Dopo aver fatto la propaganda elettorale dicendo “prima gli italiani”, Matteo Salvini adesso dice “prima i ricchi”. Nulla di strano che il razzista demagogo dica una cosa e ne faccia un’altra. Del resto se la prende con l’Unione Europea dopo che il suo partito ha votato a favore del trattato di Maastricht, di Lisbona, del pareggio di bilancio in Costituzione, etc etc. Il problema è che oltre a prendere in giro i suoi elettori, Salvini utilizza motivazioni completamente false con cui ammanta di scienza economica il suo ragionamento a favore dei più ricchi. La tesi di fondo è che se i ricchi hanno più soldi fanno più investimenti e quindi più posti di lavoro. Questa tesi è completamente falsa. Vediamo perché.
Com’è noto un imprenditore investe se pensa di poter vendere le merci che produce. Se uno pensa invece che le merci gli rimarranno in magazzino, difficilmente farà un investimento e – in ogni caso – anche se lo facesse, nel giro di tre mesi licenzierebbe tutti coloro che ha assunto. In altri termini è chiaro che l’investimento viene fatto non solo perché l’investitore ha i soldi in mano ma viene fatto perché l’investitore pensa di poterci guadagnare, di poter vendere quello che produce. Questo vale anche nei servizi: un ristoratore assumerà un cameriere se pensa che qualcuno vada a mangiare la pizza al sabato sera. Altrimenti, anche se ha i soldi per farlo non assumerà nessuno.
Solo chi ha tolto l’articolo 18 – e i grillini e i leghisti che non vogliono rimetterlo – pensano che uno assuma un cameriere solo perché lo può licenziare…
In altri termini gli investimenti privati vengono fatti solo se esiste una domanda solvibile in grado di valorizzare gli investimenti stessi. Solvibile vuol dire che la domanda non solo si deve esprimere come bisogno (mi piace la pizza) ma che il soggetto desiderante deve anche avere i soldi per pagarla la pizza…
Il problema è proprio qui. Gli investimenti privati normali, non sono originati dal fatto che i ricchi abbiano più soldi ma dal fatto che la domanda solvibile si allarghi e quindi richieda nuove merci e nuovi servizi e quindi nuovi investimenti e nuovo lavoro. Non ci vuole un genio per capire che in Italia il problema è proprio questo: metà della popolazione ha difficoltà ad arrivare a fine mese e in ogni caso ha ridotto i propri consumi per mancanza di reddito. Per far ripartire l’occupazione in Italia servirebbe una drastica redistribuzione del reddito dal 10% più ricco verso il 50% più povero in modo da aumentare i consumi e creare una spazio per nuovi investimenti e nuovi posti di lavoro.
Come se non bastasse, in Italia, dall’inizio della crisi, i ricchi sono diventati più ricchi e i poveri più poveri: Salvini propone di accentuare questa diseguaglianza. Salvini propone di curare i tumori facendo esplodere delle bombe atomiche. Inoltre, come è del tutto evidente, se si tagliano le tasse ai ricchi, lo Stato non avrà più i soldi per far funzionare la scuola, il servizio sanitario, pagare le pensioni. In altri termini il taglio delle tasse ai ricchi distruggerà i servizi pubblici e ridurrà i posti di lavoro nel pubblico. Riducendo i dipendenti pubblici e quindi il monte salari complessivo, i consumi si ridurranno ulteriormente e conseguentemente aumenterà la disoccupazione anche nel settore privato. Quindi tagliare le tasse ai ricchi aumenta la disoccupazione, non i posti di lavoro.
Non ci vuole un genio per capire questo, così come non ci vuole Einstein per capire che regalare più soldi ai ricchi significa unicamente gonfiare la speculazione finanziaria. Non avendo sbocco in investimenti produttivi, questa maggiore ricchezza concentrata nelle mani di pochi, finirà a gonfiare le famose bolle speculative, quelle da cui è partita la crisi e che fanno parte dei quel capitalismo finanziario contro cui il loquace razzista padano tuona ogni giorno. Quindi non solo tagliare le tasse ai ricchi non aumenta posti di lavoro ma piuttosto li diminuisce, oltre ad aumentare le ineguaglianze e le ingiustizie.
Salvini vuole fare il contrario di quello che serve al popolo italiano.
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