alla prima occasione. Da questo punto di vista la forma è sostanza e se processo partecipato deve essere, una volta chiarito che l’obiettivo è quello di costruire una sinistra autonoma ed alternativa al PD, per farla occorre partire dai territori, non dal Parlamento.
3) Il tema del profilo politico del nuovo soggetto da costruire è un tema rilevantissimo. Per quanto mi riguarda decisivo. Non si tratta di fare una sinistra generica ma, come abbiamo scritto nel documento comune, un polo politico alternativo a PD, M5S e Destre sul piano nazionale, che lavori a rafforzare una sinistra europea antiliberista. E’ infatti evidente che oggi il nemico fondamentale sono le politiche neoliberiste portate avanti con determinazione degna di miglior causa tanto dai popolari che dai socialisti, tanto da Hollande quanto dalla Merkel. Non si tratta solo di costruire una alternativa a Renzi – ci mancherebbe pure – ma di costruire una alternativa al complesso delle forze neoliberiste.
4) Penso che sia necessario dar vita nelle città in cui si andrà al voto in primavera a candidate/i e liste alternative al centro sinistra. Queste candidature e queste liste dovranno essere il frutto di un percorso unitario e partecipato, che coinvolga il complesso delle forze disponibili su ogni territorio. E’ del tutto evidente che questo processo unitario non può essere rappresentato dalla filiazione a fotocopia del nome che legittimamente si è dato un gruppo parlamentare che raccoglie una parte delle forze che sono interessate al processo unitario. Penso che su ogni territorio si possa andare oltre lo spettro di forze che si sono incontrate a livello nazionale – come è già positivamente avvenuto a Torino con la candidatura di Giorgio Airaudo – figuriamoci se questo può essere racchiuso in un nome che rappresenta solo una parte delle forze di quel tavolo. Inoltre penso che a livello cittadino sia necessario mettere in campo i più ampi processi di consultazione e partecipazione per definire candidati, liste, programmi. La forza maggiore della sinistra sta nella partecipazione: attiviamola!
Non proseguo oltre. Confido che il processo unitario a cui stiamo lavorando da tempo e che procede in queste stesse ore, possa proseguire sulla via maestra comunemente tracciata, superando forzature e ricerche di primogeniture che altrimenti farebbero gravi danni.

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