Ha cento anni e li porta male. Gli effetti dei 10 giorni che cambiarono il mondo si sono ormai diluiti fino ad essere quasi impalpabili nella società moderna. Oggi la Rivoluzione di Ottobre vive nei libri di storia come elemento negativo da archiviare e come un esempio da non imitare, nelle coscienze individuali dei tanti che, nel secolo scorso, avevano alzato quella bandiera e in qualche isolato esempio di organizzazione socialista come Cuba.
La crisi profonda della sinistra deriva da qui. La fine del socialismo reale non ha portato solo al ridimensionamento e, in molti casi, alla scomparsa dei partiti e del movimento comunista, ma anche al declino dell'altra parte della “gauche”, i partiti socialisti e socialdemocratici. Il pensiero unico neoliberista non ha fatto prigionieri. Dal giorno dopo della caduta del muro di Berlino ha cominciato, soprattutto in Europa, a martellare sull'organizzazione dello Stato, dicendo che costava troppo, che sanità servizi sociali, pensioni e quanto fa welfare dovevano essere drasticamente ridotti.
E per farlo si sono inventati una cosa che chiamano crisi e che in realtà è solo un processo di riorganizzazione. Per questa ragione oggi si dimostrano assolutamente fuori luogo le manifestazioni di gioia dell'epoca da parte degli esponenti socialisti. L'Urss, al di là delle giuste critiche che si dovevano fare alla sua organizzazione, soprattutto nella parte dei diritti politici ed individuali, rappresentava quel contrappeso politico, militare ed ideologico che aveva costretto l'occidente capitalista a “socializzare” la parte sotto la sua influenza, per dimostrare che “da noi”, oltre ai benefici della sicurezza sociale si poteva godere quel benessere e quella libertà, precluse oltre cortina.
Sparito il contrappeso il capitalismo, a trazione finanziaria, ha mostrato il suo vero volto, rendendo il lavoro una merce, i lavoratori degli schiavi moderni da sfruttare molto e pagare poco. Man mano si stanno riducendo diritti e welfare e man mano si sta procedendo allo svuotamento della democrazia, diventata ormai solo formale. La strutturazione dell'Europa è l'esempio vivente di questo nuovo ordine. Votiamo chi non ha poteri (Il Parlamento di Strasburgo), ma poi se non si procede sul solco delle (contro) riforme liberiste ;ordinate da oscuri poteri, ti mandano la Troika che è fatta da organismi che hanno poco o niente a che fare con il Parlamento e quindi con la volontà dei cittadini. Un processo che è riuscito e sta riuscendo bene, perchè a gestirlo non sono stati i conservatori, ma Il Pse. Blair, Schreder, Zapatero, Prodi e soprattutto Renzi, sono stati “i campioni” della reazione che hanno fatto delle disuguaglianze sociali il tratto distintivo delle nostre società.
Da qui la crisi e la completa marginalizzazione politica dei Partiti Socialisti e affini (leggi Pd), che ormai sono solo la ruota di scorta delle formazioni conservatrici , che li utilizzano, nelle grandi coalizioni, per proseguire nelle politiche controriformatrici. E quello a cui assistiamo è il risultato di un errore strategico compiuto dopo la sconfitta del socialismo reale. Cancellare l'ottobre e ogni richiamo ad una società alternativa al capitalismo liberista ed integrarsi con l'unico obiettivo di mitigarne gli effetti. E' stata una grande illusione.
Un percorso che ha portato all'annullamento delle differenze. E' diventato talmente tutto uguale che in Italia, gruppi moderati e di destra , hanno potuto tranquillamente portare a termine un'operazione di occupazione del partito storico della sinistra. In conclusione, questa storia dell'omologazione, ha cancellato, in pochi anni, due secoli di storia della sinistra.
Sinistra, una parola diventata così vuota che tutti, compresi i reazionari possono oggi far finta di farne parte. Dice “ma chi lo stabilisce cos'è la sinistra? Una cosa semplice semplice, la volontà di cambiare la società capitalistica e sostituirla con una più giusta e solidale chiamata Socialismo. Chi non persegue questo”piccolo” obiettivo, si metta l'anima in pace, non è di sinistra, al massimo è un Liberal, cioè sempre roba che viene dal capitalismo. E' per questo l'avere cancellato e non aggiornato gli ideali e la forza della Rivoluzione d'Ottobre è stato l'errore blu di tutta la sinistra.
Errore che è cominciato , diciamolo, con il 68 e con la demonizzazione dell'Urss e del Socialismo reale. Non avere capito che la fine di quello “sgangherato” e in alcuni casi tragico tentativo, era però l'unica ancora di salvataggio anche per quelli che volevano costruire un socialismo più libertario e meno statalistico, è stata una tragedia politica. Lo aveva capito un moderato come Giorgio Amendola, lo accennava qua e là anche Bobbio e lo aveva compreso anche uno che nulla aveva a che fare con la sinistra e con il Comunismo : Giulio Andreotti. Ma il resto ha preferito dimenticare tutto ed entrare a far parte della famiglia degli ex (quanto è piaciuta questa parola strausata per mondare il peccato di essere stati non solo rivoluzionari, ma anche riformisti veri).
E quelli che oggi comandano questo mondo non si sono accontentati di eliminare il loro più pericoloso nemico, ma hanno creato anche il suo sostituto“il populismo” o “i populismi”. Falsi profeti di cambiamento, per evitare che il vero pericolo per loro, quello che viene dagli ideali dell'ottobre, dalla voglia di cambiamento della società delle classi più deboli, si riorganizzi e rialzi la testa. Il compito che ci lasciano 100 anni di ottobre è appunto quello di riprendere quella marcia prima che sia troppo tardi.
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