Che male c’è
ad essere anti-sistema?
Viviamo in
un sistema finalizzato al solo profitto, ferocemente orientato contro la
persona umana.
Un sistema
che arricchisce sempre più i ricchi, e che non lascia scampo ai poveri.
Dovremmo
essere pro-sistema?
E perché?
Per fare piacere all’imperante capitalismo rapace?
Questo
maledettissimo sistema ha reso l’aria irrespirabile, ha inquinato i mari, sta
distruggendo il pianeta.
Fa morire di
fame milioni di bambini, non garantisce una degna assistenza sanitaria, costringe
i giovani alla disoccupazione, e obbliga gli anziani al lavoro fino alla
vecchiaia.
Concede dei
bonus per i nostri bebè, e paga dei delinquenti perché tengano lontano da noi i
bebè altrui, e li riempiano di malus.
Davvero è
disprezzabile chi non sopporta che “pane ed acqua” sia la chimera per molti, e
rappresenti invece un castigo per altri?
Il sistema è
riuscito ad anestetizzare le coscienze, ad unificare il pensiero, ad
omogeneizzare le opinioni.
Non ci si
indigna più di niente.
Le
disuguaglianze aumentano, le speranze si affievoliscono, il fatalismo avanza,
la rassegnazione sedimenta.
La lotta di
classe e il conflitto sociale sono solo un ricordo di un’era lontana.
Questo
sistema aizza i penultimi contro gli ultimi, fomenta la guerra tra poveri.
Magari ci
fosse davvero un Partito anti-sistema!
Non un
Partito anti-politico, ma al contrario un Partito “totus politicus”, per far
vincere la politica-politica, contro la sudditanza della piccola politica al
capitale e alla finanza.
Gli attuali
partiti non hanno alcuna intenzione di cambiare questo sistema.
La loro
ambizione è di cambiare i rapporti di forza, gli assetti al loro interno, gli
assessori, i ministri, e i direttori dei TG…
Purtroppo
proseguiranno la triste storia degli ultimi decenni: un’alternanza tra la
destra e la cosiddetta sinistra, che non ha scalfito minimamente il sistema,
non ne ha contenuto la brutalità.
Anna Falcone
e Tomaso Montanari hanno proposto qualcosa di molto interessante, qualcosa
finalizzato a spezzare il monotono succedersi di politiche sostanzialmente
tutte uguali, e tutte fallimentari.
Propongono
una politica altra, nel contenuto e nel metodo, ma su di loro è calata la
censura dei media, e l’ostentata indifferenza del sistema, che si sente
minacciato e non gradisce…
Sarebbe,
dicono i critici, il tentativo velleitario di due persone.
Come se la
valanga, inizialmente, non fosse stata una piccola palla di neve.
Anche la più
lunga marcia comincia dal primo passo.
Anche Fidel
Castro, Che Guevara e Camilo Cienfuegos all’inizio erano solo in tre…
Bisognerebbe
avere il coraggio di archiviare l’esperienza del centrosinistra, delle terze
vie e voltare pagina.
Chi ci ha
portato fin qui, invece, continua ad ispirarsi a Prodi, a Treu, a Letta, a
Pisapia, a Blair…
Poco tempo
fa, un leader di questa povera sinistra, in un accalorato discorso sulle future
prospettive, non ha citato una sola volta Gramsci, Di Vittorio e Berlinguer…
Ed ha,
invece, calorosamente ricordato e lodato, per ben sette volte, Bill Clinton.
Una sinistra
gioiosamente Clintoridea.
Che
tristezza!
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